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Le regionali non cambieranno il destino del Governo

Written by Dario Franceschini.

Dario Franceschini"Il dato dell'Emilia Romagna è molto importante politicamente, soprattutto per i cittadini dell'Emilia Romagna che vogliono essere governati da una coalizione riformista. Ma non è che il risultato in Emilia Romagna cambierà il destino di questa maggioranza e di questo governo. Si sta enfatizzando rispetto a una questione nazionale una questione che è legata all'Emilia Romagna e alla Calabria". Lo ha detto Dario Franceschini, ministro della Cultura e capodelegazione del Pd al Governo, intervistato da Giovanni Floris a “Di Martedì” (video dell'intervista).
"Non è vero che si rimanda tutto. - ha affermato Franceschni - Mi fa molto ridere questo copione" nel quale si descrive una maggioranza e un Governo che "rimanda tutto".
Bisogna considerare - ha precisato il Ministro - che il "Governo è nato in fretta ad agosto per un'emergenza vera, per evitare le elezioni e il rischio di Salvini ed era chiaro che era difficile e due giorni dopo la sua nascita ha dovuto fare la legge di Bilancio, con clausole di salvaguardia per 23 miliardi per evitare l'aumento dell'Iva e si è concentrata lì tutta l'attenzione" e il risultato è stato "una legge di Bilancio positiva, poi comincia l'attività di governo ordinaria. Un conto è un governo che nasce da un'intesa elettorale, un conto è un governo che nasce con queste condizioni e con questa distanza. Abbiamo fatto un'operazione quasi impossibile con la manovra e adesso inizia un anno... ma che poi diventi notizia se" la verifica "si fa a inizio gennaio o dopo... peraltro il rinvio dipende anche dal Pd: il 13 e il 14 gennaio andiamo a discutere di contenuti per metterli all'interno di un'agenda di governo che vale per i prossimi tre anni".
"Abbiamo vissuto gli anni di Berlusconi, che noi abbiamo criticato con durezza, ma non c'era il razzismo, non c'era questa istigazione alla violenza quotidiana", ha spiegato Franceschini, rispondendo alla domanda perché era necessario evitare il ritorno al voto dopo la crisi del governo Conte I per non far vincere Matteo Salvini. Con Salvini al governo "l'Italia sembrava Gotham City, un clima di cattiveria con episodi di omofobia, di violenza. C'era un clima negativo che è già profondamente cambiato".
"Siamo stati anche in 11 partiti in passato, figuriamoci 4... è un passatempo". Ha scherzato così Franceschini, in merito al numero di forze politiche che sostengono il governo. Detto questo, per il capo delegazione del Pd "è un limite" il fatto che ognuno sembra volere una cosa diversa, "che non riguarda il Pd che ha un atteggiamento diverso ma è un limite perché in una coalizione tu non devi badare al tuo risultato individuale. Ci sono posizioni diverse, a maggior ragione per i percorsi che abbiamo o perché Iv nasce da scissione dal Pd quindi è naturale che ci siano tensioni, ma poi fai una sintesi". Mentre non va bene che "ognuno pianti la sua bandierina e il Pd si è sottratto a questo. Questa mania esagerata della visibilità non sta giovando molto" mentre il "Pd sta avendo un atteggiamento di responsabilità".
"Noi abbiamo subito due scissioni dolorose, non si può mettere sullo stesso piano chi ha deciso di restare nel Pd e chi invece ha deciso di andarsene. Il senso di responsabilità nei confronti del Paese ci ha messo in condizione che abbiamo assorbito una scissione appena è nato il governo pur di farlo nascere, è un atto di responsabilità del Pd", ha aggiunto il capo delegazione dem.
"Il bipolarismo prescinde dalla legge elettorale", ha detto Franceschini, "In questo momento serve una legge elettorale che non costringa a coalizioni forzate serve un sistema proporzionale con uno sbarramento alto, minimo del 5 per cento che consente di semplificare un quadro frammentato, con sigle e partitini. E poi dopo si formano governi di coalizione in Parlamento". Ma chi candiderà Conte premier? "In questo sistema non ci sarà più un candidato di una coalizione com'è stato Berlusconi-Prodi, o Rutelli-Berlusconi. Ogni partito avrà il suo leader e poi dopo in Parlamento il governo lo fa chi ha le condizioni di formare una maggioranza in Parlamento. Conte è uno che ha imparato molto in fretta, non è facile passare da fare l'avvocato a fare il presidente del Consiglio senza un'esperienza politica intermedia. Ha acquisito sicurezza, è una persona ragionevole. - ha proseguito Franceschini parlando del premier - Ha detto lui di avere una formazione da cattolico democratico. Registro che sta facendo le cose con molta pazienza in una coalizione non semplice, anche se immagino a lui sembri molto più facile di quella precedente che doveva essere un inferno dantesco".

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