Garante è dell’Infanzia, non della Lega
Questa mattina, durante una conferenza stampa, sono state presentate le attività del primo anno del Garante dell’Infanzia della Regione Lombardia, Massimo Pagani.
Già ritenuto inadatto per le sue prese di posizione sul profilo facebook personale, poche settimane fa Pagani era comparso, con tanto di maglietta con la scritta “Rho libera”, a fianco del leader della Lega Nord Matteo Salvini durante una visita al campo base di Expo in polemica con la prospettiva del trasferimento di 150 richiedenti asilo.
Massimo Pagani dovrebbe rendersi conto che non è Garante della Lega o di Salvini, ma di tutti i bambini della Lombardia. Attendiamo che venga anche in Ufficio di Presidenza, come da mia espressa richiesta, a illustrare nel dettaglio i risultati raggiunti in quest’anno.
Dico però fin d’ora che per quanto mi riguarda, anche per l’importanza che personalmente attribuisco alla figura del Garante dell’Infanzia, per la cui istituzione io e il mio gruppo abbiamo condotto una battaglia durata anni, sono pronta a proporre il procedimento di revoca previsto dalla legge.
Dico però fin d’ora che per quanto mi riguarda, anche per l’importanza che personalmente attribuisco alla figura del Garante dell’Infanzia, per la cui istituzione io e il mio gruppo abbiamo condotto una battaglia durata anni, sono pronta a proporre il procedimento di revoca previsto dalla legge.
Inoltre nella seduta odierna del Consiglio regionale l’Aula avrebbe dovuto nominare i due consiglieri componenti della Commissione consultiva dell’Ufficio del Garante, ma la maggioranza ha chiesto di rinviare perché non pronta. La Commissione consultiva avrebbe anche il compito di stimolare il Garante e magari di contenerne gli svarioni istituzionali. Non ce n’era bisogno ma questo episodio conferma ancora una volta la considerazione che il centrodestra regionale ha di questo istituto.
Gli episodi di violenza scoperti ieri al nido di viale Sarca sono sconvolgenti e indegni di un Paese come l’Italia e di una città come Milano. Di fronte alle menti criminali anche le regole migliori possono non bastare, ma certamente le istituzioni nazionali e regionali possono fare qualcosa per garantire meglio la qualità dei servizi educativi destinati ai più piccoli. Prima di tutto occorre che la Regione, in sinergia e sostenendo i Comuni, preveda controlli più frequenti ed efficaci e modalità di accreditamento più stringenti. Teniamo poi conto che in Lombardia le tipologie di servizi per l’infanzia sono molteplici e per alcune di esse non sono previsti requisiti stringenti per l’accreditamento. Il Governo, invece, ha già posto all’attenzione della Conferenza Stato-Regioni una legge che, oltre a dettare norme valide su tutto il territorio nazionale su standard organizzativi e strutturali e livelli di formazione degli operatori, prevede anche che i servizi per l’Infanzia siano servizi generalizzati, come la scuola materna, e non semplici servizi a domanda individuale. Ciò comporterebbe, grazie a un investimento a livello nazionale, l’ampliamento del servizio fornito dai nidi pubblici, statali e comunali, e la garanzia della qualità dei servizi erogati. Purtroppo la Regione si è limitata a sostenere la misura “nidi gratis” con una parte dei fondi statali destinati ad aumentare l’offerta di posti nei nidi pubblici. La misura è condivisibile, la fonte di finanziamento molto meno.
In merito a quanto successo, presenterò un’interrogazione all’assessore regionale competente.
Gli episodi di violenza scoperti ieri al nido di viale Sarca sono sconvolgenti e indegni di un Paese come l’Italia e di una città come Milano. Di fronte alle menti criminali anche le regole migliori possono non bastare, ma certamente le istituzioni nazionali e regionali possono fare qualcosa per garantire meglio la qualità dei servizi educativi destinati ai più piccoli. Prima di tutto occorre che la Regione, in sinergia e sostenendo i Comuni, preveda controlli più frequenti ed efficaci e modalità di accreditamento più stringenti. Teniamo poi conto che in Lombardia le tipologie di servizi per l’infanzia sono molteplici e per alcune di esse non sono previsti requisiti stringenti per l’accreditamento. Il Governo, invece, ha già posto all’attenzione della Conferenza Stato-Regioni una legge che, oltre a dettare norme valide su tutto il territorio nazionale su standard organizzativi e strutturali e livelli di formazione degli operatori, prevede anche che i servizi per l’Infanzia siano servizi generalizzati, come la scuola materna, e non semplici servizi a domanda individuale. Ciò comporterebbe, grazie a un investimento a livello nazionale, l’ampliamento del servizio fornito dai nidi pubblici, statali e comunali, e la garanzia della qualità dei servizi erogati. Purtroppo la Regione si è limitata a sostenere la misura “nidi gratis” con una parte dei fondi statali destinati ad aumentare l’offerta di posti nei nidi pubblici. La misura è condivisibile, la fonte di finanziamento molto meno.
In merito a quanto successo, presenterò un’interrogazione all’assessore regionale competente.
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