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Fiume Seveso: stop esondazioni, pulizia delle acque

Written by Franco Mirabelli.

Franco Mirabelli
Intervento ad un incontro a Milano.

Sono molti anni che in questa zona discutiamo e affrontiamo il tema delle esondazioni del Seveso.
A mio avviso, negli ultimi tempi sono stati fatti grandi passi avanti.
Finalmente, stiamo discutendo su una proposta concreta che si sta già realizzando e che sta mettendo in campo quelle misure che servono per risolvere un problema che da troppi anni ricade su questo territorio.
Il problema delle esondazioni è indubbiamente legato al fatto che ci troviamo in un territorio che nel corso degli anni è stato urbanizzato oltre misura e, questa situazione unita alla presenza di un corso d’acqua come il Seveso, ha provocato un dissesto idrogeologico fortissimo, come sempre avviene in situazioni simili.
In tutto questo, però, vorrei che non perdessimo di vista alcuni dati: nel 2010 si sono verificate esondazioni che hanno provocato 70 milioni di euro di danni; nel 2014 ci sono state 4 esondazioni che hanno prodotto 100 milioni di euro di danni. Questo significa che ci sono state persone e famiglie che hanno dovuto confrontarsi con una condizione difficile e ora occorre lavorare per fare in modo di governare le acque del Seveso e impedire che esondi nuovamente, cercando di agire nel modo migliore possibile.
Non possiamo dimenticarci di questi dati quando affrontiamo le discussioni relative al Seveso.
Dentro a questo si pone anche la questione di come pulire le acque del Seveso.
Questa è una questione importante anche rispetto alle esondazioni perché è evidente che un conto è la fuoriuscita di acque pulite e un altro conto è la fuoriuscita di acqua sporca o inquinata.
Dalle analisi effettuate fino ad ora non risultano sostanze tossiche pericolose nelle acque del Seveso ma, qualora ci fossero, al momento dell’esondazione, se non finissero in una vasca di laminazione, finirebbero per le strade, nei cortili e nelle cantine delle persone.
Dopo il ripetersi continuo delle esondazioni e dopo i danni registrati in quantità così ingente, il progetto per porre rimedio a tale situazione è stato scelto per ricevere i finanziamenti previsti dal decreto Sblocca Italia nell’ambito degli interventi volti a far fronte al dissesto idrogeologico.
Sulla base di questo è stata istituita l’unità di missione Italia Sicura che sta lavorando per verificare e garantire che tutti i progetti finanziati vadano in porto.
Senza questo, avremmo rischiato di essere ancora fermi a discutere senza risolvere nulla.
Oggi siamo arrivati ad un punto importante con l’unità di missione sul dissesto idrogeologico e non è stato fatto solo il piano riguardante le vasche di laminazione (che, oltretutto, viene da lontano ed è l’unica soluzione rimasta in campo dopo le tante che sono state vagliate nel corso degli anni).
La prima cosa che è stata messa in campo dall’unità di missione, infatti, sono stati gli interventi per la pulizia e la depurazione delle acque del Seveso, che sono già stati avviati.
Per fronteggiare questo aspetto sono stati messi a disposizione 120 milioni di euro (20 milioni stanziati dal Comune di Milano e 100 milioni finanziati con il decreto Sblocca Italia). Grazie a questi fondi si è già intervenuti sulle reti idriche, sui collettori, sull’ampiamento del depuratore e sono stati ultimati tutti gli impianti di depurazione di tutte le reti fognarie civili dei Comuni dell’hinterland. Ci sono 600 mila persone che scaricano nel Seveso ma, oggi, quegli scarichi vengono depurati. E questo è un notevole passo avanti rispetto a prima.
Rimane certamente ancora il problema degli scarichi abusivi e degli scarichi industriali non a norma, su cui sono state presentate anche diverse interrogazioni in Parlamento. Questo, però, è un compito che deve assolvere la Regione e che, fino ad ora, non ha fatto.
Il ragionamento relativo alla questione dell’invarianza idraulica, che viene riproposto spesso da alcuni e su cui personalmente sono anche d’accordo, non può prescindere da questa situazione.
Bisogna, però, comprendere che parlare di invarianza idraulica e rendere il 10% del territorio non più impermeabile significa abbattere le costruzioni esistenti perché il territorio è impermeabilizzato dove c’è il cemento.
Si può anche pensare di farlo ma è evidente che i tempi sono molto lunghi: non è un’operazione che si può concretizzare nel giro di due anni e, comunque, non produce effetti significativi, mentre abbiamo il problema che, se si ripetono le precipitazioni ingenti che ci sono state nel 2014, il Seveso esonda subito e la zona si allaga. Inoltre, c’è anche un lavoro culturale da fare per cambiare le abitudini delle persone; c’è la questione della differenziazione delle acque piovane dalle acque di scarico e una serie di lavori complessi da progettare e concretizzare.
I tempi di realizzazione di tutto questo non sono sufficientemente rapidi, quindi, per risolvere anche il problema delle esondazioni.
Inoltre, non si è mai fatto nulla per tanti anni e ora, invece, delle cose positive le si stanno facendo e c’è un progetto complessivo di cui le vasche di laminazione sono una parte e neanche principale. Il tema rimane, infatti, quello di pulire le acque del Seveso ed evitare le esondazioni e adesso lo si sta finalmente affrontando.
Sono oltre vent’anni che vengono bloccati i progetti presentati perché ogni volta c’è qualcuno che interviene per chiedere di far valutare altre soluzione, per cui, credo che intanto sia opportuno portare avanti ciò che c’è e che è già stato valutato, poi si possono fare anche tutti gli studi aggiuntivi sulle altre questioni ma senza bloccare i progetti in essere.
Per far fronte alle esondazioni c’è un piano preciso che prevede 4 vasche di laminazione, di cui per quella di Senago sono già cominciati i lavori; ne è prevista un’altra molto grande a Lentate ma deve essere collocata su un terreno fortemente inquinato che richiede delle bonifiche e non può essere realizzata fino a che la bonifica non sarà effettuata.
Oltre alla questione delle vasche, in ogni caso, sono state fatte altre opere, tra cui lo scolmatore di Nord Ovest che è quasi ultimato ed è stata pulita e ampliata la portata della parte chiusa del Seveso.
I tengo, quindi, a sottolineare ciò che hanno fatto in questi mesi Governo e Comune di Milano per pulire le acque ed evitare le esondazioni.
Inoltre, una vasca di laminazione nel Parco Nord c’è già ed è il velodromo e, dato che fu fatta molti anni fa, non erano stati considerati i problemi relativi alla permanenza dei fanghi e della pulizia dopo le esondazioni, tanto che ogni volta diventa complicato ripristinarla.
Il progetto per la nuova vasca di laminazione è totalmente diverso e innovativo e non ha nulla a che vedere con ciò si è realizzato con il velodromo. La nuova vasca, infatti, sarà un laghetto di acqua di falda che verrà svuotato in vista di una possibile esondazione e (dopo la pulizia dei fanghi tenuti separati e nuovamente riempito con acqua pulita) ripristinato in tempi rapidissimi, in quanto costruito con tecnologie adeguate per risanare in fretta il tutto dopo le esondazioni.
Ricordo, inoltre, che ci sono anche delle leggi rigide che riguardano lo smaltimento dei fanghi o dei rifiuti speciali e prevedono sanzioni pesantissime per chi non rispetta le norme.
Non si può, quindi, presentare la vasca come la devastazione del Parco Nord perché è sbagliato. Al Parco verrà poi concesso di recuperare due ettari di terreno che prima non aveva come compensazione per l’opera e anche nel rispetto delle nuove norme contro il consumo di suolo.
Questo progetto, quindi, ha fatto fare passi avanti importanti sia contro le esondazioni sia per la pulizia delle acque del Seveso.

Per seguire l'attività del senatore Franco Mirabelli: sito web - pagina facebook

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