Incendio a Bruzzano, cos’è successo, perché è successo
Intervento di Franco Mirabelli all'incontro "Incendio a Bruzzano, cos’è successo, perché è successo" (video).
È utile cercare di comprendere perché accadono alcune vicende e, in particolare, cercare di capire perché potrebbero essere successi alcuni episodi nel caso specifico di Bruzzano.
Il tema del traffico e dello smaltimento dei rifiuti, in particolare di quelli speciali e pericolosi, non vale soltanto per la Terra dei Fuochi. In questo settore, infatti, c’è un forte interesse della criminalità organizzata e, dall’altra parte, purtroppo, c’è anche l’interesse delle imprese che hanno bisogno di smaltire i rifiuti speciali e pericolosi a trovare sistemi che consentano di superare le norme che garantiscono uno smaltimento in sicurezza perché molto onerose dal punto di vista economico.
Si tratta, dunque, di un tema sensibile e su cui l’interesse della criminalità organizzata è molto forte. Anche nella Regione Lombardia ci sono state diverse inchieste che hanno riguardato alcune discariche presenti.
In questa legislatura, in Parlamento, abbiamo lavorato per migliorare l’impianto normativo e, rispetto al passato, sulle questioni dello smaltimento dei rifiuti c’è una legislazione molto più efficace: ad esempio, abbiamo fatto la legge sugli eco-reati che, finalmente, codifica come reati penali gravi una serie di interventi contro l’ambiente, compresi quelli riguardanti lo smaltimento dei rifiuti tossici in luoghi non idonei; sono state stanziate risorse; è stata resa obbligatoria la tracciabilità dei rifiuti e dei camion che li devono trasportare. Qualche imprenditore lombardo, insieme a qualche assessore, che faceva affari con i rifiuti è anche finito nelle mani della Giustizia. E anche grazie alle nuove normative, probabilmente, l’impianto dei rifiuti non riaprirà più a Bruzzano.
Un po’ più di attenzione su questo tema, quindi, nel corso degli anni, la si è costruita.
In Parlamento è stata anche istituita una Commissione Bicamerale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti che sta lavorando e, nelle prossime settimane, verrà a far visita a Bruzzano, Cinisello Balsamo e in Lomellina, dove si sono verificati gli incendi in questi mesi, per far luce sulla situazione.
Nel settore dei rifiuti, infatti, sono emerse da tempo diverse problematiche: ci sono coloro che riempiono le cave di rifiuti speciali che andrebbero smaltiti in altro modo ma c’è il racket sul trasporto dei rifiuti, a cui stiamo cercando di porre rimedio, monitorando tutto il ciclo del passaggio dei rifiuti stessi.
In questi ultimi anni, inoltre, si è aggiunto un tema importante che riguarda l’inflazione di incendi verificatisi negli impianti di smaltimento dei rifiuti e, in particolare, di quelli a smaltimento dei rifiuti speciali.
Dal 2014 ad oggi, infatti, in Italia si sono verificati 250 incendi in impianti di smaltimento di rifiuti speciali e una parte consistente di essi si è verificata in Lombardia.
Ad oggi, la Procura non ha ancora gli elementi sufficienti a stabilire se gli incendi avvenuti nell’area milanese, tra cui quello di Bruzzano, sono dolosi o meno.
Ma anche sugli incendi dolosi ci possono essere cause diverse e, tra le ragioni possibili, ce ne sono alcune che riguardano le proprietà. Un’ipotesi potrebbe essere che viene appiccato un incendio perché lo si ritiene utile per svuotare l’impianto. Nel caso specifico di Bruzzano ma anche di Cinisello, però, con l’incendio, l’impianto è stato distrutto completamente e questo ha comportato un danno economico grave per la proprietà.
Sicuramente ci sono anche incendi appiccati perché si vuole incassare l’assicurazione.
Oppure bisognare capire se la criminalità organizzata in una realtà come questa, dove è fortemente presente, può avere avuto interesse a dare una lezione agli imprenditori che magari non hanno pagato il pizzo o vuole cercare di attivare delle estorsioni o pretende la disponibilità di quell’impianto per smaltire rifiuti che lì non dovrebbero essere smaltiti. Per comprendere questo, però, sarebbe necessaria la collaborazione degli imprenditori.
Le forze dell’ordine e la Direzione Distrettuale Antimafia stanno lavorando per verificare l’eventualità di queste situazioni e lo stesso sta facendo la Commissione Bicamerale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti che poi verrà a fare un sopralluogo. Il fatto che si siano verificati due incendi su due impianti appartenenti alla stessa proprietà è sicuramente un segnale che preoccupa e fa pensare che potrebbe esserci qualche problema con la criminalità organizzata anche se la proprietà dell’impianto non ha mai denunciato pressioni e minacce né prima né dopo questi episodi.
Un impianto come quello di Bruzzano, costruito in mezzo ad un centro abitato e dotato di un impianto antincendio considerato a norma - essendo stato ispezionato e rifatto recentemente da ex vigili del fuoco, considerati attendibili ed efficienti - che però all’occorrenza non ha funzionato, sicuramente mostra una situazione che evidenzia qualche problema.
Bisogna, quindi, capire l’origine di quell’incendio, nell’interesse di tutti perché il fatto che sia accaduto in un’area ristretta del Nord Milano in cui è accertata la presenza della criminalità organizzata, che qui vuole fare affari, può essere motivo di preoccupazione.
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