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Il Congresso di Legacoop

Written by La Stampa.

Legacoop
Articolo della Stampa.

«Il mondo è cambiato. Sono cambiati i rapporti tra le persone e soprattutto sono diversi gli strumenti attraverso cui si realizzano. Sono diverse le modalità di aggregazione e spesso anche le motivazioni» sostiene il presidente di Legacoop Mauro Lusetti aprendo i lavori del 40° congresso della più grande centrale cooperativa del Paese in corso al Teatro 10 di Cinecittà. «A fronte di questi mutamenti – prosegue Lusetti - dobbiamo trovare la forza per ripensare noi stessi, attraverso la rivisitazione delle forme di governance cooperativa, evolvendo il principio dell’autogestione e della partecipazione alla vita dell’impresa, dei soci e di tutti i lavoratori. Dobbiamo continuare ad essere scuola di democrazia e ascensore sociale per dare slancio alla voglia di fare e creare delle persone».
E poi aggiunge: «Abbiamo di fronte una sfida di portata storica: porsi come il miglior modello orizzontale del fare impresa per sviluppare reticolarità, condivisione, collaborazione, creatività».
Il 40° Congresso nazionale, che al termine di tre giorni di lavori riconfermerà Lusetti alla guida di Legacoop, come spiega lo stesso presidente «si colloca in un momento di mutamenti epocali, a conclusione di un decennio nel quale la peggiore crisi in termini assoluti del capitalismo e l’avvio di una ripresa, ancorché incerta, si sono innestati su trasformazioni economiche e sociali strutturali e profonde. Il faticoso recupero del nostro Paese ha rallentato pericolosamente. Alcune imprese hanno saputo agganciare una nuova stagione di crescita puntando con coraggio sull’innovazione, altre purtroppo non hanno saputo reagire allo spiazzamento determinato dall’affermarsi di nuovi modelli di organizzazione produttiva».
Tant’è che rispetto al congresso di fine 2014 anche il numero complessivo delle cooperative aderenti alla Lega, che raccolgono oltre 7,8 milioni di soci ed operano nei più svariati settori, dall’agroalimentare all’industria e manifattura, dai servizi di logistica, facility management, ristorazione al settore sociale, dalla grande distribuzione alla cultura, dall’abitazione al turismo, è passato da 11.887 a 10.785 unità (1.102 in meno, saldo tra 2.524 uscite e 1.422 entrate) pari al 13% del totale del comparto. Il valore della loro produzione nell’ultimo anno è però salito del 7,2% a quota 63 miliardi (il 46% dell’intero comparto), mentre gli occupati sono aumentati del 4,5% a 383.446.
Ora il rischio recessione preoccupa Lusetti, ma lo preoccupa ancor di più il pericolo che instabilità delle finanze pubbliche e squilibri vengano pagati dagli strati sociali più deboli, «un rischio grave, perché in questi anni sul piano sociale le disuguaglianze hanno continuato a crescere». «Noi – sostiene il presidente di Legacoop - non apparteniamo alla fazione di quelli per cui va tutto bene, né a quella dei catastrofisti. Noi stiamo con chi ci vuole provare. A ripartire, a costruire un mercato e una società migliori di quelli che abbiamo trovato». Per questo, «per togliere i freni di cui tutti paghiamo il prezzo», le cooperative chiedono al Governo «interventi per ricreare fiducia e incentivare i consumi possibilmente ecosostenibili, politiche fiscali per le imprese che investono, tagli al cuneo fiscale che potenzino la capacità di spesa dei lavoratori», apprezzano «le linee di politica economica proposte dal Def» perché propongono «provvedimenti utili e importanti», ma di certo «non possono però essere finanziati con l’aumento dell’Iva o con altro debito». Secondo Lusetti «per sbloccare il freno l’esigenza principale è adottare politiche che favoriscano il rilancio degli investimenti pubblici e privati. In questo senso, il primo volano di crescita da riattivare subito è quello della realizzazione delle opere infrastrutturali». Quindi «basta con gli indugi e i blocchi!». Le infrastrutture, la Tav ma non solo, sono indispensabili alla crescita del Paese! Attenti però a «far fare al Paese un passo indietro sul fronte dei diritti dei lavoratori e dei mercati puliti. Non sono accettabili decreti che per sbloccare i cantieri aumentino la percentuale del subappalto e riaprano la porta al massimo ribasso».
Molte le sfide che il presidente di Legacoop indica per i prossimi mesi, dalla trasformazione digitale dell’economia alla sostenibilità, all’economia della condivisione, dalla questione migranti sino al progetto di arrivare alla concreta unificazione «politica ed organizzativa» dell’Alleanza delle cooperative a cui Legacoop aderisce.
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