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I morti a Gaza

Written by Emanuele Fiano.

Emanuele FianoFanno male questi morti, nel giorno in cui si festeggiavano i 70 anni della nascita di Israele. Tra i morti di ieri ci sono tanti che innocenti lo sono per definizione, come i bambini o i neonati, o comunque i civili. Nessuna spiegazione razionale può lenire la realtà di una morte innocente. La razionalità può solo cercare di spiegare il meccanismo che ha portato a quelle morti.
Hamas è un’organizzazione terroristica, lo stabiliscono tutte le istituzioni internazionali. I morti innocenti rimangono però morti innocenti. Chi spera come me nella pace deve indignarsi come lo sono io per i morti innocenti, sempre, non solo per questi.
Hamas ha programmato per le settimane che quest’anno precedevano il 70° della fondazione di Israele o della Naqba, La Tragedia, com’è proclamata dai palestinesi, di organizzare masse di cittadini di Gaza, lungo il confine, con lo scopo di sfondare il medesimo.
In parte erano civili e in parte uomini armati, in parte manifestavano con la sola presenza, in parte tentavano lo sfondamento del confine. In un Medio Oriente dove il baricentro è spostato a nord verso Siria e Iran, una mossa di tattica comunicativa efficace per rispostare il baricentro. Una mossa consapevole del rischio di vite umane innocenti che avrebbe comportato.
Le contraddizioni in Medio Oriente convivono e producono tragedie; a Gaza si può vivere una vita decente? no, certo che no. Oggi quella condizione è responsabilità degli israeliani ? Non direi, gli israeliani hanno abbandonato l’area da anni sia come insediamenti militari che civili. Essa è comunque una condizione difficilissima. Ma d’altra parte, il governo di Israele, sta facendo tutto quanto possibile, perché venga ripresa la strada del dialogo di pace? no, io non lo credo. Le politiche dei governi di Israele a favore di nuovi insediamenti in Cisgiordania sono giuste? Per me certamente no, esse contrastano la pace come esito di uno scambio territoriale.
La dirigenza palestinese di Ramallah, Abu Mazen invece, sta lavorando in quella direzione? Non direi. Cosa ha voluto dimostrare con il discorso antisemita sulle responsabilità degli ebrei in ordine allo Shoah di qualche giorno fa? Forse la necessità di rafforzare la propria leadership in vista degli avvenimenti di questi giorni?
Il conflitto mediorientale ha ancora il suo centro irrisolto nel conflitto territoriale israelo/palestinese?
Io non lo credo più, da molti anni. Non ha conflitti territoriali da risolvere con Israele, l’Iran di oggi, che afferma la volontà di annientamento di Israele, che arma la Siria contro Israele, che arma Hezbollah e Hamas.
Le contraddizioni si sprecano, Putin riceve Netanyahu con tutti gli onori al Cremlino e intanto arma i suoi nemici, la Turchia di Erdogan che della libertà e della democrazia nel suo paese fa strame e che dei Curdi fa strage, impartisce lezioni di etica a Israele, richiama l’ambasciatore, si allea con Iran e Siria, mentre rimane interlocutore dell’occidente. L’Arabia Saudita, nemico giurato dell’Iran sciita nella competizione per la leadership islamica, pare più vicino a Israele di molti paesi occidentali, Gli Stati Uniti di Trump, consapevoli dell’egemonia russa nella zona, si giocano molto del ruolo nell’unilaterale spostamento dell’ambasciata a Gerusalemme.
Dunque ? La reazione del governo di Netanyahu è stata commisurata ? No, io non lo credo, bisognava riuscire a sventare la provocazione di Hamas, senza questo numero tragico di morti.
Potrà Israele, risolvere la sua quasi impossibile convivenza con il popolo palestinese, potrà acquisire una vera sicurezza, unicamente perseverando in una politica di forza, o di proseguimento degli insediamenti ? No per me no. Qualcuno in sede internazionale fermerà il progetto iraniano di annientamento di Israele, di armamanto di Hezbollah e Hamas e della Siria in funzione antisraeliana. Saprà la dirigenza palestinese separare se stessa da ogni rigurgito antisemita ? avrebbe permesso qualsiasi altro paese al mondo uno sconfinamento improvviso anche con uomini armati di 50.000 persone verso il suo interno?
Quante domande difficilissime. La tragedia è anche che ad una domanda sul Medio Oriente che vada in una certa direzione, quasi sempre un’altra di segno contrario ne sorge.
Nelle tragedie la mia idea non è mai cambiata. Si è solo molto, affievolita la speranza.
La pace si fa tra nemici, si fa con un compromesso. Ci sono due diritti da difendere, di Israele e dei palestinesi, non un diritto e un torto; in un quadro molto più complesso di un tempo dove aumentano di forza i nemici di Israele, io rimango fedele all’antica ricetta di due popoli per due stati e due democrazie. Una speranza flebile di cui conosco solo il desiderio.

Per seguire l'attività di Emanuele Fiano: sito web - pagina facebook

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