Beni confiscati e risorse
Video del Sen. Franco Mirabelli e di Guglielmo Muntoni, presidente della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Roma, durante le audizioni della Commissione Antimafia.
Grazie al Magistrato per le informazioni che ci ha dato.
Faccio tre domande veloci.
Il tema del Fondo e, soprattutto, il tema dell’utilizzo della liquidità che oggi alimenta il FUG, credo che sia centrale in tutta la revisione della legislazione sulle confische. Ho capito la proposta del Fondo di rotazione che ha fatto ma vorrei capire se, al di là delle aziende, pensa che un fondo di quel tipo o comunque che uno strumento alimentato con i soldi sequestrati alla mafia non sia utile anche per estinguere le ipoteche su molti beni immobili che restano inutilizzati sul territorio nazionale proprio perché su di loro pesano ipoteche che non consentono l’utilizzo.
Faccio riferimento anche a casi specifici che abbiamo già verificato e discusso in Commissione Antimafia.
L’Agenzia dei Beni Confiscati dice che ci sono beni anche significativi, ormai già confiscati, su cui pesano ipoteche che evidentemente l’Agenzia riconosce ma dice che lo Stato dà loro solo la possibilità di vendere dei beni non ipotecati per avere le risorse per estinguere le ipoteche sul resto. Questa cosa non viene fatta perché i beni ipotecati sono la maggioranza e andrebbero ad estinguere tutta la disponibilità di beni non ipotecati e, quindi, in molte realtà quei beni restano inutilizzati.
Dalle cose che diceva prima, raccontando gli obiettivi che vi date con la creazione del censimento informatico dei beni sequestrati, vorrei capire se lei pensa che ci debba essere un utilizzo dei beni sequestrati già al momento del sequestro.
Ha fatto riferimento al sequestro dei ristoranti a Roma e vorrei capire, a proposito del procedimento che porta alla gestione delle aziende durante il sequestro, in questo caso specifico che scelta si è fatta? Oggi c’è un custode giudiziario che amministra questi beni e vorrei sapere se, comunque nel funzionamento di questi beni, continuano ad avere un ruolo persone indagate e le vecchie proprietà?
Faccio tre domande veloci.
Il tema del Fondo e, soprattutto, il tema dell’utilizzo della liquidità che oggi alimenta il FUG, credo che sia centrale in tutta la revisione della legislazione sulle confische. Ho capito la proposta del Fondo di rotazione che ha fatto ma vorrei capire se, al di là delle aziende, pensa che un fondo di quel tipo o comunque che uno strumento alimentato con i soldi sequestrati alla mafia non sia utile anche per estinguere le ipoteche su molti beni immobili che restano inutilizzati sul territorio nazionale proprio perché su di loro pesano ipoteche che non consentono l’utilizzo.
Faccio riferimento anche a casi specifici che abbiamo già verificato e discusso in Commissione Antimafia.
L’Agenzia dei Beni Confiscati dice che ci sono beni anche significativi, ormai già confiscati, su cui pesano ipoteche che evidentemente l’Agenzia riconosce ma dice che lo Stato dà loro solo la possibilità di vendere dei beni non ipotecati per avere le risorse per estinguere le ipoteche sul resto. Questa cosa non viene fatta perché i beni ipotecati sono la maggioranza e andrebbero ad estinguere tutta la disponibilità di beni non ipotecati e, quindi, in molte realtà quei beni restano inutilizzati.
Dalle cose che diceva prima, raccontando gli obiettivi che vi date con la creazione del censimento informatico dei beni sequestrati, vorrei capire se lei pensa che ci debba essere un utilizzo dei beni sequestrati già al momento del sequestro.
Ha fatto riferimento al sequestro dei ristoranti a Roma e vorrei capire, a proposito del procedimento che porta alla gestione delle aziende durante il sequestro, in questo caso specifico che scelta si è fatta? Oggi c’è un custode giudiziario che amministra questi beni e vorrei sapere se, comunque nel funzionamento di questi beni, continuano ad avere un ruolo persone indagate e le vecchie proprietà?
Video dell'intervento del sen. Franco Mirabelli in Commissione Antimafia durante le audizioni del presidente della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Napoli, Eugenia Del Balzo e del presidente della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Bari, Francesca La Malfa.
Intanto ringrazio per le cose che ci avete raccontato e per le cose che fate e che ci confermano che c’è un problema della revisione della normativa su alcuni punti. Dopodiché non c’è solo un problema legato al fatto che probabilmente bisogna riformare l’Agenzia dei beni confiscati ma c’è anche un problema soggettivo di come è stata gestita l’Agenzia in questi anni e, su questo, credo che dovremmo produrre un atto della Commissione che riassuma le cose che abbiamo sentito e le valutazioni che abbiamo fatto sul modo in cui è stata gestita l’Agenzia dei beni confiscati e su come non sono state sfruttate le possibilità che l’Agenzia aveva. Oggi stiamo decidendo di modificare le norme per dare maggiori possibilità all’Agenzia e ai tribunali, ma ce n’erano già molte prima e non sono state sfruttate.
Pongo due questioni.
La prima è che non penso che si possa continuare a fare un ragionamento sclerotizzato sul FUG. Siccome dobbiamo modificare la norma, dovremmo pensare di porre all’ordine del giorno il tema di un fondo dedicato ad intervenire specificatamente sui beni sequestrati.
Il FUG resta con la funzione che ha, perché altrimenti costruiamo un infinito litigio da cui non usciamo più su come vengono usati i soldi del FUG. Ci hanno spiegato che il FUG serve a fare altro e, quindi, va bene che faccia altro, però, una parte di quei soldi devono essere destinati a un fondo che serve per i beni sequestrati.
La seconda questione è che sono rimasto molto colpito perché c’è una distanza tra le cose che abbiamo ascoltato dall’Agenzia dei beni confiscati e le cose che abbiamo ascoltato da voi oggi e dal magistrato di Roma su due punti nei giorni scorsi. Innanzitutto, ci state dicendo che, già durante il sequestro, è possibile destinare gli immobili alla funzione sociale. Io credo che questo sia un punto importante da sapere perché fino ad oggi l’Agenzia ci ha spiegato che i beni stanno fermi lì fino alla confisca e che non possono essere destinati ad organi dello Stato o ad altro perché mancano i soldi. Secondariamente, se ho capito bene dall’ultimo intervento, la questione delle ipoteche viene totalmente ridimensionata, nel senso che il magistrato di Roma ci ha detto che il codice prevede che si sequestrano i beni all’origine e, quindi, le ipoteche non ci sono; mentre sul territorio nazionale abbiamo tanti beni bloccati perché l’Agenzia dice che non ci sono i soldi per pagare le ipoteche e, di conseguenza, questi beni non possono essere messi a disposizione della collettività.
Queste sono due cose non di poco conto da mettere in campo, perché assumere questo principio significherebbe già mettere a disposizione tantissimi beni dei Comuni e di altro.
Pongo due questioni.
La prima è che non penso che si possa continuare a fare un ragionamento sclerotizzato sul FUG. Siccome dobbiamo modificare la norma, dovremmo pensare di porre all’ordine del giorno il tema di un fondo dedicato ad intervenire specificatamente sui beni sequestrati.
Il FUG resta con la funzione che ha, perché altrimenti costruiamo un infinito litigio da cui non usciamo più su come vengono usati i soldi del FUG. Ci hanno spiegato che il FUG serve a fare altro e, quindi, va bene che faccia altro, però, una parte di quei soldi devono essere destinati a un fondo che serve per i beni sequestrati.
La seconda questione è che sono rimasto molto colpito perché c’è una distanza tra le cose che abbiamo ascoltato dall’Agenzia dei beni confiscati e le cose che abbiamo ascoltato da voi oggi e dal magistrato di Roma su due punti nei giorni scorsi. Innanzitutto, ci state dicendo che, già durante il sequestro, è possibile destinare gli immobili alla funzione sociale. Io credo che questo sia un punto importante da sapere perché fino ad oggi l’Agenzia ci ha spiegato che i beni stanno fermi lì fino alla confisca e che non possono essere destinati ad organi dello Stato o ad altro perché mancano i soldi. Secondariamente, se ho capito bene dall’ultimo intervento, la questione delle ipoteche viene totalmente ridimensionata, nel senso che il magistrato di Roma ci ha detto che il codice prevede che si sequestrano i beni all’origine e, quindi, le ipoteche non ci sono; mentre sul territorio nazionale abbiamo tanti beni bloccati perché l’Agenzia dice che non ci sono i soldi per pagare le ipoteche e, di conseguenza, questi beni non possono essere messi a disposizione della collettività.
Queste sono due cose non di poco conto da mettere in campo, perché assumere questo principio significherebbe già mettere a disposizione tantissimi beni dei Comuni e di altro.