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La caduta del Muro di Berlino

Written by Matteo Cazzulani.

Matteo Cazzulani La Caduta del Muro di Berlino nel 1990 e la dichiarazione del Ministro degli Esteri francese del 1950 compiono il loro anniversario. Importante oggi l'affermazione di una democrazia bipolare per contrastare estremisti, populisti ed euroscettici.
La caduta di un Muro ed il discorso di un Ministro degli Esteri possono avere un valore inestimabile non solo per la storia, ma anche per il presente.
Il 9 Novembre è il giorno in cui si ricorda la fine del comunismo, avvenuto simbolicamente nel 1990 con la caduta del Muro di Berlino: il simbolo della Guerra Fredda tra l'Occidente e l'Unione Sovietica.
Il comunismo, nelle sue derivazioni staliniste, maoiste, castriste, pol-potiste ed africane, è stato uno dei regimi totalitari più sanguinari della storia, responsabile, come riportato dal Libro Nero del Comunismo di Stephane Courtois, di almeno 94 Milioni di vittime. Secondo lo studioso francese, le diverse derive del comunismo, per mezzo di guerre, repressioni e lavoro coercitivo nei confronti dei dissidenti, ha provocato 65 Milioni di morti in Cina, 20 Milioni in URSS, 2 milioni rispettivamente in Corea del Nord e Cambogia, 1,7 Milioni in Africa, 1,5 Milioni in Afghanistan, 1 Milione rispettivamente in Europa Centro-Oriebtale e Vietnam, 150 Milioni in America Latina.
La conta delle vittime non vuole essere una critica al comunismo in quanto tale -che attinge da un concetto di uguaglianza nei principi condivisibile- ma uno spunto di riflessione sulla necessità di combattere gli estremismi, siano essi di destra e di sinistra.
Sopratutto oggi. Un ruolo fondamentale al contrasto dell'estremismo di stampo comunista e fascista, ancora molto forte in Europa, è dato in molti Paesi UE dal consolidamento della democrazia dell'alternanza, dove conservatori e progressisti si confrontano in una dialettica basata sul rispetto della democrazia, dei diritti umani e civili, della libertà di espressione e di stampa.
Oggi, il bipolarismo, e con esso la il funzionamento di una democrazia solida, è messo in discussione anche da due avversari come il populismo e l'euroscetticismo, purtroppo ben rappresentati da un alto numero di partiti che rischiano di ottenere in buon risultato nelle prossime Elezioni Europee.
La Fine del Comunismo è dunque non solo un'opportunità per ricordare le vittime dei regimi sovietici nel mondo, ma anche uno spunto per riflettere sulla necessità di rafforzare la democrazia con il sostegno alle forze progressiste e conservatrici che, malgrado il differente orientamento, rispettano la democrazia e sostengono l'implementazione del processo di integrazione dell'Unione Europea.
Il richiamo all'UE non è casuale, anche perché il 9 Novembre è la ricorrenza della Dichiarazione con la quale il Ministro degli Esteri francese, Robert Schuman, ha dato il via alla costruzione dell'Europa Unita.
Il Ministro Schuman, nel 1950, ha ritenuto necessaria la cessione di sovranità da parte degli Stati nazionali ad un unico ente Europeo in grado di garantire in Europa pace, progresso e democrazia, come, difatti, è avvenuto.
È quindi ora opportuno, anche in nome di Schuman, restituire forza alle Istituzioni in un momento di crisi della politica per evitare la fine di un progetto di democrazia e pace che, come l'UE, è oggi quantomai necessario allagare all'Europa Orientale, ed implementare sul piano non solo economico e finanziario, ma anche politico ed istituzionale.
La mission del PD
Da cristiano-democratico che milita con convinzione nel Partito Democratico come sono, concludo questa riflessione con una chiosa doverosa. L'articolo non vuole essere una contestazione ai militanti del PCI italiano che, a differenza di altri Partiti Comunisti Europei, hanno dimostrato aperture degne più di una tradizione socialdemocratica che di un dettame sovietico, sopratutto a partire dalla corrente dei cosiddetti miglioristi.
È infatti un evento positivo che una parte di questa tradizione abbia deciso di confluire con la componente cattolico-democratica della DC nel PD: una forza politica riformatrice e progressista che, in Italia ed in Europa, si batte con forza contro i rigurgiti populisti ed euroscettici.
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