Certo della mia innocenza
"Quello che aveva senso per me era comprendere l'iniziativa della Procura generale e verificare se ci sono altre questioni aperte oltre a quella per cui ho scoperto di essere indagato. I miei avvocati hanno fatto questa verifica, e non risulta altro", "al netto di ciò che prevede la legge Severino, se la materia è questa io non ho alcun problema con la mia coscienza, sono tranquillo e so di poter fare il lavoro per il quale i milanesi mi hanno eletto".
Così il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, in una intervista a Repubblica, parla dei suoi quattro giorni di autosospensione dopo il suo avviso di garanzia.
E aggiunge: "Io so che su questa Expo hanno indagato tutti, commissioni Antimafia, Anac, Procure, Procure generali. Guardia di Finanza, Corte dei conti... In ogni caso, lo ripeto, il mio problema era sapere se allo stato delle cose c'è altro. Non c'è". Aggiunge di avere fiducia nella magistratura ma evidenzia che "credo sia giusto dire che non è normale apprendere di essere indagato dai giornali, soprattutto mentre stai facendo un lavoro di responsabilità in nome della collettività. So bene che non è la prima volta, ma non voglio arrendermi al fatto che diventi normale". E Aggiunge: "Ho ricevuto centinaia di messaggi, mi hanno espresso solidarietà i sindaci di tutti gli schieramenti politici e le istituzioni milanesi. Mi ha chiamato anche il presidente del Consiglio Gentiloni, gli ho spiegato le ragioni del mio gesto. Ha capito, ha apprezzato la decisione di tornare a occuparmi della città. Gli ho chiesto di venire a Milano non appena la sua agenda glielo consente. Sono preoccupato, molto", "io sono un uomo pratico e cerco di essere rapido nel prendere decisioni e concretizzarle. Ma negli ultimi mesi mi sono sentito rispondere spesso: 'Aspettiamo il referendum'. Ora non vorrei che partisse il ritornello 'Aspettiamo le elezioni'. Non possiamo aspettare", "mi preoccupa la burocrazia. Veniamo da mesi di vuoto pre-referendario, non vorrei si sprofondasse subito nel vuoto pre-elettorale".
Così il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, in una intervista a Repubblica, parla dei suoi quattro giorni di autosospensione dopo il suo avviso di garanzia.
E aggiunge: "Io so che su questa Expo hanno indagato tutti, commissioni Antimafia, Anac, Procure, Procure generali. Guardia di Finanza, Corte dei conti... In ogni caso, lo ripeto, il mio problema era sapere se allo stato delle cose c'è altro. Non c'è". Aggiunge di avere fiducia nella magistratura ma evidenzia che "credo sia giusto dire che non è normale apprendere di essere indagato dai giornali, soprattutto mentre stai facendo un lavoro di responsabilità in nome della collettività. So bene che non è la prima volta, ma non voglio arrendermi al fatto che diventi normale". E Aggiunge: "Ho ricevuto centinaia di messaggi, mi hanno espresso solidarietà i sindaci di tutti gli schieramenti politici e le istituzioni milanesi. Mi ha chiamato anche il presidente del Consiglio Gentiloni, gli ho spiegato le ragioni del mio gesto. Ha capito, ha apprezzato la decisione di tornare a occuparmi della città. Gli ho chiesto di venire a Milano non appena la sua agenda glielo consente. Sono preoccupato, molto", "io sono un uomo pratico e cerco di essere rapido nel prendere decisioni e concretizzarle. Ma negli ultimi mesi mi sono sentito rispondere spesso: 'Aspettiamo il referendum'. Ora non vorrei che partisse il ritornello 'Aspettiamo le elezioni'. Non possiamo aspettare", "mi preoccupa la burocrazia. Veniamo da mesi di vuoto pre-referendario, non vorrei si sprofondasse subito nel vuoto pre-elettorale".