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Presidi sociosanitari dell’Adda Martesana

Written by Sara Valmaggi.

Sara ValmaggiUn accordo su ridisegno e rilancio dei presidi sociosanitari dell’area Adda Martesana. Questo l’esito dell’incontro con l’assessore alla Sanità Mantovani,, più volte sollecitato da sindaci e consiglieri regionali del Pd, a cui ho partecipato ieri insieme ai sindaci di Cernusco sul Naviglio, Eugenio Comincini, di Melzo, Antonio Bruschi, di Vaprio D’Adda, Andrea Beretta, al presidente dell’assemblea dei sindaci, Umberto Gravina, agli altri componenti del Consiglio della rappresentanza, ai rappresentanti dell’Asl Milano 2 e dell’Azienda ospedaliera di Melegnano e ai consiglieri del Pd Carlo Borghetti e Fabio Pizzul. Al centro dell’incontro la scelta della Giunta di accorpare il punto nascita di Cernusco sul Naviglio a quello di Melzo e di non finanziare ancora la realizzazione di un presidio ospedaliero territoriale (Pot) a Vaprio D’Adda.
L’incontro ha avuto un esito positivo.

I sindaci hanno saputo andare oltre la semplice difesa del proprio campanile e evidenziare il problema storico dell’area, quello di non aver dato a ogni presidio ospedaliero una propria vocazione specifica, il che ha comportato ad ogni cambiamento organizzativo il rischio di depauperamento delle singole strutture. Al che si aggiunge, inoltre, il fatto che il territorio ha vissuto molte vicissitudini nei continui cambi di direzione di Asl e aziende ospedaliere.
Sia i sindaci , sia i direttori di Asl e ospedali, nel prossimo mese, dovranno formulare una proposta comune, diretta a delineare il destino non solo delle strutture di Cernusco sul Naviglio, Melzo e Vaprio D’Adda ma anche di Gorgonzola, della riabilitazione di Cassano D’Adda e dei numerosi poliambulatori territoriali dell’ Adda Martesana , oltre che degli altri Comuni quali Paullo, Pieve Emanuele e San Donato Milanese.
Nell’incontro ci si è accordati nel considerare sospesa la delibera di giunta di accorpamento dei due punti nascita. Qualunque sarà la scelta relativa al punto nascita dell’area Adda Martesana, è necessario che il presidio che se ne farà carico sia sostenuto e potenziato in modo da poter contare su un adeguato numero di addetti e garantire i servizi, ad esempio l’anestesia epidurale. Se ci sarà un unico presidio pubblico dovrà essere messo nelle condizioni di praticare un numero ben maggiore di 500 parti l’anno, come richiesto dai protocolli di sicurezza ed è necessario dare un futuro chiaro e certo all’offerta sociosanitaria pubblica.

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