Il PD riparta da Welfare e Lavoro
"Nessuna politica è efficace senza un partito che la faccia vivere tutti i giorni nella società e dobbiamo onestamente dirci che una delle ragioni dei minori consensi raccolti sta anche in un partito fragile, spesso ripiegato su se stesso e che con difficoltà mantiene radici nel territorio e nella società". L'analisi, riferita al Pd, è di Piero Fassino, intervistato dal Mattino. Fassino invita al "cambio di passo, ricostruendo un partito che abbia i piedi saldamente piantati nella società". Soprattutto al Sud, precisa, "bisogna mettersi alle spalle il notabilato e avviare un rinnovamento profondo. Ritornare alla discussione e puntare su energie che vogliano impegnarsi seriamente sul territorio e non solo nella comunicazione virtuale".
La riflessione di Matteo Renzi "mette in campo molti temi di discussione", aggiunge. "Da un lato, vi compare l'orgoglio della rivendicazione dell'azione del governo guidato da Renzi, come è giusto che sia. Da un altro lato, c'è il riconoscimento dei limiti di un'attività di riforme che, per essere continuata, ha bisogno di un cambio di passo". "Seguendo l'agenda indicata dagli elettori, che hanno fatto capire, nel voto sul referendum, di avere precise priorità". Il lavoro prima di tutto e poi il sistema del welfare e l'immigrazione. Infine "il tema che considero più complesso e rilevante: gli investimenti, le infrastrutture, la ricerca, la formazione e tutto ciò che serve all'Italia per avere uno sviluppo vero e duraturo", dice Fassino. "E questo significa disporre di una quantità di risorse finanziarie molto più alta di quella fin qui utilizzata. Per liberare più risorse è però ormai urgente, e non più rinviabile, aggredire l'enorme debito pubblico che grava come un macigno sulle spalle del Paese".
La riflessione di Matteo Renzi "mette in campo molti temi di discussione", aggiunge. "Da un lato, vi compare l'orgoglio della rivendicazione dell'azione del governo guidato da Renzi, come è giusto che sia. Da un altro lato, c'è il riconoscimento dei limiti di un'attività di riforme che, per essere continuata, ha bisogno di un cambio di passo". "Seguendo l'agenda indicata dagli elettori, che hanno fatto capire, nel voto sul referendum, di avere precise priorità". Il lavoro prima di tutto e poi il sistema del welfare e l'immigrazione. Infine "il tema che considero più complesso e rilevante: gli investimenti, le infrastrutture, la ricerca, la formazione e tutto ciò che serve all'Italia per avere uno sviluppo vero e duraturo", dice Fassino. "E questo significa disporre di una quantità di risorse finanziarie molto più alta di quella fin qui utilizzata. Per liberare più risorse è però ormai urgente, e non più rinviabile, aggredire l'enorme debito pubblico che grava come un macigno sulle spalle del Paese".