Intelligenza artificiale e sviluppo digitale

L’Europa vuole affrontare una strategia in materia di dati e di sviluppo dell'intelligenza artificiale (AI). Quali le novità? Lo chiediamo a Patrizia Toia, europarlamentare milanese.
La proprietà e l’uso dei dati costituiscono un giacimento che dovrà essere utilizzato a vantaggio dell’intera società. L'Europa intende essere leader digitale di fiducia e la Commissione si concentrerà su tre obiettivi chiave: una tecnologia che funziona per le persone, un'economia equa e competitiva, una società aperta, democratica e sostenibile. L'Europa può avvalersi di una lunga storia di tecnologia, ricerca, innovazione e ingegnosità e della sua forte protezione dei diritti e dei valori fondamentali.
Nuove politiche consentiranno all'Europa di implementare tecnologie digitali all'avanguardia e rafforzare le sue capacità di cybersicurezza. La prossima ondata di dati industriali trasformerà profondamente il modo in cui produciamo, consumiamo e viviamo.
E per l’intelligenza artificiale?
Vi sono i presupposti perché l’Europa diventi uno dei leader mondiale nei sistemi di intelligenza artificiale (IA), da utilizzare in modo sicuro. Già disponiamo di eccellenti centri di ricerca, sistemi digitali sicuri e una solida posizione nel campo della robotica, nonché settori manifatturieri e dei servizi competitivi, che spaziano dall'automotive all'energia, dalla sanità all'agricoltura. Continuano ad applicarsi norme UE rigorose per la protezione dei consumatori, per fronteggiare le pratiche commerciali sleali e per proteggere i dati personali. Per i casi ad alto rischio, come quelli relativi alla salute (si pensi al coronavirus di queste settimane), alla polizia o ai trasporti, i sistemi di intelligenza artificiale dovrebbero essere tracciabili e garantire il controllo umano. Occorre testare e certificare i dati utilizzati dagli algoritmi mentre controllano cosmetici, automobili o giocattoli. Il digitale sarà un fattore chiave per combattere i cambiamenti climatici e realizzare la transizione verde. Per le applicazioni di IA a basso rischio, la Commissione prevede un sistema di etichettatura volontario. Per quelli a rischio elevato sono necessari dati non distorti affinché i sistemi funzionino correttamente garantendo il rispetto dei diritti fondamentali. Mentre oggi l'uso del riconoscimento facciale per l'identificazione biometrica remota è generalmente vietato, la Commissione intende avviare un ampio dibattito su quali eventuali circostanze potrebbero giustificare delle eccezioni.
In tema di raccolta dati e di intelligenza artificiale, ci sono solo gli algoritmi o resta da affrontare anche una dimensione etica?
Enormi quantità di dati - in due anni il 90% di quelli generati nella storia dell’uomo! - e superpotenza di calcolo fanno funzionare gli algoritmi che con decisioni automatiche condizioneranno la vita delle persone, della società e anche della democrazia. Occorre avere regole etiche. L’UE già nel 2018 ha approvato delle linee guida “Orientamenti etici per un’Intelligenza Artificiale affidabile”. In questa dimensione etica e antropologica sta la ‘differenza europea’: diversamente dai modelli americani o asiatici, improntati alle priorità economiche o solo tecnologiche, vogliamo una Intelligenza Artificiale che rispetti i valori europei, che costituiscono il nostro valore aggiunto, la nostra chiave di successo nella competizione globale in questo settore.
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