Ho lavorato per l'unità
"Ho cercato in ogni modo di creare un partito di massa che non nascesse da una scissione, come sempre accade a sinistra, ma da un incontro. Devo constatare invece che per la sinistra è fisiologico dividersi e farsi del male". Parola del fondatore del Pd, Walter Veltroni, che in un'ampia intervista in apertura di Libero ribadisce: "Non torno perché avevo detto che me ne sarei andato e l'ho fatto". "Vivo con grande sofferenza questo momento", ammette. "Ho lavorato tutta la vita per cercare di unire e costruire una sinistra riformista che fosse orgogliosa della propria identità". "Ho aperto alle diversità e le ho fatte convivere, come accadeva nel Pci e nella Dc, partiti più complessi di come vengono ricordati. C'eravamo arrivati, ora è tutto più complicato".
Quanto alla prospettiva per la sinistra di ricompattarsi in vista delle elezioni, "mi piacerebbe", dice Veltroni, "ma non ci scommetto". "Diciamo che l'assenza di conflitti personali aiuta l'unione mentre le rivalità lavorano per la divisione a prescindere dai contenuti". La destra più compatta? "Non ci conti troppo, le alleanze spurie non reggono, le divisioni a un certo punto pesano". "M5S, Lega, Fdi esprimono culture che hanno pieno diritto di cittadinanza nel dibattito politico. Nessuna di queste forze ha progetti dittatoriali", afferma Veltroni. "Quello che mi preoccupa è la continua evocazione della paura, un mostro facile da cavalcare ma difficile poi da governare. Vedo fattori destabilizzanti nella società, per questo faccio un richiamo alla politica, e al giornalismo, a elevarsi sopra la rissa". Ciò che oggi lo preoccupa di più, aggiunge, è il rischio di "precipitare nell'ingovernabilità, e leggi elettorali senza premio di maggioranza finiscono per garantirla". Veltroni allarga lo sguardo all'Europa: oggi, dice, la Ue "non ha un progetto e ha interrotto il proprio cammino". "Oggi c'è un tale caos che la situazione può sfuggirci di mano come accadde ai nostri nonni negli anni Trenta".
Quanto alla prospettiva per la sinistra di ricompattarsi in vista delle elezioni, "mi piacerebbe", dice Veltroni, "ma non ci scommetto". "Diciamo che l'assenza di conflitti personali aiuta l'unione mentre le rivalità lavorano per la divisione a prescindere dai contenuti". La destra più compatta? "Non ci conti troppo, le alleanze spurie non reggono, le divisioni a un certo punto pesano". "M5S, Lega, Fdi esprimono culture che hanno pieno diritto di cittadinanza nel dibattito politico. Nessuna di queste forze ha progetti dittatoriali", afferma Veltroni. "Quello che mi preoccupa è la continua evocazione della paura, un mostro facile da cavalcare ma difficile poi da governare. Vedo fattori destabilizzanti nella società, per questo faccio un richiamo alla politica, e al giornalismo, a elevarsi sopra la rissa". Ciò che oggi lo preoccupa di più, aggiunge, è il rischio di "precipitare nell'ingovernabilità, e leggi elettorali senza premio di maggioranza finiscono per garantirla". Veltroni allarga lo sguardo all'Europa: oggi, dice, la Ue "non ha un progetto e ha interrotto il proprio cammino". "Oggi c'è un tale caos che la situazione può sfuggirci di mano come accadde ai nostri nonni negli anni Trenta".