Non inseguire il populismo ma sfidarlo sui valori
Video dell’intervento di Dario Franceschini al Lingotto»
"Credo davvero che siano dei giorni importanti non per noi ma per il partito e in generale per il tempo che ci aspetta. Ho apprezzato molto la relazione di Matteo, ha mostrato la volontà di cercare una strada. Siamo entrati in un tempo nuovo, il cambiamento di stagione non è legato al voto del referendum anzi io penso che a distanza si possa con più serenità riconoscere che la vittoria del no è figlia di questo tempo, non un eccesso di personalizzazione. La vittoria del no al referendum è figlia di quel vento che soffia forte in tutto il mondo, che è il vento del populismo.
E' il vento che ha alimentato la vittoria di Trump negli Stati Uniti, che è soffiato nel Regno Unito per la Brexit e che soffia ora in Francia e in Italia ha le facce di Grillo e Salvini. È un vento che durerà perché dureranno le paure del terrorismo, della globalizzazione, della crisi economica". Lo ha detto il ministro della Cultura, Dario Franceschini, intervenendo alla tre giorni del Lingotto (video).
"Credo davvero che siano dei giorni importanti non per noi ma per il partito e in generale per il tempo che ci aspetta. Ho apprezzato molto la relazione di Matteo, ha mostrato la volontà di cercare una strada. Siamo entrati in un tempo nuovo, il cambiamento di stagione non è legato al voto del referendum anzi io penso che a distanza si possa con più serenità riconoscere che la vittoria del no è figlia di questo tempo, non un eccesso di personalizzazione. La vittoria del no al referendum è figlia di quel vento che soffia forte in tutto il mondo, che è il vento del populismo.
E' il vento che ha alimentato la vittoria di Trump negli Stati Uniti, che è soffiato nel Regno Unito per la Brexit e che soffia ora in Francia e in Italia ha le facce di Grillo e Salvini. È un vento che durerà perché dureranno le paure del terrorismo, della globalizzazione, della crisi economica". Lo ha detto il ministro della Cultura, Dario Franceschini, intervenendo alla tre giorni del Lingotto (video).
Di fronte a questa situazione, secondo Franceschini, non vi è più la tradizionale classificazione destra-sinistra ma "Siamo di fronte a una schema nuovo: populisti contro responsabili. Di fronte a questo quadro, "abbiamo classificato il populismo come fenomeno di destra. Sarebbe comodo, ma non è così. Il populismo è entrato prepotentemente nello spazio tradizionalmente della sinistra. L'esempio è il voto di Roma, con il Pd primo solo nei due municipi al centro e perde col 70% nelle periferie”. – ha proseguito Franceschini - "C'è ricerca demagogica del consenso da parte dei populisti. Il populismo non va sfidato con un po' meno di populismo, ma con i valori, abbandonando le vecchie classificazioni. Sicurezza, metodo, protezione, sono parole che anche noi possiamo interpretare come progressisti. È una sfida da affrontare di petto, con i valori e con le idee per il futuro. Se il populismo è trasversale - e Grillo dice che destra e sinistra non esistono più - dobbiamo essere trasversali anche noi, più intelligentemente. Ovvero a loro le paure, a noi le speranze; a loro costruiscono i muri e noi costruiamo ponti; loro l'antipolitica, noi l'orgoglio della politica; per loro la politica è odio, per noi è fatta di migliaia di persone che la vivono come servizio. Matteo ha indicato la strada. Troppi miopi hanno pensato invece che fosse un doloroso allontanamento dalla sinistra".
In relazione alle dinamiche elettorali, Franceschini ha affermato: "Abbiamo interesse che nel centrodestra nasca un'area moderata con la quale sia possibile dialogare: i numeri ci spingono a questo. Guardando al quadro europeo, in Francia chi sfiderà la Le Pen avrà il sostegno di tutti gli altri, e nessuno si scandalizzerà per questo. In Italia invece per effetto del referendum abbiamo due Camere e tre poli, una situazione che ci consegnerà probabilmente un Parlamento in cui difficilmente un polo da solo avrà la maggioranza in tutte e due le Camere. Per cui il Pd deve costruire un campo largo, includere e non escludere”.
"Siamo di fronte a quarantacinque giorni rischiosi. Le primarie non devono lasciare altre lacerazioni. La qualità confronto dipende da noi, il paese ci guarda. Lo voglio dire a Orlando e a Emiliano: qui al Lingotto non ci sono nemici, né avversari. Stiamo scegliendo il capitano ma continueremo a giocare nella stessa squadra". Ha detto Franceschini in conclusione del suo intervento al Lingotto.