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La lezione dell'Emilia Romagna e le prospettive per la ricostruzione del centrosinistra

Written by Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli
Intervento all'incontro "Ripartiamo! Battere questa destra si può! La lezione dell'Emilia Romagna e le prospettive per la ricostruzione del centrosinistra".

Sono successe molte cose in questi mesi.
Abbiamo superato lo scoglio della Legge di Bilancio e l’abbiamo fatto bene, facendo cose utili per il Paese e mettendo in campo provvedimenti importanti.
Innanzitutto abbiamo impedito l’aumento dell’IVA; in secondo luogo abbiamo tagliato le tasse per 16 milioni di lavoratori dipendenti - quindi, più di quelli che avevano beneficiato degli 80 euro, e da luglio si troveranno tra i 100 e gli 80 euro in più in busta paga ogni mese e questo è un risultato importante.
Abbiamo stanziato molti soldi per costruire politiche ambientali e che indichino uno sviluppo sostenibile, che sono temi decisivi anche per raccogliere le istanze che vengono dai nuovi movimenti e dai giovani.
Abbiamo fatto uno sforzo per trovare i soldi per non aumentare l’IVA senza tagliare le spese sociali e, anzi, in materia di Sanità abbiamo abolito il super-ticket e abbiamo stanziato due miliardi di euro in più soprattutto per coprire i costi per il personale che oggi è carente in molte strutture.
Non sono state tagliate risorse ai Comuni.
Abbiamo, quindi, fatto una buona finanziaria; non è vero che è di ordinaria amministrazione.
Non è neanche una finanziaria in cui il PD ha dovuto in qualche modo agire in continuità con il Governo precedente oppure subire l’agenda politica dei Cinque Stelle, come viene raccontato.
I fatti lo dimostrano.
Con il Governo precedente si parlava del taglio delle tasse per tutti mentre noi abbiamo scelto di tagliare le tasse ai lavoratori dipendenti e chi ha più bisogno.
Il Governo precedente ha fatto 9 condoni fiscali mentre noi facciamo la lotta all’evasione fiscale proponendo una serie di norme per la tracciabilità del denaro.
Il Governo precedente non si è occupato dei temi ambientali mentre noi li mettiamo al centro della nostra azione.
Questi sono tutti temi del PD.
È il PD che ha detto che ambiente e lavoro avrebbero dovuto essere le questioni centrali attorno a cui ricostruire un’idea di Paese.
L’idea per cui noi staremmo subendo l’agenda di M5S, dunque, non è fondata sui fatti.
Noi abbiamo fatto una Legge di Bilancio che assume i nostri temi e le nostre priorità.
Adesso, però, è evidente che serve un salto di qualità.
Se vogliamo che questo Governo vada avanti fino al 2023, c’è bisogno di mettere in campo un’agenda che possa trasformare davvero il Paese e deve essere un Governo che faccia delle cose.
Questo Governo è nato per impedire alla destra di andare al potere e sfasciare la Costituzione e il Paese.
Ogni volta che ascoltiamo Salvini possiamo avere una percezione chiara di come sarebbe diventato il nostro Paese se al Governo ci fosse lui, con i “pieni poteri”.
Oggi, però, il Governo ha bisogno di fare delle cose per poter andare avanti e di proseguire sulla strada che abbiamo cominciato lentamente a avviare con la Legge di Bilancio.
Per questo c’è in corso una discussione con le altre forze di maggioranza e il PD ha fatto un seminario a Rieti per stabilire le priorità su cui occorre costruire le riforme che diano al Paese un futuro.
Uno dei temi su cui agire riguarda il lavoro, il continuare a tagliare le tasse ai lavoratori dipendenti, il fare una riforma dell’IRPEF che cambi la tassazione e la renda più proporzionale e facendo in modo che chi ha di più possa contribuire maggiormente a riequilibrare le differenze.
Un altro tema posto è quello della parità salariale tra uomini e donne.
Altri temi sono quelli della scuola e dell’università che sono fondamentali per un Paese che vuole guardare al futuro con la possibilità di competere con il resto del mondo. La competizione, infatti, non sarà sul costo del lavoro, non si farà pagando meno i lavoratori ma si farà con l’innovazione, avendo la capacità di mettere in campo strategie e tecnologie e di fare scelte che cambino l’economia e la rendano sostenibile e nello stesso tempo crei nuovi posti di lavoro.
Poi c’è il tema della sostenibilità, su cui abbiamo anche già ottenuto un risultato importante che è passato sotto silenzio: la struttura che definisce tutti gli investimenti pubblici e paga le infrastrutture (CIPE Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica), oggi per volontà di questo Governo, nel Decreto Clima è diventato CIPES, cioè abbiamo aggiunto il termine “sostenibilità” mettendo, quindi, la questione dello sviluppo sostenibile al centro di tutte le politiche del Governo.
Abbiamo anche stanziato risorse per il piano casa, al fine di dare risposte ad una domanda abitativa che da anni c’è e su cui non si riesce a costruire una politica che vada oltre l’emergenza.
Bisogna, quindi, costruire un’agenda di Governo insieme alle altre forze che stanno nella maggioranza con il PD e farlo per dare una garanzia ai cittadini che c’è una prospettiva.
Oggi siamo impegnati su questo fronte.

È evidente che facciamo questo passaggio in un momento in cui la componente più numerosa della maggioranza (M5S) sta vivendo un travaglio molto significativo sul suo futuro e su come interpretare una fase che è cambiata rispetto al Movimento antisistema dell’inizio, che era semplicemente di protesta.
Oggi il Movimento Cinque Stelle è al Governo e deve fare delle scelte.
Per noi, rispetto all’azione di Governo, il tema è che cosa facciamo con M5S, sapendo che ci sono diverse questioni aperte, dalla giustizia alle concessioni autostradali.
M5S deva fare delle scelte anche rispetto alle alleanze.
Noi dobbiamo essere rispettosi di fronte alla loro discussione ma dobbiamo anche sollecitare al dialogo per favorire un’alleanza che vada oltre il Governo e si possa riprodurre anche nelle fasi elettorali comunali e regionali che abbiamo davanti, perché se vogliamo costruire insieme un campo alternativo al centrodestra bisogna anche farlo vivere sui territori.
Su questo in M5S c’è una discussione aperta.

Abbiamo vinto le elezioni regionali in Emilia Romagna e credo che abbiamo ottenuto un buon risultato.
L’appuntamento elettorale era stato presentato come fondamentale per il futuro del Paese e del Governo.
Al di là dei commenti che cercano di tirare i risultati, ci sono alcuni dati oggettivi: il PD ha ottenuto il 34% dei voti e sono molti di più di quelli presi alle elezioni europee, sebbene allora non avesse ancora subito due scissioni.
Il PD, quindi, ha ottenuto un ottimo risultato ed è stato la colonna attorno a cui in Emilia Romagna si è costruito un campo largo, guidato da Bonaccini.
Il PD è stato il perno fondamentale e questo è un dato oggettivo.
Ha vinto anche la coalizione di centrosinistra, non solo Bonaccini, seppure ha avuto un voto disgiunto a suo favore significativo.
Questo a testimonianza che ci sono due fattori che pagano: il buon governo e la capacità di valorizzarlo e poi la capacità di costruire un campo largo. Questo resta anche l’obiettivo che abbiamo di fronte da qui in avanti.
La vittoria in Emilia Romagna è avvenuta lì e abbiamo vinto anche perché la campagna elettorale è stata centrata sul territorio e non abbiamo accettato l’idea di un referendum sul Governo nazionale.
La situazione nel Paese è ancora molto difficile. Il centrodestra è ancora molto forte e lo è anche Salvini.
Un dato che, però, nelle elezioni dell’Emilia Romagna può indicare una svolta è la sconfitta di Salvini. Salvini ha voluto trasformare il voto dell’Emilia Romagna in un referendum sul Governo e su se stesso e quella è stata la prima sconfitta di quello che passava come un “capitano invincibile”.
Questa sconfitta, rispetto alla narrazione di un “capitano che rappresenta tutto il popolo italiano contro i palazzi”, qualche problema lo crea a Salvini e non ha reagito bene, come si vede dalla polemica che ha innescato sul coronavirus, su cui anche i suoi fanno fatica a seguirlo. Salvini, infatti, sta cercando di mettere sul banco degli imputati un Governo che non solo ha attivato tutto ciò che si doveva attivare nei tempi giusti ma ha già ottenuto dei risultati perché le due persone infettate sono state trovate subito e la profilassi era stata attivata immediatamente, quindi, si è messo in moto il meccanismo a tutela dei cittadini.
Salvini non è nuovo a queste uscite, aveva fatto la stessa cosa mesi fa, dicendo che dai barconi sarebbero sbarcati terroristi e attentatori.
Salvini ha bisogno della paura, ha bisogno di spaventare le persone e di cavalcare le paure.
Se noi siamo bravi a mettere in campo un’agenda concreta, a rasserenare il clima e uscire da questo clima di campagna elettorale permanente, fare le cose e valorizzarle, credo che ci siano spazi per invertire la tendenza.
Questo è il quadro.

Dentro a questo quadro il PD si deve muovere.
A Rieti abbiamo costruito la nostra agenda.
L’idea di costruire un campo largo che abbia al centro il PD è contemplata quando Zingaretti parla di un nuovo bipolarismo.
Il travaglio di M5S è anche questo: fanno fatica a uscire dall’idea del Movimento contro tutto e contro tutti e assumere l’idea che nel Paese c’è ormai un bipolarismo con un centrodestra e un fronte che si contrappone. Quel fronte lo vuole costruire il PD e questo è il tema della nostra discussione.
Il congresso è stato evocato perché in questi pochi mesi è cambiato molto: siamo al Governo e nessuno avrebbe mai pensato a questo, c’è stata un’implosione del M5S, sono emersi fattori positivi dalla società che un partito come il nostro deve considerare, dobbiamo aprirci e provare ad aggregare movimenti come le Sardine e i Fridays For Future, entrambi legati anche ai giovani.
Nel voto dell’Emilia Romagna il dato del voto giovanile ci deve confortare.
Noi dobbiamo saper costruire un partito accogliente, che si apre alle spinte che vengono dalle giovani generazioni, sui temi dell’ambiente e dell’etica politica.
Le Sardine non dicono cose stravolgenti ma dicono che a loro Salvini non piace perché non risolve i problemi, ha toni violenti, trasforma la politica in un campo di battaglia mentre dovrebbe essere uno strumento di soluzione dei problemi dei cittadini.
Di fronte a questi temi dobbiamo fare una discussione, dobbiamo farla presto e sarà una discussione che ci porterà a cambiare delle cose e cambiare il modo di essere del partito ma abbiamo anche già cambiato lo Statuto e avviato un percorso di apertura del PD che dovrà tradursi in scelte concrete.
Venerdì ci sarà una Direzione e penso che, dopo prossime elezioni regionali, che sono tante e importanti, si debba costruire un grande appuntamento di apertura in cui diamo la possibilità a tutti quelli che vogliono avere voce dentro la costruzione di un campo largo contro il centrodestra e per un Paese che abbia al centro i temi di scuola, lavoro, diritti, sviluppo sostenibile, di parlare e prendere voce e trovare nel PD non solo un proprio rappresentante ma la propria casa.
Sta a noi lavorare per capire quanto quel campo sarà largo e quanto consenso avremo ma dopo l’Emilia Romagna possiamo essere tutti un po’ più ottimisti.

Per seguire l'attività del senatore Franco Mirabelli: sito web - pagina facebook

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