Bilancio di una Europa nel guado
Il 2017 puó essere considerato l'anno dell'avanzata della destra estrema in Europa. Lo abbiamo visto in Austria, dove il Partito della libertà di Christian Strache é andato al governo. E in Olanda, dove il Pvv di Geert Wilders é diventato il secondo partito in parlamento. Mentre al Bundestag Alternativa per la Germania ha messo a segno un risultato impensabile fino a pochi anni fa, aggiudicarsi la medaglia di bronzo. "L'instabilità politica della Germania, con Merkel che non riesce a formare un governo, é uno degli elementi di preoccupazione emersi durante questo 2017 che si sta chiudendo", spiega ad Affaritaliani.it Patrizia Toia, eurodeputata e capo-delegazione del Partito democratico a Strasburgo.
"Una Germania debole é un male per la stabilità dell'Europa e per il suo rilancio". [video]
"Una Germania debole é un male per la stabilità dell'Europa e per il suo rilancio". [video]
L'altre grande Paese che é andato al voto nel 2017 é stata la Francia che ha visto sí l'emergere del Front National di Marine Le Pen come secondo partito, ma ha anche visto la vittoria di Emmanuel Macron e del suo En Marche!. "Macron é stata una delle novità positive del 2017", continua Toia. "Ha vinto le elezioni con un ampio margine e lo ha fatto con un programma europeista. Questo dimostra che l'Europa puó essere un programma politico vincente".
Se Francia e Germania devono vedersela con l'estrema destra in crescita la Gran Bretagna ha la Brexit come gatta da pelare. Il 29 marzo il Regno Unito ha notificato la volontà di uscire dall'Unione europea e si é aperto un negoziato durissimo. "Purtroppo per gli inglesi questa decisione di uscire dall'Ue costerà moltissimo al Paese. Per l'Europa é stato uno choc, ma salutare perché é stata l'occasione per renderci conto che o andiamo verso una Europa più coesa oppure soccomberemo".
Il 2017 ha visto anche la conclusione del primo anno di governo Trump e il bilancio, a detta di quasi tutti gli analisti, non si puó dire positivo. La politica della Casa Bianca non é mai stata così divisiva all'interno del Paese, ma anche all'esterno. "La capacitá di provocazione di Trump é pericolosa", spiega Toia. "Gli Stati Uniti si sono sempre presi la responsabilità di forza stabilizzatrice nel mondo, anche commettendo errori. Oggi la politica dell'American First ha messo in secondo piano il ruolo globale degli Usa e quando Trump si occupa di temi di politica estera fa guai".
E poi il grande tema dell'immigrazione. "Siamo insoddisfatti di quello che l'Europa ha fatto, o meglio, non ha fatto", spiega Toia. "Sui soccorsi in mare l'Italia ha salvato l'onore dell'Europa ma siamo stati lasciati soli nello sforzo. Il programma di ricollocamento dei migranti interno all'Ue ha fallito. E la riforma di Dublino, partita anche grazie al lavoro del Parlamento europeo, é ora in mano agli Stati membri".
L'altro grande fronte su cui bisogna lavorare é l'Africa. "Dobbiamo porre le condizioni perché le persone non abbandonino i loro Paesi di origine per venire in Europa. Il migration compact, idea italiana, é un tassello importante che mette l'Unione nella giusta direzione. Così come l'impegno di stabilizzare la Libia, su cui il nostro Paese sta giocando un ruolo importantissimo. La vera vergogna sono i campi di accoglienza in cui le condizioni sono disumane e nei confronti dei quali dobbiamo intervenire il prima possibile".
Ma questo 2017 sarà ricordato da molti cittadini europei anche come l'anno in cui hanno detto addio al roaming. Dal 15 giugno é infatti possibile chiamare e navigare in Europa come se fossimo nel nostro Paese. Un risultato, va detto, raggiunto grazie al lavoro degli eurodeputati che hanno spinto il Consiglio perché si creasse un vero mercato unico delle telecomunicazioni.
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