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Case popolari: emergenza abitativa e legalità

Written by Franco Mirabelli.

Franco MirabelliInterventi svolti alla trasmissione TV "Siamo Noi" di TV2000.
Lunedì siamo stati a Milano con la Commissione Parlamentare Antimafia e abbiamo affrontato anche il tema delle case popolari. Personalmente, però, ho qualche preoccupazione quando vedo che il tema delle occupazioni abusive viene affrontato quasi sempre come se fosse semplicemente un problema di ordine pubblico, con i richiami alle forze dell’ordine e all’esercito. Molte occupazioni abusive a Milano non sono state risolte subito anche perché i funzionari dell’Aler, che dovevano firmare le ordinanze, non arrivavano sul posto mentre, invece, le forze dell’ordine erano lì. Ognuno dovrebbe fare la propria parte. Il punto, però, non è trasformare il tema delle occupazioni abusive in un problema di ordine pubblico perché, invece, è un problema serio.

A Milano c’è una lista di attesa per avere un alloggio popolare di 23mila famiglie e, quindi, c’è un problema di emergenza abitativa. L’emergenza abitativa non può essere risolta solo con le case popolari: bisogna ricostruire una strategia pubblica e cominciare a dire che in questo Paese l’aspirazione oggi non può essere per tutti quella della casa di proprietà. Bisogna lavorare sull’affitto e l’ultima legge sull’emergenza abitativa dice questo: si cerca di favorire l’affitto, si consente di comprare l’invenduto con agevolazioni fiscali a chi lo metterà in affitto e poi, ovviamente, vanno sistemate le migliaia di appartamenti pubblici vuoti che ci sono e per questo con la nuova legge sono stati stanziati 500 milioni (e speriamo che il Ministro Lupi possa fare presto i decreti attuativi perché queste risorse arrivino).
C’è sicuramente il problema di evitare che avvengano le occupazioni abusive ma c’è anche un altro problema: dobbiamo sapere che dentro le case popolari il racket è spesso gestito da organizzazioni e famiglie che gestiscono le occupazioni, ma questi spesso sono assegnatari degli alloggi in cui risiedono e allora c’è il problema di come affrontiamo questa situazione. Le famiglie che gestiscono il racket, spesso, sono fanno intimidazioni, cercano di condizionare il loro quartiere e rendono la vita invivibile per le altre persone.
Video dell'intevento»

Tutti siamo per la legalità ma sappiamo che nei 4000 occupanti di Milano ci sono anche persone che si trovano in un reale stato di necessità e di bisogno. Tra l’altro ci sono anche situazioni che ormai si sono consolidate da tempo e che non vanno confuse con altre situazioni, in cui ci sono criminali o persone che vengono mandate a occupare le case da organizzazioni (ci sono organizzazioni che vengono pagate da chi vuole entrare in una casa per occupare). La famosa signora Gabetti di Milano ritirava le chiavi di chi andava via o di chi moriva e poi riassegnava lei gli appartamenti pubblici, guadagnandoci. Quella signora faceva un racket, controllava il territorio e oggi è ancora lì perché è un’assegnataria. Quindi, dobbiamo trovare un modo per dire che quei soggetti che creano problemi alle persone perbene devono essere mandati via. Altre occupazioni vanno impedite ma non possiamo fare di tutta l’erba un fascio. Con gli sgomberi generalizzati, si rischia di dare la sensazione alla persona che ha bisogno e che magari è lì da anni che il suo problema si incontra con quello del delinquente e poi finisce che si saldi un’alleanza sbagliata tra chi ha necessità e i criminali che si creano consenso occupando. Per i casi di bisogno, ad esempio il Comune di Milano sta pensando di costruire una sorta di casa-albergo per cui persone con bambini o con particolari esigenze possano trovare una soluzione transitoria, sapendo che serve comunque costruire un’offerta abitativa diversa e che è difficile costruirla. L'Aler di Milano ha 80 milioni di debito, oltre ad aver lasciato migliaia di appartamenti vuoti.
Video dell'intevento»

Intervento svolto alla trasmissione "Pane al Pane" di Radio Lombardia
Il protocollo sulla legalità che è stato firmato in Prefettura è utile e si sarebbe fatto comunque perché già da tempo le istituzioni stavano lavorando in questo senso, molto prima di ciò che è stato pubblicato sul Corriere della Sera. Da tempo, infatti, la Commissione Parlamentare Antimafia aveva chiesto alla Prefettura di approfondire il tema del racket delle occupazioni abusive e lunedì è stata a Milano proprio per questo.
Innanzitutto, occorre sapere che c’è un’emergenza abitativa vera che non può essere cancellata – per questo non si può parlare solo di sgomberi - e c’è un problema di patrimonio immobiliare pubblico che non è sufficiente ma che è vuoto e va messo subito a disposizione ma per fare questo occorrono soldi. La recente legge sull’emergenza abitativa ha stanziato delle risorse e ora servono i decreti attuativi per fare in modo che queste vengano realmente utilizzate.
Oggi non è più possibile attendere: bisogna da subito fare le manutenzioni necessarie nelle case vuote che consentano di assegnarle immediatamente.
Poi ci sono altri interventi che devono essere fatti, come il creare l’agenzia per la casa, creare altre opportunità per chi perde la casa… anche queste cose sono state finanziate e bisogna, però, farle e farle presto.
In secondo luogo occorre combattere l’abusivismo ma non solo perché significa togliere un diritto a chi ce l’ha ma anche perché contribuisce in maniera drammatica ad alimentare il degrado nei quartieri e la sensazione di abbandono e di insicurezza nelle persone. Per questo credo che difendere l’abusivismo sia irresponsabile da parte di chi dice di agire in nome di chissà quale diritto, ma bisogna sapere che non tutto è uguale. Dobbiamo dire con chiarezza – e ha fatto bene il Prefetto a ricordarlo – che non stiamo intervenendo per sgomberare tutti. Intanto, bisogna attrezzarsi per impedire che ci siano nuove occupazioni, poi occorre fare un programma di sgomberi delle persone e delle famiglie che comportano problemi nei quartieri.
Oggi sono stato al Comitato Inquilini di San Siro e, purtroppo, per la prima volta in tanti anni che li frequento abbiamo fatto la riunione con la polizia fuori dalla porta. Ieri lì c’è stata la manifestazione in cui si sono saldati centri sociali e famiglie che gestiscono i racket. Ovviamente, l’obiettivo della manifestazione erano le istituzioni, la giunta, ma anche il Comitato che è fatto da persone perbene che da tempo resistono e denunciano, rischiando in prima persona.
Questo problema si risolve con le soluzioni che sono state messe in campo ma si risolve se si evitano tutti i gesti che creano tensione e alimentano le strumentalità. Questo non è un campo di gioco dove ognuno può sfogare il proprio protagonismo estremizzando le cose perché poi le persone perbene ne pagano le conseguenze e sono le prime a capire che questa cosa non serve, non è utile e, anzi, radicalizza uno scontro e rischia di saldare i delinquenti con le persone che davvero si trovano in uno stato di necessità. Bisogna stare attenti, l’emergenza abitativa è una materia molto delicata in cui qualche forza politica ha fatto troppa propaganda e credo che bisogna anche stare attenti a fare campagne informative semplificando questioni che, invece, sono molto complesse.

Infondate le notizie sull'atteniuazione del reato di occupazione abusiva: Non c'è nessuna volontà, né nessun atto che giustifichi la notizia secondo la quale, con i decreti attuativi della legge sull'emergenza abitativa, si starebbe derubricando a illecito amministrativo il reato penale di occupazione abusiva.
Non risulta nessuna volontà del Ministero delle Infrastrutture di avvallare una scelta di questo genere, che sarebbe contraria al principio del rigore che ha ispirato le norme introdotte nella legge per prevenire efficacemente le occupazioni abusive. Ricordo alla Lega e a Fratelli d'Italia che, mentre noi venivamo contestati nelle piazze per aver sostenuto una legge che impedisce di riconoscere la residenza e consentire gli allacciamenti agli inquilini abusivi, loro votavano contro.

Per seguire l'attività del senatore Franco Mirabelli: sito web - pagina facebook

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