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Non ci difenderemo alzando muri

Written by Sergio Mattarella.

Sergio Mattarella«Il dialogo tra le fedi è una necessità storica» e «non ci difenderemo alzando muri verso l’esterno, o creando barriere divisorie al nostro interno». Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, venerdì, nel suo intervento all’apertura del meeting di Comunione e Liberazione a Rimini. Sui migranti, il capo dello Stato ha aggiunto che «ci vuole umanità verso chi è perseguitato, accoglienza per chi ha bisogno e, insieme, sicurezza di rispetto delle leggi da parti di chi arriva. Occorre severità massima nei confronti di chi si approfitta di essere umani in difficoltà, cooperazione con i Paesi di provenienza e di transito. Ci vuole intelligenza e visione per battere chi vuole la guerra». «La portata inedita delle migrazioni suscita apprensione — ha continuato Mattarella —.
Si tratta di un’ansia, di una paura comprensibile, che non va sottovalutata. Ma non dobbiamo farci vincere dall’ansia e dobbiamo impedire che la paura snaturi le nostre conquiste, la nostra civiltà, i nostri valori. Quelli per i quali noi europei siamo un modello e un traguardo nel mondo. Con la nostra civiltà, e senza rinunciare ad essa, sconfiggeremo anche i terroristi. Che seminano morte per tentare di cambiare i nostri cuori e le nostre menti. È questa una sfida per gli Stati democratici. Ma anche per le religioni».
«Missione dell’Italia è contribuire al suo rilancio» - «La missione di un’Italia consapevole del proprio ruolo, e della validità storica del progetto di integrazione europea, è esattamente quella di contribuire al rilancio dell’Unione», ha spiegato il presidente della Repubblica. «Lo stato dell’Unione Europea non ci soddisfa appieno, è vero. È — ha osservato — un’Europa incerta, impaurita, lenta, che ha ridotto la sua capacità di politica lungimirante e coraggiosa. Non è ancora riuscita a risolvere la divergenza tra chi la considera soltanto un’utile cornice entro cui gli Stati collaborano e chi, con maggiore ambizione e senso della storia, la considera un percorso di crescente integrazione politica».
«Egoismo non genere riscatto civile. Attenti al web» - Non solo però immigrazione e futuro dell’Europa nell’intervento del capo dello Stato. Mattarella, che ha aperto la mostra dedicata ai settant’anni della Repubblica, ha anche evidenziato che «gli inevitabili contrasti che animano la dialettica democratica non devono farci dimenticare che i momenti di unità sono decisivi nella vita di una nazione. E che talvolta sono anche doverosi. È un grande merito saperli riconoscere. Un Paese che non sa trovare occasioni di unità, diventa più debole». E ancora: «L’egoismo non genera riscatto civile. Può dare a qualcuno l’illusione di farcela da solo, mentre altri soccombono. La tentazione dell’isolamento rischia di pregiudicare anche le grandi opportunità di comunicazione che la scienza ci mette a disposizione, sovvertendone la funzione. Basta pensare alla tendenza di molti di collegarsi sul web soltanto a quelli che la pensano come loro, in circuiti ristretti e chiusi».
«Dar spazio alla visione dei giovani» - Il presidente della Repubblica ha poi sottolineato che «il nostro Paese è segnato da faglie antiche. A queste si sono aggiunte nuove divisioni, quelle prodotte dal naturale mutamento delle condizioni, non sempre regolato in maniera equilibrata, e quelle provocate dalla lunga crisi economica degli ultimi anni. Dobbiamo lavorare con impegno per ricomporre le ferite e rendere l’Italia più robusta, più solidale, più competitiva, più importante per la costruzione europea». E rivolgendosi ai giovani ha detto: «L’attitudine dei giovani a diventare protagonisti della propria storia costituisce l’energia vitale di un Paese. Questa spinta vale più di qualunque indice economico o di borsa. La nostra società sta invecchiando e ci sono rischi oggettivi che le potenzialità dei giovani vengano compresse. Dobbiamo scongiurare questo pericolo che minaccia la nostra, come altre, società». «Anche per questo — ha rilevato — in un tempo di cambiamenti epocali come il nostro è necessario prestare attenzione e dar spazio alla visione dei giovani. Tante nuove diseguaglianze stanno emergendo. Spesso sono proprio i giovani a pagarne il prezzo più alto. Occorre ricominciare a costruire ponti e percorsi di coesione e sviluppo. Occorre rendersi conto che vi è un destino da condividere. Stiamo parlando di condivisione dei benefici e delle responsabilità; e anche delle difficoltà. Condivisione dei diritti e dei doveri. Della memoria del nostro popolo e del suo sguardo verso il futuro».
 
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