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Il quartiere Isola

Written by La Repubblica.

Milano
Articolo di Repubblica.

Il nuovo ritmo a cui viaggerà Milano sarà quello dell'Isola. È lì, in un quartiere laboratorio che, tra (giovani) abitanti e multinazionali, movida e atelier di creativi, turisti e piccoli negozi, uffici tradizionali e coworking vive praticamente "senza interruzioni nell'intero arco della giornata, con pulsazioni veloci e costanti", che Palazzo Marino ha aperto il cantiere di una sperimentazione che dovrà portare a scrivere il prossimo Piano dei tempi e degli orari della città. Un test partito con un check up dettagliato che i sociologi della Bicocca hanno fatto per misurare i battiti del territorio.
E che, adesso, continuerà con un lavoro su due fronti: da una parte un patto con il mondo dei negozi e locali, dal Duc (il Distretto urbano del commercio) di zona al mercato di piazzale Lagosta pronto a rinascere in versione 2.0, per studiare progetti come il portiere di quartiere, lanciare servizi, ragionare di orari o capire, magari, se sarà necessario fare qualcosa per gestire il popolo della notte; dall'altra un'alleanza con la rete di realtà pubbliche e private e una piattaforma per provare a trasformare il welfare aziendale in welfare di quartiere.
Riparte da qui la sfida sugli orari della città. Che, spiega l'assessora al Commercio Cristina Tajani "non deve necessariamente vivere e lavorare 24 ore su ore". In realtà, non si tratta neppure di rallentare il ritmo di una corsa che somiglia a quella di molte altre metropoli. Con la sperimentazione dell'Isola il Comune punta a un obiettivo diverso: "Migliorare la qualità della vita delle persone con la possibilità di arrivare a una conciliazione tra dimensione lavorativa e privata". Quasi un gioco a incastro. È a questo, per dire, che dovrà servire il laboratorio: il primo passo è stato Milano Concilia, un progetto servito "a 'reclutare' 13 aziende di zona che applicano politiche di smart working anche in collaborazione con gli spazi di coworking", dice Tajani. Un modo, anche per evitare di perdere tempo, appunto, e contribuire ad aumentare il traffico in un pezzo di città già congestionato. Adesso il passo successivo: Palazzo Marino parteciperà a un bando di Regione Lombardia per finanziare una piattaforma in cui le società potranno condividere i servizi di welfare aziendale - dagli asili alle convenzioni - con tutto il quartiere e in particolare con il popolo della partite Iva e i lavoratori autonomi molto numerosi in questo pezzo di città.
Perché tutto è partito dall'identikit della zona Isola- Garibaldi, l'ex periferia popolare diventata "uno dei quartieri più attrattivi" della nuova Milano, con un tessuto commerciale - più di un centinaio di diverse attività - e sociale - 100 associazioni di promozione sociale, 38 di solidarietà famigliare, 8 realtà culturali - forte. Lo studio del team della Bicocca (Luca Daconto, Monica Ferrario, Silvia Mugnano) guidato dalla sociologa Francesca Zajczyk, che pro bono collabora con il Comune per questo ambito, è partito dalla carta di identità dell'abitante tipo. In prevalenza "giovani- adulti, single e coppie con figli", laureati (i nuovi residenti lo sono per il 40 per cento contro una media cittadina del 28) e con "uno status socio- economico medio- alto". Prendendo in considerazione la struttura della popolazione per classi di età, l'Isola-Garibaldi ha una incidenza maggiore di residenti tra i 25 e i 44 anni (nella sola Isola, i 25-34enni sono il 14,2 per cento, la fascia tra i 35 e i 44 è la più numerosa, il 17,5 per cento). Anche la percentuale di bambini tra gli zero e i cinque anni è "leggermente superiore a quella media milanese". E se all'Isola c'è una "sovra-rappresentazione" delle coppie conviventi con almeno un figlio minorenne", a Garibaldi- Repubblica sono di più le mamme sole. Anche se una delle caratteristiche sociali di Milano non si smentisce: tra piazzale Lagosta e dintorni quasi un abitante su due (il 45,16 per cento) è single. Ecco perché il rebus della conciliazione qui è diventato fondamentale, con il tentativo di provare a sperimentare nuovi modi - e orari - per sincronizzare le agende quotidiane con quelle della famiglia o degli amici. Un quartiere sempre più abitato, insomma. Sempre più visitato ( tra alberghi e Airbnb sono stati censiti 3.768 posti letto), con la necessità di lavorare su un "turismo lento" e percorsi a piedi. E sempre più frequentato anche da chi, in zona, arriva per lavorare. Funzioni urbane "di alto rango", le definiscono, dai servizi finanziari alle imprese, dai centri direzionali ai settori tecnologici e della comunicazione, per cui in futuro la ricetta potrebbe essere a base di "patti della mobilità" da siglare per spalmare l'inizio e la fine delle attività e promuovere l'uso del trasporto pubblico. Una vitalità a cui contribuiscono i tanti ristoranti e locali, con due zone in particolare, quella tra piazza Minniti e via Borsieri all'Isola e corso Como-Porta Nuova-viale Pasubio a Garibaldi, che attraggono il popolo della notte. Ed è proprio in queste ore che, annotano i ricercatori, si creano anche i conflitti maggiori tra chi vuole viverla ininterrottamente, la nuova Milano, e chi vuole riposare. Un problema che finirà sul tavolo di lavoro del Duc, dove, spiega Tajani, "si ragionerà per capire innanzitutto se ci siano azioni da fare o se ulteriori regole potrebbero essere addirittura controproducenti".
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