In arrivo sgravi per i neoassunti e più risorse contro povertà
"Sulla previdenza abbiamo varato un intervento molto significativo l'anno scorso. Sarebbe un errore scegliere ora come priorità la previdenza rispetto all'occupazione giovanile: purtroppo le risorse per tutto non ci sono". Lo afferma il viceministro dell'Economia Enrico Morando in un'intervista a Repubblica in cui commenta i dati preliminari sulla crescita diffusi dall'Istat.
"Il fatto che il Pil cresca a velocità superiore al previsto è un ulteriore vantaggio, ma questo non significa che i nostri problemi siano risolti e che la manovra di bilancio sarà facile, perché non lo sarà.
Queste ulteriori risorse peseranno in positivo sull'economia italiana solo a condizione di concentrarle su pochi e qualificanti obiettivi, condizione difficile da realizzare sul piano politico: un intervento strutturale a favore dell'occupazione dei giovani, un maggiore finanziamento del reddito di inclusione attiva, lo strumento universale a favore delle famiglie che vivono in povertà assoluta, e per far crescere gli investimenti pubblici". A favore dei giovani, spiega, "l'ipotesi che mi convince di più è il taglio del 50% del cuneo fiscale e contributivo per i primi due anni a favore di chi assume giovani fino a 30 anni, anche un po' oltre, con un contratto a tempo indeterminato. Dopo però la misura diventerebbe strutturale, con una riduzione del 4% (diviso a metà tra lavoratore e datore di lavoro, anche se il lavoratore viene assunto da un'altra impresa). E' una misura che aiuterebbe molto il Sud, e ridurrebbe la disuguaglianza, così come l'allargamento della platea di chi potrà godere del reddito di inclusione attiva e l'aumento dei finanziamenti per le infrastrutture. Il deficit infrastrutturale è più grave nel Mezzogiorno".
"Il fatto che il Pil cresca a velocità superiore al previsto è un ulteriore vantaggio, ma questo non significa che i nostri problemi siano risolti e che la manovra di bilancio sarà facile, perché non lo sarà.
Queste ulteriori risorse peseranno in positivo sull'economia italiana solo a condizione di concentrarle su pochi e qualificanti obiettivi, condizione difficile da realizzare sul piano politico: un intervento strutturale a favore dell'occupazione dei giovani, un maggiore finanziamento del reddito di inclusione attiva, lo strumento universale a favore delle famiglie che vivono in povertà assoluta, e per far crescere gli investimenti pubblici". A favore dei giovani, spiega, "l'ipotesi che mi convince di più è il taglio del 50% del cuneo fiscale e contributivo per i primi due anni a favore di chi assume giovani fino a 30 anni, anche un po' oltre, con un contratto a tempo indeterminato. Dopo però la misura diventerebbe strutturale, con una riduzione del 4% (diviso a metà tra lavoratore e datore di lavoro, anche se il lavoratore viene assunto da un'altra impresa). E' una misura che aiuterebbe molto il Sud, e ridurrebbe la disuguaglianza, così come l'allargamento della platea di chi potrà godere del reddito di inclusione attiva e l'aumento dei finanziamenti per le infrastrutture. Il deficit infrastrutturale è più grave nel Mezzogiorno".