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Pd non si è mai battuto per le preferenze

Written by Piero Fassino.

Piero Fassino
Intervista a Piero Fassino di Ninni Andriolo - L'Unità.
«Siamo a un passaggio cruciale. Da anni si discute di riforme istituzionali e di nuova legge elettorale, bisogna dare esito a questo dibattito. Le condizioni ci sono e non vanno sprecate». Secondo il sindaco di Torino, Piero Fassino - da pochi mesi presidente dell`Anci - «Renzi ha avuto il merito e il coraggio di rompere gli indugi e di avanzare una proposta» che non riguarda solo il Porcellum. «Si pongono tre questioni intimamente legate - spiega Fassino - Il superamento del bicameralismo "perfetto", la revisione del sistema dei poteri regionali, una riforma elettorale in grado di garantire stabilità, governabilità e rappresentanza. Abbiamo davanti un`occasione irripetibile, ma l`obiettivo si può raggiungere soprattutto se il Pd è coeso e determinato».
Renzi avverte che senza riforma si va a votare e Brunetta sostiene che se si fa la legge si vota. Come la mettiamo?
«Sgombriamo il campo dalle dichiarazioni strumentali della destra. Berlusconi sostiene che questa è la sua legge ? Non è vero, infatti spinse Calderoli a fare ilPorcellum. Anche quella di Brunetta è una forzatura strumentale. Fa finta di dimenticare che una volta approvata la riforma bisognerà ridisegnare le circoscrizioni con un lavoro che richiede tempo. I partiti, poi, dovranno attrezzarsi. Se si va o no ad elezioni non dipende dalla legge elettorale e dai tempi della sua approvazione..»
Da cosa dipende, allora?
«Da fattori di quadro politico, di tenuta della maggioranza e del governo, dai dati economici, ecc. Quella di Renzi, invece, non è una forzatura. Ha detto: "attenzione perché se il tentativo che stiamo portando avanti non produce risultati non è che archiviamo la pratica dicendo che ci siamo sbagliati e tutto rimane come prima". Le riforme sul tappeto sono di tale valenza che se imbocchi questa strada, e ce la fai, stabilizzi tutto il sistema politico, se fallisci e devi tornare indietro beh il rinculo produrrebbe una destabilizzazione che non potrà essere ignorata».
Nel Pd si registra una forte spinta per ottenere modifiche in Parlamento...
«Penso che si pongono questioni diverse, alcune possono essere affrontate per trovare soluzioni ragionevoli...».
L`introduzione delle preferenze, ad esempio?
«Il Pd, voglio ricordarlo, non ha mai sostenuto sistemi elettorali che reintroducessero le preferenze. Il sistema delle preferenze fa si che la competizione sia tra candidati della stessa lista, mentre il sistema a collegi - sia con gli uninominali del Mattarellum, che con i plurinominali di Renzi - fa si che la competizione sia tra partiti e candidati di schieramenti diversi e alternativi. Proprio perché il sistema delle preferenze si era tradotto in una corsa spasmodica tra candidati della stessa lista si sono generati la lievitazione dei costi delle campagne elettorali e fenomeni di degenerazione clientelare che nessuno può avere interesse a reintrodurre».
I sondaggi confermano che la maggioranza dei cittadini auspica il ritorno alle preferenze...
«È noto che la proposta iniziale del Pd, e anche di Renzi, era quella del collegio uninominale. Il collegio plurinominale è frutto di una mediazione. Guardiamo al merito delle questioni, però. Oggi i deputati vengono eletti su collegi regionali enormi e in un sistema di questo genere salta qualsiasi rapporto tra eletto ed elettore e tra eletto e territori. La proposta di Renzi, invece, ipotizza circoscrizioni molto più piccole e un numero di candidati molto contenuto, da 4 a 7. Il rapporto degli eletti con i territori si ristabilirebbe nei fatti. Il passaggio dal Porcellum ai collegi plurinominali muta radicalmente la qualità del sistema».
Il tema dei cosiddetti nominati dall`alto permane, però. Lei è favorevole all`introduzione per legge delle primarie?
«Io considero le primarie uno strumento di partecipazione che consente agli elettori di pesare. Ogni volta che si promuovono il numero di coloro che partecipano è più alto delle aspettative della vigilia. Personalmente, poi, a Torino ho fatto primarie vere. E ritengo che quelle primarie, che hanno fatto registrare una partecipazione altissima, abbiano rappresentato uno dei fattori che mi ha consentito di vincere al primo turno. Il Pd, tra l`altro, prevede le primarie per statuto e Renzi ha ribadito che le promuoverà anche con il nuovo sistema. Vedo con favore la possibilità di introdurre le primarie per legge. Naturamente bisognerà verificare il grado di consenso degli altri partiti».
E i costi, anche. C`è chi sostiene che non sarebbero inferiori a quelli del sistema delle preferenze...
«È evidente che bisognerà verificare anche i costi. E in ogni caso l`esperienza dimostra che quando c`è un sistema con le preferenze i costi vanno alle stelle»
I nodi del confronto riguardano anche le soglie di sbarramento e il premio di maggioranza...
«Qui ritengo possibile ragionare su modifiche o integrazioni alla proposta di Renzi. Si può discutere, ad esempio, su una percentuale superiore al 35% per il premio di maggioranza e sulle pluricandidature. Sulla soglia di sbarramento riflettiamo. Purché non si smarrisca l`obiettivo di evitare quella frammentazione del sistema che ha prodotto guai inenarrabili, compresa la caduta del governo Prodi fondato su una coalizione di 13 partiti».
Lei è il presidente dell`Anci, martedì avrete un incontro decisivo con il governo su Tasi, luc e risorse ai Comuni....
«Ci aspettiamo di arrivare alla conclusione del negoziato avuto in questi mesi. I Comuni pongono una questione dirimente, che dopo 7 anni di tagli alle loro risorse non vi siano più tagli e che nel 2014 possano usufruire delle stesse risorse di cui hanno usufruito nel 2013».
Avete ottenuto risultati già nella legge di Stabilità...
«C`è stata già una parziale accoglienza delle richieste dell`Anci. Ma adesso devono essere risolte tre questioni fondamentali. La prima, e più importante, è che si garantisca un meccanismo che consenta ai Comuni di avere con la Tasi le stesse risorse di prima, lo Stato individui risorse con cui compensare il minore gettito dei Comuni. La seconda è che si rimuova l`ostacolo ad accendere mutui da parte dei Comuni. La terza è che lo Stato onori l`impegno, previsto dalla legge, di risarcire le anticipazioni dei Comuni per il funzionamento del sistema giudiziario, che ammontano a parecchie centinaia di milioni di euro. Nell`ultimo incontro abbiamo registrato aperture nella direzione auspicata, mi auguro che martedì si arrivi a una conclusione, anche perché i Comuni devono approvare i bilanci entro il 28 febbraio e non possono arrivare con l`acqua alla gola alla notte tra il 27 e il 28».
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