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La nuova Milano prende forma

Written by La Repubblica.

Milano
Articolo pubblicato da Reppublica.

I tour organizzati alla scoperta della nuova Milano, numerosi e affollatissimi, presto dovranno aggiornare i loro percorsi: nel giro di qualche mese, infatti, altri cinque edifici firmati da archistar cambieranno il paesaggio urbano. E altri nomi entreranno nel vocabolario milanese dopo quelli di Libeskind, Zaha Hadid e Chipperfield. Non che mancassero edifici degni di una visita - nel Novecento Milano è stata protagonista dell'architettura moderna - , ma i nuovi grattacieli hanno modificato insieme all'orizzonte l'interesse verso una disciplina finora considerata per addetti ai lavori.
"I milanesi quando vanno in piazza Gae Aulenti sono fieri della loro città - nota il critico Philippe Daverio - . Questo dimostra che negli ultimi vent'anni c'è stato un cambiamento non solo fisiologico ma anche psicologico di Milano. Quando furono completati i lavori del nuovo Piccolo Teatro, degli Arcimboldi o dell'università Bicocca, le persone reagirono con diffidenza. Oggi, al contrario, le inaugurazioni mettono di buon umore, i cittadini si mettono in coda volentieri per ammirare gli edifici. Finalmente siamo usciti dalla "damnatio memoriae" dell'architettura fascista ed è tornata la voglia di guardare al costruito con curiosità e interesse". Soprattutto se dietro ci sono importanti nomi internazionali che hanno inserito Milano nel circuito delle capitali da visitare. "I cittadini hanno capito che l'architettura è una disciplina che riguarda la collettività - aggiunge Valeria Bottelli, presidente dell'Ordine degli architetti - . In dieci anni le nostre visite guidate sono salite a quota 50, fra moderno e contemporaneo, e da Expo in poi abbiamo registrato un'impennata di richieste inaspettata".
Tra le mete più gettonate resta il quartiere Porta Nuova. Qui il mese scorso sono terminati i lavori dell'edificio disegnato da Mario Cucinella dove Manfredi Catella ha trasferito il quartier generale della società immobiliare Coima: due facciate di vetro che guardano il parco e l'Unicredit Pavilion (firmato da De Lucchi) e due quinte di legno che danno l'idea di voler raccogliere lo spazio in contrasto con il paesaggio di giganti tutto intorno. Un effetto contrasto che sarà ancora più evidente quando si aggiungerà proprio accanto la torre UnipolSai, progettata sempre da Cucinella: oggi una voragine nella terra, entro il 2019 un grattacielo di 120 metri. Terminati i lavori anche per la torre di Rem Koolhaas con cui la Fondazione Prada conclude il museo di largo Isarco, intervento pionieristico in un quartiere che aspetta la sfida più grande, il recupero dell'ex scalo Romana, "il più importante elemento di ricucitura della zona - spiega Gabriele Pasqui, direttore del dipartimento di Urbanistica del Politecnico - . Tutti i singoli edifici di per sé sono rilevanti e contribuiscono a rendere più attrattiva Milano, ma è indispensabile che siano in grado di inserirsi nel territorio circostante, in un dialogo costante tra pubblico e privato che abbiamo come obiettivo la riqualificazione dell'area". Al momento la torre bianca si staglia solitaria: di forma irregolare ma fedele al look minimal della maison, ha gradi finestre che danno sui binari dismessi del treno ed entro la fine dell'anno - l'inaugurazione non è ancora stata fissata - ospiterà nuovi spazi espositivi per la collezione permanente e servizi al pubblico tra cui un ristorante.
Sullo sfondo inizia a prendere forma il primo edificio del progetto Symbiosis che Beni Stabili sta realizzando alle spalle della Fondazione Prada - li separerà una piazza pubblica - : un'area di 120mila metri quadrati destinata al distretto dello smart working dove sta sorgendo il quartier generale di Fastweb i cui lavori (si vedono già le facciate), dovrebbero terminare entro ottobre 2018. Il progetto, sia del masterplan che del palazzo in costruzione, è dello studio Citterio-Viel & Partners che si occuperà anche di disegnare i prossimi palazzi - sulla carta quattro - una volta individuati gli inquilini. Super firma anche per il nuovo campus dell'università Bocconi che in linea con la tradizione - tutti i suoi edifici sono stati realizzati da grandi architetti - ha assegnato allo studio giapponese Sanaa il progetto di riqualificazione dell'area un tempo occupata dalla Centrale del latte. Otto gru spuntano dal recinto del cantiere insieme al primo palazzo circolare, quello destinato alle residenze universitarie, ormai quasi concluso. I posti saranno 300 e gli studenti entreranno a settembre 2018, mentre entro la fine del 2019 saranno consegnati anche gli edifici per la Sda. Il giro termina in piazza Carlo Erba con le residenze di Peter Eisenman, primo progetto dell'architetto americano in Italia, realizzate insieme agli studi Degli Esposti Architetti e Guido Zuliani. Il cantiere è ripartito la scorsa primavera, dopo una pausa di mesi, ed entro un anno e mezzo dovrebbero terminare svelando un edificio dalla forma a S già in parte visibile da viale Pascoli. Il dichiarato rimando all'architettura moderna italiana ne faranno a fine 2018 una delle tappe obbligatorie dei tour in città.
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