Ha prevalso il rancore e chi ha enfatizzato i problemi piuttosto che risolverli
Il risultato elettorale è negativo: il PD ha perso le elezioni e andrà all’opposizione.
Mi aspettavo un esito elettorale complicato perché il centrosinistra, in questi anni, nel mondo occidentale sta scomparendo. Di un dato così negativo e di una sconfitta elettorale di queste dimensioni bisogna, dunque, prenderne atto.
Per noi, ora si apre una discussione complessa e uno dei temi centrali da dirimere è come si costruisce un centrosinistra in Italia che sia in grado di rispondere ad una domanda di sicurezza sociale, economica.
C’è un problema generale che va oltre i singoli leader: non si riesce a dare risposte convincenti e credibili ai cittadini rispetto ad una domanda di protezione in senso lato.
Il PD ha governato il Paese in una fase in cui – come racconta il Censis – è cresciuto il rancore, la preoccupazione, le paure. Noi ci siamo assunti la responsabilità di governare e siamo diventati il punto di approdo delle proteste, delle contrarietà.
Altre forze politiche hanno molto enfatizzato le paure dei cittadini più che avanzare proposte e hanno vinto.
È prevalsa la rabbia, il rancore e chi ha enfatizzato i problemi piuttosto che chi ha lavorato per risolverli.
Questo, però, è avvenuto in gran parte del mondo occidentale in questi anni, non soltanto in Italia.
In questi anni di Governo, comunque, abbiamo fatto un lavoro importante e il Paese è molto cambiato in meglio rispetto a com’era nel 2013.
Di questi anni di Governi a guida PD probabilmente qualcuno si ricorderà meglio in futuro perché alcune scelte fatte hanno portato il Paese fuori dalla crisi.
Adesso il Pd farà quello che hanno indicato gli elettori: l’opposizione. Faremo opposizione nell’interesse del Paese, cercheremo di ricostruire una risposta del centrosinistra forte rispetto ai problemi del Paese. Non c’è spazio per altro.
I cittadini hanno espresso consenso a forze che in questi anni hanno fatto un’opposizione molto dura ai nostri Governi e adesso tocca a loro assumersi la responsabilità di trovare soluzioni alla situazione di apparente ingovernabilità che c’è in Parlamento e poi ai problemi del Paese.
Questa è la strada. Non si può chiedere sempre al centrosinistra di fare la parte dei responsabili che si prestano ad ogni soluzione.
Il PD è un partito relativamente giovane, abbiamo fatto 10 anni l’anno scorso ed è un progetto politico che ha tutta la sua attualità, nasce proprio perché serviva capire i cambiamenti del mondo e dare risposte concrete ai cittadini sui problemi e diverse da quelle ideologiche, oramai superate.
Oggi dobbiamo ricostruire il centrosinistra.
Questo voto non aiuta ma dimostra che chi pensa che ci sia ancora una sinistra dura e pura sommersa da recuperare, sbaglia. Liberi e Uguali nasce da una scissione in cui i compagni pensavano di poter recuperare i voti di una sinistra che odia Renzi e non vuole votare il PD ma è finito che LEU ha preso meno voti di quelli che aveva ottenuto Sinistra Ecologia e Libertà alle precedenti elezioni.
Serve, quindi, innanzitutto ricostruire un progetto unitario del centrosinistra.
Il radicamento territoriale del PD sembra essere messo molto in crisi in alcuni territori (ad esempio l’Emilia Romagna) mentre la città di Milano va in controtendenza. Per questo, bisogna guardare alle esperienze positive per ricostruire anche un rapporto più forte con il territorio, sapendo che quando si governa in tempi di crisi è sempre più difficile farlo.
A Milano, ad esempio, il modo in cui il centrosinistra si è ricostruito e radicato è visibile in ogni passaggio elettorale. Qui si è vinto il referendum, le amministrative.
L’altro tema, che poi è la ragione vera di questo risultato, è il Mezzogiorno.
Nel Mezzogiorno è evidente che c’è una crisi che morde molto più che altrove; c’è disperazione e precarietà e c’è una politica che non dà risposte e fa poco partecipare i cittadini mentre fa molto conto sulle filiere personali. Lì abbiamo subito una sconfitta gravissima e lì bisogna ricominciare da zero.
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