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Entro febbraio la mia squadra

Written by Giuseppe Sala.

Giuseppe SalaArticolo di Repubblica.

"Di politici che vanno in paradiso non ce ne sono, neanche io. Fontana lo manderei in purgatorio: bisogna espiare le colpe ma anche ammetterle. Quello che dico a Fontana è 'ammetti che hai sbagliato qualcosa, non succede nulla'". Continua la polemica a distanza tra il sindaco di Milano Beppe Sala e il governatore lombardo Attilio Fontana sul caso dei dati errati sull'andamento della pandemia in Lombardia che ha mandato la regione in zona rossa per errore per una settimana. Così Sala ha risposto alla domanda di Massimo Gramellini, durante una trasmissione su Rai 3, su dove avrebbe messo Fontana, se all'inferno o in paradiso.
"Al di là di dare colpe, noi abbiamo scelto un sistema complessissimo - ha aggiunto il sindaco -, in Germania la Merkel ha detto come fare, noi abbiamo venti parametri, giallo rosso, arancione. Ma tutto dipende dalla bontà dei numeri. dunque, i numeri non possono essere una opinione".
Ma il sindaco ha commentato anche la crisi di governo, che ovviamente ha ricadute su tutto: "Il governo deve fare due cose: tirarci fuori da questa pandemia il più in fretta possibile e lanciare un Recovery plan sano che porti lavoro. Per il resto se ci vengono a parlare di proporzionale e maggioritario un fanno grande errore. Al di là del presidente del Consiglio, servono anche ministri capaci, poi la battaglia sarà a febbraio 2022 con l'elezione del presidente della Repubblica. Anche per questo io non credo che ora succederà granché". Il dibattito su chi sarà il prossimo premier, se Giuseppe Conte in versione ter o un altro, "mi appassiona il giusto", dice, guardando però alle sfide amministrative di quest'anno che lo riguardano direttamente, visto che si è ricandidato a guidare Milano: "Dobbiamo andare al voto in molte grandi città: Napoli, Milano, Roma, Torino, Bologna. Io spero che alla scadenza naturale, ci portino a votare. Nell'ultima fase è difficile tenere il Consiglio comunale. Questa incertezza paralizza tutti".
Dopo l'emergenza Covid "a Milano nascerà una rivoluzione del modo di vivere - ha spiegato ancora Sala -, ci sarà credo un po' più di lentezza e più consapevolezza della questione ambientale. Quello di cambiare dopo la pandemia sarà anche un lavoro creativo perché qualcosa dovrà cambiare. Io sono preoccupato per il breve e medio periodo ma poi credo che le rivoluzioni sociali nascono sempre nelle città. Penso che Milano tornerà quella di prima ma avremo due o tre anni di difficoltà davanti". Le elezioni non ancora fissate, ma Sala spera possano svolgersi " tra maggio e giugno" e per Milano saranno "le elezioni più importanti degli ultimi decenni". Perché chi vincerà diventerà il sindaco della ricostruzione di una città che dovrà sanare le fratture economiche e sociali create dal Covid e reinventarsi e rilanciarsi. E trasformarsi. Ed è proprio in questa Milano disegnata come "test del cambiamento" e "laboratorio politico" che, è convinto, a fare la differenza saranno i programmi e i progetti in grado di tracciare in modo concreto la nuova rotta. Questa volta, ancor più del passato, dice, "non vinceranno coloro che sapranno spiegare meglio la situazione a parole o fare l'elenco dei problemi, ma vinceranno coloro che sapranno proporre delle risposte e saranno credibili". Ed è questo che il sindaco vuole fare. A cominciare dalle parole d'ordine che attraversano il mondo e molti vorranno intestarsi - "ambiente", "digitale", "equità sociale" - , ma che lui cercherà di calare il più possibile nella realtà dei quartieri del futuro. Incrociandoli anche con l'elenco inviato al governo per candidarsi ai fondi del Recovery plan.
Sala vuole accelerare i tempi della sua corsa per il bis a Palazzo Marino. Il sindaco ha tracciato la tabella di marcia della sua campagna e la strategia intervenendo online a due congressi di altrettanti alleati del centrosinistra, Alleanza civica del Nord e Sinistra Italiana: "Entro febbraio voglio aver definito il quadro delle liste e dei partiti che mi supportano per fare, in un gioco di squadra, una proposta per Milano sufficientemente nuova". Poi, "si partirà casa per casa a conquistare il consenso per vincere". Perché, è il ragionamento, "è evidente che tutti cercheranno di cavalcare trend secolari come l'ambiente, il digitale, l'equità sociale", ma il sindaco vuole andare oltre gli slogan - inevitabilmente ci saranno anche quelli - e declinarli in progetti per mostrare come Milano potrebbe cambiare se seguirà le nuove direttrici che, da Parigi a New York, interrogano tutte le metropoli. È lo stesso pragmatismo, d'altronde, invocato per il nuovo governo che, sta ripetendo in questi giorni, più che sulle riforme dovrebbe concentrarsi su due missioni: la gestione dell'emergenza Covid e dei vaccini e il Recovery plan.
Ed è qui che, la centralità delle città e di Milano in particolare come motore e test della trasformazione, e la necessità di trovare risorse superiori a quelle che possono dare le sempre più esangui casse del Comune, si incrociano. Ecco che, per il capitolo ambientale, con le risorse europee Palazzo Marino potrebbe dare forma agli scenari che prevedono prolungamenti - in sotterranea e in superficie - delle linee di metropolitana oltre i confini della città o aumentare gli investimenti per rendere pulita la flotta dei mezzi. O, ancora, rendere possibile un piano da 300 milioni per creare un collegamento con la centrale termoelettrica di A2a a Cassano d'Adda: si tratterebbe, in parole povere, di creare un mega- tubo in grado di portare il teleriscaldamento ai territori che l'opera incontra sul tracciato fino ad arrivare in città per servire altri 150 mila milanesi. E se molti temi, dall'aumento del verde alle case a prezzi accessibili per i giovani, potrebbero prendere vita sugli ex scali ferroviari, con i soldi del Recovery Palazzo Marino potrebbe mettere mano a un corposo piano di manutenzione straordinaria dei palazzi popolari. Ma il sindaco crede molto anche all'idea della città a 15 minuti. In questo caso, per dare concretezza alla filosofia di fondo si tratterà di fare un censimento, zona per zona, dei servizi fondamentali che mancano nei quartieri. Per costruire scuole, creare luoghi per lo sport di base sperando di agganciarsi magari alla locomotiva olimpica dei Giochi del 2026, aprire "sportelli" del Comune per tutto ciò che non può essere fatto in forma digitale. E far nascere presidi socio sanitari. Perché il Covid ha insegnato che serve più sanità territoriale. E questo si fa, sono convinti in Comune, anche puntando su quel modello che don Virginio Colmegna ha chiamato Case di comunità.

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