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A proposito delle dimissioni di Zingaretti

Written by Ignazio Ravasi.

Ignazio RavasiArticolo di Ignazio Ravasi.

Poiché trovo buffo che si liquidino le dimissioni di Nicola Zingaretti come un suo "colpo di sole", voglio condividere queste mie riflessioni. Ovviamente io non credo di possedere alcuna verità, ma un chiarimento sulla fase politica che abbiamo vissuto e stiamo vivendo, e una risposta ai miei argomenti con altrettanti seri argomenti, mi sembra il minimo, non solo e non tanto per me, ma per tutti gli iscritti e elettori di questo nostro Partito.
Quando si chiede che le dimissioni del Segretario Nicola Zingaretti non siano liquidate come una sorta di “colpo di testa”, si chiede di coinvolgere pienamente i circoli sulla riflessione attorno all’ultima fase politica che ha portato alle sue dimissioni. Affinché non vi siano equivoci, circa questa esigenza di chiarezza, cerco di spiegare approssimativamente quello che penso.
a) Dall’autunno del 2020, terminato il suo mandato alla BCE del nostro Mario Draghi, abbiamo assistito a una “campagna politica” volta a utilizzare la risorsa costituita dal’ex Governatore della BCE per un “governissimo”. Abbiamo assistito a una mobilitazione di interessi forti esterni alla politica (si pensi a Confindustria) e poi alla saldatura di questi “interessi” con soggetti politici (parti del centro-destra) tra cui fondamentale è risultata IV, che avevano come obbiettivo più o meno dichiarato la caduta del Governo Conte bis.
b) La caduta del Governo Conte voleva essere il primo tassello di una operazione “centrista” volta a rompere l’intesa PD-M5S e ottenere: 1) una battura d’arresto del chiarimento e avvicinamento politico tra PD e M5S; 2) il ridimensionamento del ruolo di Governo del PD, ma anche del M5S, al fine di 3) far prevalere un altro asse politico nella gestione dei soldi europei (Recovery, ecc) c) La critica alla gestione della Pandemia rivolta verso il Governo Conte bis, come si è visto poi, è stato solo un pretesto per giustificare quell’operazione politica.
d) Senza l’appoggio di IV, cioè senza l’appoggio di parlamentari eletti con i voti degli elettori del PD (e si potrà riflettere anche su questo?) indispensabile per ricomporre la maggioranza, era inevitabile l’incarico a Draghi per la costituzione di quell’ampia maggioranza. Impossibile andare al voto in un Paese piegato dalla pandemia.
e) Tuttavia, il Governo di emergenza Draghi, ha determinato non solo una situazione innaturale (presenza nel Governo di forze alternative come PD e Lega) ma, anche, un drastico ridimensionamento delle presenze politiche del PD (e anche del M5S) all’interno del medesimo. Il conseguente spostamento dell’asse politico del governo Draghi, a vantaggio del centro-destra, è un dato inoppugnabile.
f) Il ridimensionamento della nostra presenza nel Governo ha scatenato una guerriglia interna (non solo tra le “correnti”, ma, mi pare di aver capito, anche alimentata da singoli parlamentari e esponenti vari nella difesa della loro posizione personale). Questa sorta di deflagrazione all’interno del Pd si è combinata con una azione interna proveniente dall’Area riformista (ma anche di altri settori, si pensi al contenuto di alcune iniziative lib-dem) per mettere in discussione l’alleanza con il M5S, e per delegittimare il Segretario, con l’argomento della negativa conduzione della crisi e poi per gli scarni (ovvi) risultati relativi alla nostra presenza nella compagine di Draghi.
g) E’ una mia ricostruzione di fantasia o è così? Le argomentazioni del Senatore Eugenio Comencini per motivare la sua richiesta di riadesione al PD, confermano pienamente questa ricostruzione.
h) Per finire, una discussione su quanto accaduto, in questi ultimi mesi, sarebbe necessaria al fine di avviare un chiarimento (sicuramente indispensabile in un futuro congresso) sulla forma partito del nostro PD e sullo strumento delle Primarie per eleggere il Segretario.
i) L’ultimissima osservazione riguarda Enrico Letta. La statura del nuovo segretario non è in discussione e tutte le “mosse” fin qui compiute mi sembrano convincenti, dunque avanti, ma avanti insieme ai Circoli e coinvolgendo i circoli in una operazione verità che, se avviene sul terreno del confronto politico, non può che essere salutare.
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