Print

Non si parli solo di virus

Written by Mario Delpini.

Mario Delpini"Intendo lanciare un allarme: se il virus occupa tutti i discorsi, non si riesce a parlare d'altro. Quando diremo le parole belle, buone, che svelano il senso delle cose? Se il tempo è tutto dedicato alle cautele, a inseguire le informazioni, quando troveremo il tempo per pensare, per pregare, per coltivare gli affetti e per praticare la carità? Se l'animo è occupato dalla paura e agitato, dove troverà dimora la speranza? Se uomini e donne vivono senza riconoscere di essere creature di Dio, amate e salvate, come sarà possibile che la vicenda umana diventi 'divina commedia'?". Lo afferma l'arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, in un'intervista al Corriere della Sera.
"Se l'animo è occupato dalla paura e agitato, dove troverà dimora la speranza?", si chiede l'arcivescovo.
"La città ferita non si lascia descrivere con una sola immagine. Io la vedo come un'orchestra che sta provando: ne vengono rumori dissonanti, pezzi di melodie, suoni sgraziati, passaggi virtuosi. I musicanti stanno provando: presto sarà eseguita la sinfonia. Io la vedo come una palestra: si praticano esercizi, ma non ci sono gare. Ciascuno pratica il suo sport: corrono, ma non vanno da nessuna parte. Tante solitudini: ciascuno ha cura di sé, si tiene in forma; meglio stare distanti dagli altri", continua Delpini. Nei ritardi della campagna vaccinale in Lombardia Delpini dici che "forse nella complessità della macchina organizzativa si è inserito qualche algoritmo impazzito. Il personale che conosco io è dedito, attento, gentile, competente. Come può essere che ci siano tanti disagi per confusioni, indicazioni bizzarre, richieste inevase, attese deluse? Credo che gli esperti dovrebbero trovare l'algoritmo impazzito e ricondurlo al buon senso".
Su un possibile nuovo modello di collaborazione fra pubblico e privato alla luce dell'emergenza economica causata dalla crisi del coronavirus l'arcivescovo di Milano sottolinea che "nessuno ha da guadagnarci da un modello caratterizzato da estraneità o da concorrenza o da contrapposizione tra corpi intermedi e istituzione pubblica. La tradizione ambrosiana ha sempre cercato un modello di collaborazione. Le emergenze forse hanno costretto a forme più abituali. Ma non c'è niente che si consolidi se non è pensato, voluto e costruito con competenza e lungimiranza. Un 'nuovo modello' non uscirà di per sé da qualche esperienza vissuta in tempo di emergenza. Richiederà motivazioni, pensiero e decisioni". Infine, in vista delle elezioni comunali del prossimo autunno, Delpini sottolinea che "chi si azzarda a fare un elenco può riempire pagine di sogni. Ho spesso proposto di progettare il convivere in città intorno alla famiglia: solo l'alleanza di tutte le risorse della società per una famiglia sana può porre rimedio alla solitudine degli anziani, alla crisi demografica, all'emergenza educativa. Gli aspetti economici, ambientali, urbanistici sono evidentemente irrinunciabili: invocano però un criterio. Credo che il criterio sia il bene della famiglia".

Intervista a Delpini (file PDF)»
Pin It