Sulla vicenda del carcere di Opera
Riportiamo i commenti di Emanuele Fiano e Franco Mirabelli.
Emanuele Fiano (Responsabile Sicurezza PD): Bisogna fare chiarezza sui commenti apparsi su Facebook relativi al suicidio di un detenuto nel carcere di Opera. Se confermati sarebbero estremamente gravi, una offesa inaccettabile. In merito ho presentato una interrogazione al ministro della Giustizia su quali iniziative intenda intraprendere per accertare il reale andamento dei fatti e nel caso come intenda procedere se dovessero essere individuate precise responsabilità.
Emanuele Fiano (Responsabile Sicurezza PD): Bisogna fare chiarezza sui commenti apparsi su Facebook relativi al suicidio di un detenuto nel carcere di Opera. Se confermati sarebbero estremamente gravi, una offesa inaccettabile. In merito ho presentato una interrogazione al ministro della Giustizia su quali iniziative intenda intraprendere per accertare il reale andamento dei fatti e nel caso come intenda procedere se dovessero essere individuate precise responsabilità.
Franco Mirabelli (Capogruppo PD in Commissione Antimafia): I fatti denunciati da Repubblica.it accaduti nel carcere milanese di Opera e poi su Facebook sono gravissimi e per questo sono andato nel penitenziario a verificare la situazione. Chiediamo inoltre al ministro Orlando di individuare e punire le responsabilità. E' allarmante che si sia verificato l'ennesimo tragico suicidio di un detenuto rumeno, Ioan Gabriel Barbuta, condannato all'ergastolo. Ma è sconvolgente che, nei giorni seguenti, il fatto sia diventato oggetto di uno scambio di commenti sul gruppo Facebook del sindacato Aslippe, tra agenti della Polizia penitenziaria che si sono abbandonati alla barbarie di commenti inaccettabili. Il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha già avviato un'inchiesta interna ma è evidente che il tenore dei commenti, scritti peraltro anche da rappresentanti sindacali degli agenti, denota un clima degradato e inaccettabile sul quale è necessario intervenire al più presto.
Sono stato nel carcere di Opera dopo il suicidio del cittadino rumeno Ioan Gabriel Barbuta, condannato all'ergastolo, insultato via Facebook da un gruppo di guardie carcerarie e da rappresentanti sindacali dell'Alsippe. Abbiamo trovato un istituto in cui direzione e personale sono molto colpiti ed esprimono tristezza per il suicidio, il secondo dall'inizio del 2014. Nessuna guardia carceraria in servizio ad Opera è stata sospesa o è coinvolta nei farneticanti commenti su Facebook. E' importante sottolineare come nessun agente di Opera sia coinvolto nello sconvolgente episodio su Facebbok, perché dalla narrazione mediatica non si poteva escludere. Invece, tutte le guardie coinvolte e sospese non prestano servizio ad Opera e quindi si sono rese responsabili anche di aver messo in difficoltà e in cattiva luce chi quotidianamente lavora con attenzione e senso dello Stato in un carcere difficile, in cui sono presenti molti ergastolani e c'è un reparto di 41 bis. Ad Opera è stato da tempo attivato un programma di sostegno psicologico ai detenuti e di prevenzione degli atti autolesionistici. Tutto il personale è coinvolto ed impegnato per migliorare ancora le condizioni di detenzione ed evitare altri drammi.