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La beffa dei donatori

Written by Carlo Borghetti.

Carlo Borghetti Lo hanno fatto per anni. Senza nessun obbligo. Solo un senso di profonda solidarietà verso chi davvero soffre. E ora rischiano di pagare il loro altruismo piuttosto caramente. Sono tutti i lavoratori che nel corso della vita professionale hanno chiesto giornate di permesso per donare il sangue. E oggi, prossimi alla pensione, rischiano di dover rimanere in servizio ancora tanti giorni quanti sono stati quelli che hanno utilizzato per andare a fare il prelievo. Per alcuni si potrebbe trattare anche di parecchi mesi. Una situazione assurda e paradossale che con i suoi effetti potrebbe, oltre tutto, portare pesanti ripercussioni sulla raccolta italiana di sangue ed emoderivati.
Sulla questione sta intervenendo, a livello regionale, il gruppo del Pd:
"Abbiamo presentato in merito una mozione che verrà discussa nella prossima seduta di Consiglio regionale, martedì 8 ottobre - fa sapere Carlo Borghetti, primo firmatario del documento -. La nostra richiesta è semplice e chiara: la Giunta regionale intervenga presso il Governo nazionale affinché vengano assunte iniziative per ovviare a questa situazione e parificare l'astensione dal lavoro per donazione di sangue alle prestazioni effettive di lavoro. Dobbiamo assolutamente garantire la dovuta tutela a coloro che hanno compiuto imprescindibili atti di altruismo".
Nella mozione i consiglieri Pd ricordano come si è arrivati a questo punto: "Le disposizioni in materia di trattamenti pensionistici del Decreto Salva Italia hanno disposto che sulla quota di trattamento di pensione relativa all'anzianità contributiva maturata fino al 31 dicembre 2011 sia applicata una riduzione percentuale qualora il pensionamento anticipato avvenga prima del compimento dei 62 anni di età. Ma la riduzione non trova applicazione qualora la contribuzione prevista derivi esclusivamente da 'prestazione effettiva di lavoro', includendo in questa definizione i periodi di astensione obbligatoria per maternità, per l'assolvimento degli obblighi di leva, per infortunio, malattia e cassa integrazione guadagni ordinaria".
Qui sta il problema, dice Borghetti: "Nella definizione di 'prestazione effettiva di lavoro' non rientra l'astensione per donazione di sangue e di emocomponenti e, di conseguenza, il dipendente per poter accedere alla pensione anticipata senza subire penalizzazioni economiche, dovrebbe effettuare un periodo di lavoro aggiuntivo pari al numero di giornate di permesso richieste per le donazioni. Per alcuni significa dover 'recuperare' anche 3-5 mesi". Insomma, una misura che "rischia di far venire meno il riconoscimento della funzione civica, solidaristica e di pubblica utilità che si esprime nella donazione volontaria, responsabile e gratuita del sangue - insiste Borghetti -. Con il bisogno di sacche che c'è in Italia, con i rischi che si corrono a importarle dall'estero, con i continui appelli delle associazioni di donatori, che rispondono alle esigenze della sanità italiana, un provvedimento di questo genere dissuade chiunque, nonostante le buone intenzioni, a continuare a essere o diventare donatore. Poiché nella nostra regione il numero di questi cittadini è piuttosto alto, come consiglieri chiediamo alla Giunta regionale di intervenire quanto prima e sensibilizzare il Governo".

“Mai più penalizzazioni per la pensione dei donatori di sangue”.
Aggiornamento 8.10.2013 - Oggi in Regione è stata approvata una mozione, frutto dell’abbinamento di tre mozioni rispettivamente del Pd, del Pdl e dei Pensionati, per salvaguardare i diritti dei donatori del sangue. Con il Decreto Salva Italia infatti è stato disposto che le assenze dei donatori non rientrerebbero nella categoria della “prestazione effettiva di lavoro” e di conseguenza i dipendenti per poter accedere alla pensione anticipata senza subire penalizzazioni economiche dovrebbero effettuare un periodo di lavoro aggiuntivo pari al numero di giorni di permesso per le donazioni. “Un’ingiustizia che fa venir meno il riconoscimento della funzione civica e solidaristica della donazione volontaria. Stiamo parlando infatti di gesti di pubblica utilità. Regione Lombardia, con il suo peso, può spingere il legislatore nazionale, che in questa materia è competente, a cambiare una situazione che oggi aggiunge la beffa al danno – dice il firmatario della mozione Carlo Borghetti - . Per questo è importante oggi l’approvazione di questo documento unificato che impegna la giunta ad attivarsi presso il governo per inserire tra le prestazioni effettive di lavoro anche l’astensione per donazione garantendo la tutela di quei cittadini che compiono ogni giorno scelte di solidarietà e altruismo e oggi si vedono paradossalmente penalizzati. La mozione per il recupero dei giorni di pensione per i donatori, inoltre, chiede il ripristino anche di tutte le contribuzioni figurative eliminate dalla cosiddetta riforma Fornero, come ad esempio per i congedi parentali".
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