L'Italia politica che non guarda all'Europa

"Su quale palcoscenico politico si stanno affrontando temi, dilemmi, scelte che richiedono dovunque, in ogni Paese europeo e al livello dell'Unione, posizioni e proposte politiche ben definite?
Nelle diverse e opposte aree politiche in Italia prevale l'introversione, il chiudersi nelle proprie vicende interne, di rottura e di ricomposizione, o di faticosa e polemica ricerca di nuove aggregazioni. Il tutto - rimarca l'ex Capo dello Stato - sta disegnando un quadro di allarmante incertezza, fragilità, immeschinimento della politica". "E il pericolo maggiore è costituito dall'aggravarsi delle debolezze storiche dell'Italia nel contesto europeo: in primis l'instabilità di governo. L'esecutivo guidato con competenza ed equilibrio da Paolo Gentiloni è dunque più che mai il punto fermo da salvaguardare", sottolinea ancora Napolitano. "È per tutti segno di elementare responsabilità nazionale incoraggiare lo sviluppo della sua politica interna e internazionale, senza che esso sia condizionato da alcun egocentrismo (fenomeno mai prima così diffuso nella nostra storia repubblicana), né da alcuna pressione oppositoria distruttiva. E va in Parlamento verificata innanzitutto - continua Napolitano - la possibilità di un sostegno condiviso al governo Gentiloni per il Consiglio europeo del 9-10 marzo, e già per l'imminente incontro del 6 marzo a Versailles tra i Capi di Stato e di governo dei tre maggiori Paesi fondatori dell'Europa unita...Incontro al quale si è associata l'amica Spagna, dando così prova di flessibilità e lungimiranza".