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Europa, l’occupazione cresce

Written by Il Sole 24 Ore.

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Articolo del Sole 24 Ore.

Il treno della ripresa ferma anche in Europa. Per l’esattezza, lo ha fatto in otto regioni su dieci.
Tante quelle che, secondo Eurostat, hanno visto crescere l’occupazione.
I dati, diffusi nei giorni scorsi, fanno riferimento al 2016, annualità che viene confrontata con la precedente.
Numeri che dicono di come nell’84% delle regioni europee si sia registrato un aumento del numero delle persone che lavorano. E che, a livello generale, l’occupazione in Europa sia cresciuta dell’1,2%.
In generale si è assistito ad un incremento dell’occupazione. L’aumento maggiore si è registrato in Precarpazia, regione della Polonia che ha visto una crescita del 7,9% della percentuale di cittadini che hanno un lavoro. Ed è polacca anche la seconda area per aumento degli occupati. Si tratta dellaregione di Opole, dove l’incremento è stato del 5,9%. Terza piazza per la città autonoma di Melilla, in Spagna, che ha fatto segnare un +4,8%.
All’estremo opposto, cioè tra le zone d’Europa in cui l’occupazione è calata, troviamo il Nord-Est della Romania e l’Oltenia sud-occidentale, sempre in territorio rumeno, che hanno registrato rispettivamente un calo del 3,8 e del 3%. Quindi di nuovo in Polonia, per la precisione nella regione del Wielkopolskie (Grande Polonia), dove l’occupazione si è ridotta del 2,5%. Se con il filtro ci si concentra su questo Paese, si nota come sia attraversato da forti contraddizioni. Nel senso che la zona occidentale, al confine con la Germania, e parte di quella meridionale hanno visto una riduzione del numero di occupati. Mentre a oriente, al confine con i Paesi Baltici in particolare, l’occupazione è aumentata.
Bene, e l’Italia? Anche in questo caso è possibile utilizzare il filtro per visualizzare al meglio la situazione relativa al nostro Paese. Anche in questo caso, così come in Polonia, l’andamento è altalenante. Da un lato il Molise, che ha visto crescere il numero di occupati del 4,38%.
All’estremo opposto l’Umbria, dove invece si è ridotto dell’1,52%. In generale, con la sola eccezione della Sardegna, tutto il Mezzogiorno d’Italia ha visto aumentare la quantità di persone che lavorano. Beninteso, e a scanso di polemiche: Eurostat non ha censito la qualità del lavoro, se cioè si tratti di contratti a tempo indeterminato o di lavori precari. Ma si è occupata della quantità. E quella, dicono i dati, è cresciuta in quasi tutta Europa. Italia compresa.
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