Un PD che vola
Raccogliamo alcuni dei commenti al risultato elettorale delle europee pronunciati dagli esponenti PD la notte delle elezioni.
Una delle prime voci arrivate è stata quella del Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini che, via twitter, ha commentato: "Grazie Matteo. Ora c'è la forza per cambiare davvero l'Italia. E adesso tutti capiranno perché tre mesi fa doveva nascere il governo Renzi".
"Un successo straordinario del Pd e un netto ridimensionamento del M5S". Questo, invece, il parere del sindaco di Torino Piero Fassino, che aggiunge: "ancora più clamoroso il risultato di Torino dove il Pd raggiunge percentuali superiori alla media nazionale distanziando il Movimento Cinque Stelle di oltre venti punti". "Gli elettori - conclude - hanno punito chi ha puntato sulla demagogia e sulla rissa".
Mentre il deputato Ettore Rosato, in un editorale afferma: "Quello emerso dalle urne ieri sera è un risultato davvero straordinario per il Partito Democratico e per Matteo Renzi, grazie alla sua determinazione al suo entusiasmo e al suo coraggio. Ma lo è anche per l'Italia tutta. In un clima decisamente negativo, l'Italia rimane baluardo della speranza e dell'europeismo, con una vittoria schiacciante per chi in questi mesi ha saputo dimostrare com'è possibile cambiare le cose. E' un voto che dà maggiore forza al nostro Paese in Europa e che dà maggiore forza ai partiti riformisti che intendono portare avanti il piano di riforme istituzionali ed economiche del nostro Paese, a costo di dover andare contro le tante lobby che hanno tutto l'interesse di tenere le cose ferme come stanno. I cittadini si sono rivelati ancora una volta migliori di chi spesso li rappresenta, dando un segnale di stabilità e continuità. Una nota positiva è stato anche il bel risultato di Piazza Affari e il calo dello spread. L'Italia torna così ad essere un paese credibile e cruciale nello scenario dell'Europa che verrà a costituirsi, ed il Partito Democratico diventa la principale componente del gruppo socialista e democratico al Parlamento europeo. Purtroppo oltre i nostri confini non è avvenuto lo stesso: hanno prevalso la rabbia e la frustrazione. In Francia preoccupa l'avanzata dell'estrema destra, come pure la vittoria degli euroscettici in Gran Bretagna deve farci riflettere. E' il risultato dell'impostazione fallimentare che il Partito Popolare Europeo ha dato all'Unione in questi cinque anni. Nei prossimi cinque sarà compito dei progressisti di tutti i paesi cercare di riavvicinare l'Europa ai cittadini cercando di risolvere i grandi problemi quotidiani, e abbandonando le politiche di austerità che hanno prodotto povertà e hanno lacerato il tessuto sociale. E' una sfida che in grande parte pesa su di noi, perché dal voto esce una destra europea ancora più forte nei numeri".
"Questo voto ci dice che bisogna andare avanti ancora con più determinazione, in profondità e, finalmente, spero, anche con entusiasmo. Fare politica resta il miglior servizio civico. Dopo anni di dileggio alziamo la testa e, senza montarcela, ma con una recuperata dignità, operiamo per il bene comune". Così il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta ha commentato il successo del Pd alle europee. "Nelle scorse settimane si era avvertito, tra la gente comune, nei bar, come nei mercati, che la fiducia lentamente tornava; anche se la paura della crisi era ed è ancora forte", ha affermato in un'intervista pubblicata da Ares, l'Associazione per il riformismo e la solidarietà di cui è presidente. "Si capiva che il messaggio lanciato da Renzi in prima persona e dal governo, sostenuto da tutto il Pd, veniva compreso. Poi, negli ultimi giorni, la esplosione mediatica di Grillo e su Grillo aveva creato una illusione ottica sbagliata, che non aveva mai messo in discussione il il nostro sorpasso, ma non ha permesso di cogliere appieno la portata straordinaria di quanto si stava preparando".
“Il Partito democratico ha avuto un’affermazione grandissima cui corrisponde il dovere, più che il diritto, di fare tutte le riforme necessarie. Chi, nella maggioranza di governo o all’interno del Pd, non coglie questo punto come un imperativo non è in sintonia con questo voto né con lo stato d’animo del Paese”. Lo scrive Marina Sereni, vice presidente della Camera nella sua newsletter settimanale nella quale richiama anche l’importanza della proposta e della scelta delle persone nell’orientamento degli elettori, “il voto mobile - scrive - sarà la regola e non più l’eccezione” e la responsabilità del Pd e di Renzi “di fare ogni sforzo per cambiare le politiche europee”.
“Renzi - continua - ha voluto mettere in evidenza, con generosità e intelligenza, il merito di una squadra, di un nuovo gruppo dirigente che è impegnato al Governo, in Parlamento, nel partito. Condivido molto e proprio per questo voglio sottolineare l’importanza di risistemare rapidamente gli organismi dirigenti nazionali, a cominciare dalla Segreteria, consolidando il ruolo dei vicesegretari Guerini e Serracchiani e coinvolgendo tutte quelle esperienze che vogliono davvero mettersi al lavoro per rafforzare il Pd”.
“All’organizzazione sul territorio - conclude - serve invece un’attenzione rinnovata, una “manutenzione straordinaria” che faccia i conti con piccoli e grandi problemi, figli spesso di divisioni locali non rimarginate e non gestite di cui si vede qualche traccia anche nelle elezioni amministrative di domenica scorsa”.
Mentre, rispondendo all'ANSA, David Sassoli, capogruppo PD al Parlamento Europeo nella scorsa legislatura ha affermato: "Un Pd che vola che si prepara ad una sfida europea molto importante con una nuova legislatura alla guida di un gruppo progressista di un Europa che abbiamo contribuito a formare". "In questo momento - ha aggiunto - le nostre aspirazioni possono essere la chiave di svolta perche' per cambiare le politiche del rigore e del bilancio dobbiamo avere un'Europa accanto ai nostri Paesi e ai cittadini che si concentri sul lavoro, sull'occupazione, sulla disoccupazione in quanto le politiche della Germania in questi anni non ci hanno aiutato a uscire dalla crisi". Sassoli ha quindi ricordato il grande lavoro di squadra svolto dal Pd: "Siamo tutti molto compatti con Renzi. In campo e' scesa una vera squadra che vuole il bene dell'Italia e dell'Europa".
“Renzi - continua - ha voluto mettere in evidenza, con generosità e intelligenza, il merito di una squadra, di un nuovo gruppo dirigente che è impegnato al Governo, in Parlamento, nel partito. Condivido molto e proprio per questo voglio sottolineare l’importanza di risistemare rapidamente gli organismi dirigenti nazionali, a cominciare dalla Segreteria, consolidando il ruolo dei vicesegretari Guerini e Serracchiani e coinvolgendo tutte quelle esperienze che vogliono davvero mettersi al lavoro per rafforzare il Pd”.
“All’organizzazione sul territorio - conclude - serve invece un’attenzione rinnovata, una “manutenzione straordinaria” che faccia i conti con piccoli e grandi problemi, figli spesso di divisioni locali non rimarginate e non gestite di cui si vede qualche traccia anche nelle elezioni amministrative di domenica scorsa”.
Mentre, rispondendo all'ANSA, David Sassoli, capogruppo PD al Parlamento Europeo nella scorsa legislatura ha affermato: "Un Pd che vola che si prepara ad una sfida europea molto importante con una nuova legislatura alla guida di un gruppo progressista di un Europa che abbiamo contribuito a formare". "In questo momento - ha aggiunto - le nostre aspirazioni possono essere la chiave di svolta perche' per cambiare le politiche del rigore e del bilancio dobbiamo avere un'Europa accanto ai nostri Paesi e ai cittadini che si concentri sul lavoro, sull'occupazione, sulla disoccupazione in quanto le politiche della Germania in questi anni non ci hanno aiutato a uscire dalla crisi". Sassoli ha quindi ricordato il grande lavoro di squadra svolto dal Pd: "Siamo tutti molto compatti con Renzi. In campo e' scesa una vera squadra che vuole il bene dell'Italia e dell'Europa".