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A che punto è Human Technopole

Written by Wired.

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Articolo pubblicato da Wired.

L’obiettivo è di consegnare i primi laboratori tra un anno. E di completare il progetto nel 2024. Entra nel vivo il cantiere di Human Technopole (Ht), ilcentro di ricerca sulle scienze della vita che sorgerà nell’ex area dell’Esposizione universale di Milano. La fondazione Human Technopole, che ha in gestione il campus, e Arexpo, la società proprietaria dei terreni, hanno pubblicato il bando per progettare l’ultimo tassello del mosaico di laboratori e uffici del polo tecnologico.
Dal lancio del progetto di Ht all’indomani della chiusura di Expo alla fine di ottobre del 2015, a opera dell’allora presidente del Consiglio, Matteo Renzi, l’idea di insediare nell’area alla periferia nord-ovest di Milano un centro di ricerca sulle scienze delle vita prende forma.
Entro la fine del 2019 il nucleo di Human Technopole, che oggi occupa il quarto piano di Palazzo Italia (l’ex padiglione nazionale), si allargherà al resto dell’edificio. E nel 2020 diventeranno operativi il data center e gli altri laboratori, negli edifici ristrutturati lungo il Cardo (il viale breve dell’Expo) e davanti all’Albero della vita, in quelli che un tempo erano i ristoranti e gli spazi delle regioni italiane.
Di fronte al campus del tecnopolo i padiglioni dell’Expo ancora in piedi (tra cui quello dell’Unione europea, quello del Mediterraneo e delle isole) saranno smontati entro l’anno per fare spazio al nuovo campus dell’università Statale. “A breve uscirà il bando”, spiega Marco Carabelli, direttore generale di Arexpo. Mentre l’ospedale Galeazzi, aggiunge, “prosegue con i suoi lavori: ha terminato le fondazioni e la piastra, è in anticipo rispetto al cronoprogramma, che indicava la fine del 2021”.
Sulle scrivanie della società dei terreni sono anche arrivate le candidaturedi “117 soggetti, tra imprese, università e startup, interessate a insediarsi”, precisa Carabelli: “Le proposte sono in corso di valutazione”. Le aziende che operano in settori ritenuti più in linea con la strategia di Arexpo, dal farmaceutico alle tecnologie agroalimentari, avranno la priorità.
Ma siccome i cantieri non si apriranno prima di tre anni, “tra settembre e la prossima estate troveremo soluzioni insediative temporanee”, osserva il manager, per iniziare a colonizzare l’area. Case provvisorie, negli edifici ancora in piedi, in cui iniziare ad aggregare intorno al tecnopolo le aziende che vogliono trasferire al confine con Rho e Pero i propri uffici. Nel tempo si sono fatte avanti Bayer, Abb, Novartis, Bracco, Banca Sella e Intesa Sanpaolo.
Il centro studi si concentrerà sulla “biologia umana”, spiega il direttore della fondazione, Iain Mattaj, “per avere una medicina preventiva”. Sei i campi di ricerca: genomica di base e clinica, con un focus sull’oncologia; diagnostica avanzata; biologia computazionale, per sviluppare terapie innovative; biologia strutturale per lo studio delle macromolecole e del loro funzionamento; neuroscienze e data science.
Per questo il tecnopolo si dovrà dotare di sette centri di ricerca e quattro strutture, con laboratori di radiologia, imaging e microscopi di alta precisione, un supercomputer e un data center a supporto (il primo di nove moduli è già in posizione).
Lato cantieri, entro il 2020 sarà quasi tutto a disposizione, salvo il nuovo edificio, un palazzo di 35mila metri quadri complessivi, che ospiterà mille addetti e 800 postazioni di ricerca. Costo: 94,5 milioni di euro, di cui 6 milioni per la progettazione. L’idea vincente sarà sancita il prossimo 17 dicembre. “Avremo laboratori di biologia cellurale, di chimica e fisica”, spiega Maria Grazia Magro, responsabile affari scientifici e strategici di Ht. Il sito sarà dotato di collegamenti alle reti universitarie. E si sta scrivendo la gara per costruire un computer ad alte prestazioni.
Lato personale, dopo l’arrivo di Mattaj a gennaio, “ora è in corso la composizione delle persone che devono seguire i lavori e la leadership scientifica di Ht”, annuncia Marco Simoni, presidente della fondazione. I primi 5-6 nomi saranno annunciati a luglio, dopo una selezione internazionale. E arriverà anche il numero uno del Centro per l’analisi, le decisioni e la società, che sfrutta l’analisi dei big data per fornire scenari sociali, politici ed economici.
A regime, nel 2024, il polo darà lavoro a 1.500 persone, di cui 1.350 ricercatori circa, su un’area di 300mila metri quadri. A finanziare le attività concorrono i trasferimenti dallo Stato, stabiliti nella legge di bilancio 2017: tra i 112 milioni e i 136 milioni tra il 2018 e il 2022 e 140,3 milioni dal 2023.
Mattaj ha avviato anche un ciclo di incontri con direttori di ospedali, rettori delle università, dirigenti di centri di ricerca e del ministero della Salute. “Vogliamo lavorare in modo sinergico”, spiega. I contatti serviranno anche per ottenere i dati su cui impostare le ricerche, attingendo a banche e archivi di informazioni sanitarie. Il direttore non si sbilancia sulle fonti da cui attingere: “Lo discuteremo di volta in volta in base agli interessi dei nostri ricercatori”.
In standby, invece, la collaborazione con il progetto Watson della Ibm, accreditata come uno dei partner di Ht agli albori del progetto.
La trasformazione dell’ex area di Expo è stata affidata a Lendlease, colosso australiano del mattone, che si è aggiudicata la gara per progettare e gestire per 99 anni il nuovo quartiere, con un’offerta da 115 milioni di euro. Un piano da 2 miliardi di euro, che ora deve ottenere il semaforo verde del Comune di Milano.
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