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Tra politica e società: convegno Adm a Milano

Written by Rosa Aimoni.

Rosa AimoniArticolo pubblicato su ReportOnline.
Sabato 17 gennaio si è svolto il convegno, organizzato dall'Associazione Democratici per Milano, dal titolo "Tra politica e società".
Al dibattito sono intervenute molte personalità di spicco del mondo politico, fra cui Piero Fassino, sindaco di Torino e Giuliano Pisapia, sindaco di Milano.
Il dibattito è stato suddiviso in due sessioni: la prima, che si è svolta di mattina, si è incentrata sul tema della crisi della rappresentanza dei partiti, mentre nel pomeriggio si sono affrontati i temi del terrorismo e del ruolo dei partiti nella società.
Nella prima sessione, è stato evidenziato come i partiti e le altre associazioni, come ad esempio i sindacati, stanno vivendo una crisi di rappresentatività, nel senso che i cittadini non si sentono più rappresentati da queste istituzioni.

I relatori intervenuti hanno sottolineato come il problema non dipenda solo degli scandali della politica, sebbene questi costituiscano una delle cause fondamentali, ma anche dalla parcellizzazione degli interessi sociali.
Per meglio spiegare il concetto con un esempio, si può citare il caso degli operai nell'era industriale. Quest'ultimi costituivano una classe sociale compatta ed omogenea al loro interno, classe che si contrapponeva a quella imprenditoriale. Ora i lavoratori sono divisi al loro interno; infatti, la produzione è stata delocalizzata, ed è avanzato il terziario, settore nel quale operano diversi soggetti con qualifiche differenti.
I partiti e le altre organizzazioni sociali fanno quindi più fatica a rappresentare un insieme di persone non omogenee al loro interno.
A questo proposito vorrei aggiungere una considerazione di carattere personale: anche nel congresso si è parlato di conformismo. Non è questo il luogo per spiegare da cosa siano provocati l'odierno conformismo e l'attuale l'omologazione, fenomeni che tutti i sociologi e filosofi addebitano al consumismo, tuttavia, a me sembra, che questi fenomeni provochino diversi effetti. Se è vero che l'emotività è omologata, (perché il sistema consumista, attraverso la pubblicizzazione dei beni, induce tutti a desiderare le stesse cose, e quando si hanno gli stessi desideri ci si avvicina molto anche emotivamente) è anche vero che il soggetto, cioè il cittadino comune, tenta di compensare l'omologazione emotiva esprimendo delle necessità diversificate sui prodotti oppure sui pensieri offerti dai partiti.
Le diverse richieste dei vari individui, sulle merci o sulle ideologie partitiche, non rappresentano affatto un'individualità che si afferma, posto che l'individualità è massificata, ma, al contrario, un tentativo di compensazione dell'io del singolo, che prova inutilmente a resistere all'omologazione imperante.
Ecco perché anche i partiti fanno fatica a rispondere alle esigenze dei singoli. Ma questo tema, che a mio giudizio la politica deve tener presente se vuole essere nuovamente rappresentativa, è molto lungo, e su di esso scriverò un altro articolo.
La crisi della rappresentanza dei partiti deriva anche, come messo in luce da Giuliano Pisapia, dalla difficoltà delle leggi, che spesso sono scritte in maniera complicata. I cittadini, quindi, non riescono sempre a capire la materia sulla quale dovrebbero esprimere un'opinione.
Anche qui mi sento di ampliare l'argomento; rispetto al passato, le materie che vengono trattate legislativamente sono molto più complesse, anche e soprattutto a causa dell'avanzare della tecnica. Come fa un cittadino a esprimere un'opinione, ad esempio, sugli organismi geneticamente modificati se non ha ben presente cosa siano? Per poter esprimere un'opinione bisogna quindi essere esperti.
Il cittadino, che non sempre conosce la materia, non si trova rappresentato dal partito nel momento in cui questo la discute, proprio perché non sempre ha la competenza necessaria per capirla.
Questo problema è stato messo in luce recentemente dal filosofo Umberto Galimberti che, durante una conferenza, ha sottolineato come le democrazie siano in crisi proprio per questo motivo. Anche questo i partiti lo devono tenere ben presente, perché è una delle cause che provoca disaffezione alla politica.
Per quanto riguarda il terrorismo, altro tema affrontato al convegno, scriverò un altro articolo, essendo l'argomento molto complesso.

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