Si può perdere ma non possiamo perderci
Circa cinquemila persone, molte rimaste in piedi, al Lingotto di Torino per l'ultima giornata della convention del Pd in vista delle primarie. A chiudere i lavori l'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi (video dell'itervento). "Nelle scorse settimane qualcuno ha cercato di distruggere il Pd perché c'è stato un momento di debolezza innanzitutto mia" ha detto. "Ma non si sono accorti che c'è una solidità e una forza che esprime la comunità del Pd, indipendentemente dalla leadership: si mettano il cuore in pace, c'era prima e ci sarà dopo di noi e ora cammina con noi".
Renzi rivendica l'importanza del confronto e della vicinanza con gli "ultimi", perché "questa è la sinistra, non chi canta bandiera rossa col pugno chiuso". E augura buon lavoro a Orlando e Emiliano "perché non facciamo polemiche con nessuno e in particolare con i nostri compagni di squadra". Parla della Fiat, ma non la Fiat di Marchionne, bensì quella degli operai di Melfi e Mirafiori. "Bisogna crearlo il lavoro non farci i convegni", dice. Punta il dito anche contro la burocrazia e l'evasione fiscale.
Richiamando i fatti di ieri di Napoli ha ribadito, condannando il comportamento del sindaco De Magistris: "Non possiamo fare alleanze con chi non rispetta la legalità, non possiamo allearci con un sindaco che si schiera dalla parte di chi sfascia una città come Napoli per non far parlare un deputato, anche se questo è Salvini".
Tra i temi più caldi affrontati, quello sulla giustizia. Tutti ovviamente si aspettano il riferimento a lotti, o al padre, entrambi indagati nella vicenda Consip. Ma con un coup di theatre arriva la solidarietà alla sindaca di Roma, Virginia Raggi (indagata nella vicenda Marra-Romeo), perchè, spiega Renzi, "noi siamo dalla parte della giustizia che qualcuno, anche nel nostro campo, ha confuso col giustizialismo". Ai 5 Stelle (e anche a qualcuno del centrosinistra) dunque arriva la lezione di garantismo del segretario pd: "Non si può essere garantisti a giorni alterni". Quindi, l'affondo ai grillini. L'ex premier invita Di Maio, vicepresidente della Camera, e il deputato Di Battista, a rinunciare all'immunità e alle prerogative parlamentari per "difendersi nei tribunali dalle nostre querele".
Il discorso prosegue poi tirando di nuovo in ballo la questione dei vaccini: "Non si fa politica giocando sulla salute e i diritti dei bambini".
Renzi ricorda che la leadership è importante, così come i giovani, la nuova linfa: "Non vogliamo un partito di correnti e caminetti, c'è bisogno di più leader non di meno leader. Quello senza leadership è un modello sbagliato. Abbiamo bisogno di idee, specialmente dei quarantenni. C'è una generazione nuova, quella dei millenials, piena di valori, che non siamo riusciti a prendere. Mettiamoli alla prova. Ascoltiamoli. Ci rottameranno? Pazienza!". D'altra parte riconosce anche l'importanza degli anziani: "Sono il nostro riferimento più forte a livello elettorale e abbiamo bisogno di loro. Re-innamorarsi della politica anche quando si ha una certa età è una cosa bella".
Riconosce che questo è un Paese 'arrabbiato' ma il modo per far passare questa arrabbiatura è riscoprire la comunità "il noi, trovando punti d'incontro, dare risposte che nascano dal dialogo, non dall'affermazione di un principio. Noi non siamo rassegnati a tornare indietro. Rivendichiamo il futuro, diciamo agli italiani che lo spazio per il cambiamento è qui e ora. Ma che al tempo stesso non c'è il noi senza l'io". E cita il cantante Brunori Sas e le parole del brano 'A casa tutto bene'.