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Il Paese è a rischio

Written by Piero Fassino.

Piero Fassino
Intervista di Repubblica.

Piero Fassino, il tessitore del centrosinistra, non si arrende: «Ci sono ancora le condizioni per riprendere il dialogo con Pisapia».
Fassino, Pisapia rinuncia, Prodi parla di frittate che non riescono: tempi duri per i pontieri?
«Sono sinceramente rammaricato per la rinuncia di Pisapia. Anche perché il confronto sviluppato in queste settimane con Campo progressista ha raggiunto punti di intesa significativi. La riduzione dei superticket in sanità e alle misure di maggior tutela per chi ha un contratto di lavoro a tempo determinato, politiche per la difesa dell`ambiente e importanti impegni sui diritti civili. Penso al biotestamento e allo Ius soli».
Lo lus soli però è finito in fondo all`agenda. Perché?
«L’impegno del Pd a favore dello Ius Soli non può essere in discussione. Ma bisogna tenere conto della successione degli appuntamenti parlamentari».
Un problema di calendario?
«Non solo. Sul testamento biologico a oggi una maggioranza c`è. Sullo Ius Soli no e stiamo lavorando per crearla. Se fossimo partiti dallo Ius Soli ci saremmo paralizzati e avremmo rischiato di non approvare neanche il biotestamento. Peraltro ricordo che vogliamo portare in porto anche la legge a favore degli orfani dei femminicidi e le misure di tutela peri collaboratori di giustizia. E c’è da approvare la legge di bilancio».
Che cosa temete?
«Sullo Ius Soli sono stati presentati 50.000 emendamenti. Se fossimo costretti a mettere la fiducia e non passasse, il governo cadrebbe e il Paese rimarrebbe senza bilancio».
Dunque non avete rinunciato allo lus Soli?
«No perché non è una legge di parte. Garantire la cittadinanza a 800 mila bambini nati in Italia è semplicemente un atto di civiltà».
Spera che Pisapia ci ripensi?
«Rispetto la decisione di Giuliano perché è frutto di un travaglio vero. Con lui continueremo comunque a confrontarci e, spero, a camminare insieme. In ogni caso non viene meno la necessità di lavorare a una coalizione aperta e inclusiva».
Non eravate un partito a vocazione maggioritaria?
«Essere un partito a vocazione maggioritaria non significa agire in solitudine, anzi. Siamo un grande partito che lavora per una grande alleanza».
Prodi parla di frittate…
«Prodi continua a sostenere e ad accompagnare con convinzione il nostro tentativo di dare vita ad un’alleanza programmatica di ispirazione ulivista che metta insieme le grandi culture europeiste del nostro Paese: la sinistra riformista, l’ambientalismo, il centro democratico popolare, il mondo liberal-democratico e dei diritti civili».
Qual è il programma?
«Un programma di riforme coerente con quello realizzato in questi cinque anni di governo. Il pil era sotto zero e ora cresce dell’1,5 per cento. Gli occupati sono tornati al livello precrisi del 2008. Sono ripresi gli investimenti. Il fisco è più leggero per famiglie e imprese. E un fenomeno così complesso come l’immigrazione è stato governato. Questi sono stati gli armi delle Unioni civili e del “Dopo di noi”».
Nonostante questi risultati la sinistra è divisa mentre il centrodestra si compatta e Grillo cresce. Come si spiega?
«In realtà il centrodestra è solo apparentemente unito. Su Europa e immigrazione l`estremismo di Salvini e Meloni ha nulla a che vedere con le posizioni di Tajani e Forza Italia. E noi, a differenza loro, non siamo una somma di partiti ma un’alleanza con un profilo coerente e un programma condiviso».
Almeno oggi a Como le forze della sinistra di presenteranno unite contro il pericolo nazifascista…
«Un fatto molto positivo. È importante che alla manifestazione indetta dal Pd abbiano aderito istituzioni e forze diverse. A sinistra è significativa la presenza di Laura Boldrini e Susanna Camusso. Le prossime elezioni non saranno di tipo ordinario. In gioco c’è il futuro di un Paese oggi più che mai esposto ai rischi del populismo e dell’estremismo».
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