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Sulla libera circolazione dei pazienti in Europa

Written by Sara Valmaggi.

Sara ValmaggiOggi Il consiglio regionale, in occasione della votazione della risoluzione sulle politiche dell’Unione europea di maggiore interesse per la Lombardia, ha approvato un ordine del giorno sulla libera circolazione dei pazienti in Europa, di cui sono prima firmataria. Un primo tassello, che abbiamo condiviso perché segna la volontà di fare un primo passo, che però non basta. La giunta, per recepire l’ordine del giorno, ha introdotto modifiche sostanziali,
non ha avuto il coraggio di cogliere l’opportunità offerta dalla direttiva europea. Il documento approvato impegna la giunta ad attivarsi presso la Conferenza Stato regioni perché la direttiva europea sulla libera circolazione dei pazienti sia stilata coinvolgendo le regioni, soprattutto nella definizione delle tariffe delle prestazioni da erogare e le modalità di rimborso. Ma non va oltre.
La maggioranza non ha colto a pieno nell’ordine del giorno la necessità di creare un network regionale capace di diventare in tempi rapidi il punto di accesso regionale. E’ questo invece un punto cruciale per l’effettiva attuazione della direttiva.
La Lombardia ha enormi potenzialità con i suoi 18 istituti di ricerca e cura. Vorremmo che la giunta ne fosse più consapevole e fosse più convinta della necessità di investire su ricerca e cura. La necessità è però quella di strutturarsi per accogliere i pazienti stranieri. Basti pensare che un gruppo di ricercatori ha provato a chiamare i vari ospedali lombardi scoprendo così che non sono assolutamente attrezzati per accogliere pazienti stranieri. Non sono neppure in grado di dare risposte in inglese.
E’ chiaro che in mancanza di un punto di accesso regionale ben strutturato la Lombardia rischia di non essere attrattiva per i pazienti stranieri e di dovere sostenere i costi dei cittadini che preferiscono farsi curare fuori Italia, con conseguenti problemi di bilancio. La necessità è dunque quella di attrezzarsi da subito per fare della direttiva europea un’opportunità e non un rischio. Ma la maggioranza non dimostra coraggio.
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