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Battaglia senza remore per difendere il futuro del Paese e la democrazia

Written by Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli Intervento alla Festa dell'Unità a Milano (video).

Se la gente avesse votato guardando ai risultati dell’azione di Governo e alla capacità di mettere in campo risposte concrete, avremmo avuto un risultato elettorale molto diverso da quello che invece abbiamo avuto.
È evidente che purtroppo le cose sono andate diversamente.
Questo Governo sfrutta una rottura della credibilità che ha avuto la politica in Italia e anche la capacità che c’è stata - con il supporto dei media e a livello internazionale - di affermare che noi della sinistra siamo stati coloro che hanno accompagnato e non governato la globalizzazione in questi anni, anche dopo il 2008 quando si era prodotta la crisi.
Siamo apparsi, quindi, come l’élite che ha difeso i processi esistenti mentre coloro che sono al Governo oggi erano diventati i rappresentanti del popolo.
Questa è la china che ci ha portato fino a qui e che non è facile smontare.
Dobbiamo smontarla facendo l’opposizione e mettendo in campo delle proposte.
Dobbiamo, infatti, cominciare a dire cosa vogliamo fare e scegliere poche questioni prioritarie riguardanti la vita delle persone. Su questo dobbiamo costruire delle soluzioni, non a tavolino o mettendoci a guardare le compatibilità economiche, ma facendo delle proposte chiare che arrivino ai cittadini. Le compatibilità si valuteranno dopo: oggi dobbiamo dare l’idea che ci occupiamo davvero dei problemi concreti delle persone.
Sono molto preoccupato anche della sottovalutazione di ciò che sta succedendo da parte di intellettuali, giornalisti e tutti coloro che il 4 dicembre avevano spiegato che la nostra riforma costituzionale avrebbe messo a repentaglio la democrazia.
Su questo terreno non ci sono proposte che possiamo mettere in campo ma dobbiamo denunciare ciò che accade perché dobbiamo difendere il futuro del nostro Paese.
Salvini, infatti, in questi mesi di Governo, è riuscito a sdoganare cose che erano impensabili prima: ciò che viene detto sulla illegittimità delle famiglie omosessuali, sull’inutilità della legge Mancino perché i fascisti non si contrastano con le leggi ma discutendoci e convincendoli; ciò che si sta sdoganando a livello di umanità nei confronti degli immigrati.
La vicenda della Diciotti, in questo senso, è stata gravissima anche per il fatto che si è mandato il messaggio che quelle persone potevano anche soffrire e essere usate come pedine dentro a un gioco politico più grande.
Salvini ha poi sdoganato il fatto che un capotreno che ha cacciato una persona di etnia rom solo per quel motivo - e non perché stava creando problemi - abbia fatto bene e non solo non andasse punito ma addirittura andava premiato.
Da un sondaggio risulta che oggi il gradimento registrato da Salvini è pari al 33% e quei cittadini considerano possibili e accettabili queste cose.
Sono, quindi, diventate accettabili cose che prima non lo erano.
Di questo ci dobbiamo preoccupare.
E ci dobbiamo preoccupare del silenzio di tanti su queste cose.
In questi giorni si è fatto un ulteriore salto. Di fronte alle inchieste che hanno coinvolto il Ministro degli Interni, in particolare quella sui fondi pubblici distratti dalla Lega e aperta molto prima che Salvini diventasse Ministro, oggi si sentono molti distinguo assurdi. Al momento la Lega è stata riconosciuta colpevole, poi vedremo l’esito dei ricorsi, e c’è una sentenza che chiede il sequestro dei 49 milioni. Non c’è da fare nessun’altra discussione.
Così come sulla vicenda della nave Diciotti sono state violate moltissime norme internazionali. La magistratura doveva stare zitta? È ovvio che non poteva.
Ma di fronte a questo, il Ministro degli Interni, che è garante della legalità, ha detto che le denunce e le inchieste aperte sul suo conto per lui sono delle medaglie.
Adesso che viene data ragione alla Procura di Genova, i 49 milioni devono essere sequestrati e in più si aggiunge la Procura di Palermo che rinvia a giudizio Salvini per le vicende della nave Diciotti, la risposta del Ministro degli Interni, che deve essere garante della legalità, è che non gliene frega niente perché in un conflitto tra i poteri dello Stato, lui è quello che ha preso i voti dai cittadini.
A parte il fatto che ha ottenuto il 17% dei consensi e non corrisponde certo a 60 milioni di cittadini italiani, resta chiara, però, la gravità di tutta la faccenda.
È chiaro, infatti, che non è normale che un Ministro metta in discussione l’equilibrio tra i poteri dello Stato. Non è neanche normale che un Ministro che lo scorso 4 dicembre si era proposto come difensore dei valori della Costituzione italiana, votando no al Referendum Costituzionale, oggi dica che i pesi e i contrappesi tra i poteri dello Stato non contano niente perché adesso, avendo preso i voti, comanda lui.
Non è normale: è gravissimo ed eversivo.
Ma soprattutto, questo corrisponde al disegno politico della Lega ed è anche il punto di incontro con M5S. I loro modelli sono Putin, Orban e Erdogan.
Non è importante definirli fascisti ma è evidente che l’idea che hanno in mente è quella di costruire una democrazia in cui chi vince fa ciò che vuole, le minoranze devono stare ai margini e, soprattutto, gli organi terzi (il Presidente della Repubblica, i giornalisti, la Magistratura) vengono attaccati perché o non ci devono essere o non devono contare più niente.
Questo è ciò che succede già oggi in Russia, Ungheria, Turchia e Polonia e vogliono che succeda anche in Italia.
Tutto questo è molto diverso dalla democrazia che abbiamo conosciuto fino ad oggi.
Sono colpito dal fatto che tutto questo lo stiamo denunciando solo noi.
Forse noi dovremmo dirlo con maggiore forza.
Salvini, sempre con la maglietta e le felpe, non in giacca e cravatta, non viene preso facilmente sul serio dalle élite ma stando ai sondaggi avrebbe un gradimento del 33% e sta spiegando anche sui social network che chi prende i voti può fare ciò che vuole e che i fondamenti della nostra democrazia e della nostra Costituzione (che si basano su un equilibrio tra poteri fatto di pesi e contrappesi) devono diventare carta straccia in nome di una presunta volontà del popolo che si è arrogato il compito di rappresentare.
Tutto questo, mentre facciamo l’opposizione e mentre costruiamo i contenuti per un’alternativa, dobbiamo averlo presente e fare una battaglia senza nessuna remora.

Per seguire l'attività del senatore Franco Mirabelli: sito web - pagina facebook

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