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Con lo sguardo in avanti

Written by Chiara Braga.

Chiara Braga Quando tra qualche decennio si tornerà a guardare a quanto avvenuto nei primi tre mesi della XVIII Legislatura probabilmente si avrà più chiara di oggi la consapevolezza di essere stati sull’orlo di una crisi istituzionale senza precedenti e dalle conseguenze imponderabili. Ma anche di aver vissuto una vicenda inimmaginabile, per la spregiudicatezza dei leader politici che ne sono stati protagonisti e per la totale inaffidabilità delle loro posizioni.
Solo una settimana fa Luigi Di Maio e tutto il Movimento 5 Stelle urlavano in piazza e su tutti i media accuse gravissime nei confronti del Presidente della Repubblica, arrivando a chiederne, in maniera confusa, ma non per questa meno grave, la messa in stato di accusa.
Matteo Salvini, con i soliti toni da campagna elettorale, peraltro mai dismessi dal 4 marzo, chiedeva a gran voce “elezioni subito” (salvo poi ripensarci) e dava mandato ai suoi “bravi” di dar sfogo alle peggiori provocazioni, come ordinare la rimozione dagli uffici pubblici della foto del Presidente della Repubblica (il riferimento ai “bravi” di manzoniana memoria non è casuale, visto che tra i protagonisti di questa vergognosa iniziativa vi sono, purtroppo, anche importanti rappresentanti istituzionali del Lago di Como).
Solo due giorni fa gli stessi Luigi Di Maio e Matteo Salvini hanno giurato fedeltà alla Costituzione, nelle mani del Presidente della Repubblica, in qualità di Vice Presidenti del Consiglio del Governo Conte; Ministro dello Sviluppo Economico, del Lavoro e delle Politiche Sociali il primo e Ministro dell’Interno il secondo. Quel che è accaduto nel mezzo è noto; oggi siamo alla vigilia della presentazione delle dichiarazioni programmatiche alle Camere da parte del Governo e dalla conseguente richiesta del voto di fiducia per avviare l’attività del nuovo esecutivo.
Tre “telegrammi”: due considerazioni su quel che è stato e una su quel che ci aspetta.
• Il Presidente della Repubblica ha svolto con grande autorevolezza il ruolo di garante delle istituzioni democratiche e della Costituzione; in un contesto inedito e difficilissimo ha saputo ricondurre dentro le regole democratiche tutte le forze politiche. Una prova esemplare di servizio alla Repubblica, riconosciuta dalla stragrande maggioranza degli italiani e testimoniata dalle tante attestazioni di stima e di sostegno che gli sono state attribuite in questi giorni. Il valore del suo operato non si limita alla gestione di questa particolare fase, ma resterà un riferimento fondamentale anche per il futuro. Credo che tutti noi dovremmo essergli grati per aver accompagnato, con fermezza e pazienza, l’evoluzione della situazione istituzionale ed aver trasmesso ai cittadini italiani, e non solo, fiducia e rassicurazione, mentre intorno tutto sembrava destinato a degenerare.
• Le reazioni rabbiose e violente fomentate da chi, di fronte al proprio fallimento, ha cercato di contrapporre la “volontà del popolo” alle “manovre di palazzo”, incolpando i mercati, la Germania, l’Europa o addirittura il presidente della Repubblica, non sono un campanello d’allarme ma una vera e propria sirena che ha suonato con tutta la sua forza. Non da meno il fatto che, come se niente fosse, dopo aver evocato l’impeachment si sia tornati a parlare di responsabilità e a rivestire i panni dei novelli statisti della “Terza Repubblica”. La “leggerezza” con cui le forze che oggi sono al governo del Paese hanno pensato di poter agitare a proprio piacimento le pulsioni più aggressive delle persone, indicando di volta in volta nemici contro cui scagliarsi, è uno degli aspetti più preoccupanti di quel che è accaduto in queste settimane e che più mi preoccupa per il prossimo futuro. Perché dimostra quanto sia pericolosa la saldatura tra due populismi, di destra, in competizione tra loro e pronti a tutto per massimizzare il proprio consenso, anche a danno delle istituzioni che vorrebbero guidare. E perché rivela ancora una volta quanto la mancanza nei cittadini della conoscenza di alcune regole base di funzionamento della vita democratica incida nella formazione di un pensiero qualunquista e spesso contro “a prescindere”, che trova nei socialuno spazio di espressione potente e pericoloso (i post e i commenti gravissimi sui social network di questi giorni contro il Presidente Mattarella sono lì a dimostrarlo).
• Il Governo Conte nasce come il “governo del cambiamento”, almeno stando alle trionfali dichiarazioni dei suoi sostenitori. In realtà è guidato da una personalità non politica e non legittimata dal voto popolare; molti ministeri chiave sono affidati a “tecnici”, quasi a confermare la carenza nelle forze politiche contraenti di competenze e profili di affidabilità tali da poter ricoprire incarichi di maggior peso e rilevanza, soprattutto in proiezione estera; altri ministeri tradiscono scelte di mera “occupazione” di caselle potere (non si spiegherebbe altrimenti Toninelli alle Infrastrutture) e altre di semplice prosecuzione della perenne campagna elettorale, basata sulle paure e sulle contrapposizioni piuttosto che sulla gestione dei problemi reali del Paese. In questi primissimi giorni Salvini all’Interno ci ha già fatto capire quanto sarà amaro avere la destra al governo e Fontana al Ministero della Famiglia ci ha già fatti vergognare della cultura reazionaria che questo governo esprimerà sul terreno dei diritti e della convivenza civile. Valuteremo e giudicheremo nel merito l’azione del nuovo esecutivo; in linea generale penso che sia sbagliato e controproducente impostare la nostra linea di opposizione utilizzando gli stessi strumenti e toni che in questi anni sono stati utilizzati contro i nostri Governi. Non sarà una passeggiata e l’opposizione non si potrà fare solo nelle aule parlamentari; la sua qualità e soprattutto la sua efficacia dipenderanno molto da quanto sapremo costruire alleanze positive con le forze vive e democratiche della società. Anche questo, temo, non sarà una cosa facile. Servirà capacità di ascolto e di dialogo, fatica nel superare diffidenze e chiusure reciproche e volontà, da parte di tutti, di rivolgere lo sguardo avanti anziché tenerlo puntato sullo specchietto retrovisore. Sono orgogliosa di aver lavorato in Parlamento e di aver sostenuto con convinzione in questi cinque anni l’operato dei nostri Governi Letta, Renzi e Gentiloni; resto convinta che abbiamo lasciato ai nostri successori un Paese migliore di quello che abbiamo trovato e che, paradossalmente, l’effetto positivo delle nostre riforme sarà capitalizzato proprio da chi le ha contrastate in passato con più durezza. Ma non credo che continuare a evocare quanto siamo stati bravi e chiuderci nel fortino della nostra infallibilità ci possa aiutare a diventare più simpatici, a capire cosa si è rotto nel nostro rapporto con le persone più deboli e in difficoltà, che da sempre ci siamo proposti di rappresentare, e soprattutto a ricostruire fiducia e partecipazione, ingredienti fondamentali per ritrovare la strada e ripartire. Il Partito Democratico ha davanti un cammino impegnativo e alcune scelte decisive da compiere; affrontiamole nel segno della responsabilità e dell’unità, consapevoli dei nostri limiti ma anche della nostra forza, data dai tanti nostri militanti e iscritti che continuano a dimostrare generosità e passione, nonostante tutto.
Sabato abbiamo festeggiato il 2 Giugno, la Festa della Repubblica. A fianco delle celebrazioni ufficiali, a Como nella mia città, il giorno prima ci siamo ritrovati in tanti a Milano a Roma, per esprimere il nostro sostegno al Presidente Mattarella e l’adesione ai valori espressi nella nostra Costituzione, che quest’anno compie 70 anni, e all’Europa che è la nostra casa comune. E venerdì sera ho partecipato alla lettura della Costituzione a Cucciago, in Corte Castello, aderendo ad una bellissima iniziativa promossa dall’Amministrazione comunale, dalle Acli e da altre associazioni del territorio. È stato emozionante ritrovarsi a fianco di persone di età e provenienza diversa, condividere un momento di testimonianza democratica da cui trarre forza ed ispirazione per l’impegno civile che deve animare ciascuno di noi, ogni giorno.
W la Repubblica, W l’Italia, W l’Europa!

Per seguire l'attività di Chiara Braga: sito web - pagina facebook

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