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Chiusure in Lombardia

Written by La Repubblica.

MilanoArticolo di Repubblica.

Da giovedì 22 ottobre la Lombardia - salvo decisioni diverse e nazionali del governo - entra in quello che è stato definito un "coprifuoco" dalle 23 alle 5 del mattino, scelto come soluzione tampone per ridurre i contagi da coronavirus che sono tornati a fare paura. Tra oggi e domani, quindi, il governatore Fontana, la sua giunta, i tecnici, i sindaci delle città capoluogo, i prefetti dovranno mettere a punto le regole di quella che ieri sera è stata annunciata come una proposta, e che il ministro della Salute Roberto Speranza ha già approvato, anche se non ancora per iscritto. Servirà una nuova ordinanza, a quel punto, che metta in fila tutte le regole, le cose permesse e i divieti. Vediamo, allora, quali sono i punti fermi e quali i nodi da sciogliere.
L'ipotesi prevista è di un divieto per tutte le attività e degli spostamenti, ad esclusione dei casi 'eccezionali' (motivi di salute, lavoro e comprovata necessità), nell'intera Lombardia dalle ore 23 alle 5 del mattino a partire da giovedì 22 ottobre e fino al 13 novembre.
Come già durante il lockdown, sono previste delle categorie particolari che potranno continuare a muoversi anche durante la notte. Chi fa lavori notturni o turnisti che iniziano o finiscono i turni di lavoro in quella fascia oraria, chi si deve recare in ospedale. Restano però alcuni nodi: come si dovrà provare il motivo eccezionale? Con le autocertificazioni che durante il lockdown bisognava stampare e portare sempre con sé? E chi farà i controlli? E ancora, una questione molto dibattuta nei mesi scorsi: portare il proprio cane a fare i bisogni varrà come eccezione dopo le 23 e prima delle 5? Ci sarà anche questa volta una distanza massima dalla propria abitazione entro cui sarà consentito muoversi?
L'ultima ordinanza firmata venerdì scorso dal governatore Fontana (e in vigore per tre settimane) e il Dpcm del presidente del Consiglio hanno stabilito che i locali devono chiudere alle 24, interrompendo il servizio al banco o comunque in piedi dalle 18. Ma con il coprifuoco alle 23 questi orari andranno necessariamente rivisti: perché se camerieri e cuochi potrebbero comunque muoversi anche oltre quell'orario per motivi lavorativi, questo non vale per i clienti. Quindi bisognerà stabilire con certezza l'orario massimo di apertura di tutte le attività di ristorazione e somministrazione, per assicurarsi che tutti i clienti rientrino nelle loro case entro l'ora X.
Durante la riunione di lunedì tra il governatore Fontana e i sindaci tutti i presenti "hanno condiviso l'opportunità della chiusura, nelle giornate di sabato e domenica, della media e grande distribuzione commerciale, tranne che per gli esercizi di generi alimentari e di prima necessità". Quindi stop nei weekend ai centri commerciali - ma resteranno aperti gli ipermercati all'interno, e serrande chiuse anche per le catene commerciali di abbigliamento, calzature, bricolage, casalinghi nelle città. Le leggi in vigore considerano strutture di media dimensione quelle tra i 151 e i 1.550 metri quadri nei comuni con meno di 10 mila abitanti e tra i 251 e 2.500 metri quadri nei comuni con più di 10 mila abitanti.
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