Rinascere a vita nuova dopo l'abisso

L’altra sera vedo su Rai uno un bel documento sulla storia delle ex terrorista di Prima Linea Maurice Bignami condannato a vari ergastoli per aver commesso alcuni omicidi in quegli anni tragici.
La storia di Bignami è quella di un uomo che dopo aver toccato l’abisso con i suoi atti che hanno provocato danni irreparabili è riuscito all’interno del carcere a “rinascere” a vita nuova con una conversione umana e religiosa che lo ha reso capace di rimettersi totalmente in discussione.
Si vede poi nel documento, il racconto più toccante e più difficile è cioè quello dell’incontro reciprocamente spontaneo con i parenti delle vittime.
Non parla di perdono, ma di un confronto che è stato capace di rivoltare il suo cuore e la sua mente.
In fondo la cosiddetta giustizia riparatrice al netto del rispetto delle sentenze comminate dai Tribunali, si propone di porre in “sintonia” l’uomo carnefice e l’uomo vittima, al fine di un riconoscimento reciproco nelle profondità delle viscere umane. Percorso difficilissimo, travagliato e forse quasi impossibile, ma non sempre impossibile.
Concludendo si potrebbe dire che la storia di Bignami conferma che l’articolo 27 della Costituzione che recita :” la pena deve tendere alla rieducazione del condannato” ha trovato piena attuazione.
Cambiare il cuore e la mente fino a “rinascere” a vita nuova per riscattare o almeno tentare di farlo, una gioventù bruciata da un’ideologia fanatica, cieca e distruttiva che seminò per le strade del nostro Paese, sangue, lutti ed immensi dolori.