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Parità di Genere in Lombardia

Written by Sara Valmaggi.

Sara Valmaggi È stata finalmente approvata dal Consiglio regionale la legge che introduce la pari rappresentanza di genere negli organismi di governo delle società partecipate e negli enti le cui nomine spettano alla giunta e al Consiglio regionale: almeno un terzo dei componenti dei consigli di amministrazione dovranno essere donne (o uomini). La Regione recepisce così, con un certo ritardo e con un iter legislativo un po’ accidentato, la normativa nazionale del 2011, grazie ad una legge bipartisan di cui sono prima firmataria.
Durante la discussione in aula ha fatto scalpore l’intervento del capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo, che ha detto che le donne spesso non accettano incarichi pubblici perché preferiscono stare a casa a occuparsi della famiglia.
Certe provocazioni dimostrano che c’è ancora molta strada da fare per superare una concezione della donna maschilista e retrograda e che era indispensabile una forzatura legislativa per superare la mancanza di volontà politica di alcuni settori. Con la nuova legge la Lombardia fa un passo avanti significativo, in linea con quanto ci chiede anche l’Europa, ma c’è ancora molto da fare. La legge prevede che ci sia un monitoraggio e che ci siano meccanismi immediati che garantiscano la pari rappresentanza nel momento del voto in Consiglio, ma noi abbiamo anche chiesto, con un ordine del giorno, che la Regione vigili sul rispetto del principio anche in realtà come le fondazioni non coinvolte dalla normativa nazionale.
Intanto la Giunta ha presentato un progetto di legge per la modifica della normativa regionale elettorale con l’introduzione della doppia preferenza di genere. Il progetto, analogo a quello che avevamo già presentato all’inizio della legislatura, è ora all’attenzione della Commissione Affari istituzionale, dove abbiamo chiesto la trattazione abbinata.

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