Milano città pilota per l'accoglienza
Intervista a Beppe Sala di Repubblica.
Milano può essere la città test per la questione immigrazione: siamo pronti a farlo, ma serve la collaborazione di tutti. Del governo, che deve fornirci gli strumenti adeguati, creando un organismo specifico. E degli altri comuni della Città metropolitana, che devono fare la loro parte: è quello che dirò ai sindaci lunedì, domani". Sabato il sindaco Beppe Sala ha visitato l'hub per i migranti in via Sammartini: per rendersi conto di persona di quanto sta facendo la macchina dell'accoglienza milanese. Ma, anche, di cosa serve per non far saltare gli ingranaggi.
Sindaco Sala, qual è la situazione attuale degli arrivi a Milano?
"Oggi in città ci sono poco più di 3mila migranti - mille in più di quanti ne potremmo accogliere ufficialmente - che diventano 4.500 in tutta l'area metropolitana. Fino a febbraio quasi tutti ripartivano dopo pochi giorni, ma adesso la tendenza è drasticamente invertita. Il 70 per cento fa richiesta di asilo, perché è sempre più difficile passare le frontiere".
Chi sono i migranti che arrivano?
"Per la maggior parte eritrei, sudanesi, egiziani. Pochissimi i siriani. Molti vengono identificati in altre questure, ma poi si spostano comunque a Milano, perché da qui sperano sia più facile ripartire, ma anche perché sanno che la macchina dell'accoglienza funziona. Tra istituzioni, terzo settore, Curia e i milanesi che volontariamente si mettono a disposizione, stiamo facendo miracoli. In soli due giorni sono state raccolte dieci tonnellate di aiuti. Ma questa non è un'emergenza temporanea e Milano si sta sobbarcando il peso maggiore: ecco perché serve una svolta".
Come pensa di affrontare una situazione di medio o lungo periodo?
"Stiamo lavorando per aprire l'ex caserma di via Corelli e per trovare un gestore per l'ex campo base vicino all'area Expo. Ma soprattutto stiamo cercando di affrontare situazioni diverse con risposte specifiche. Penso ai minori non accompagnati, che oggi sono circa un migliaio e di cui io, come sindaco, sono responsabile: avvieremo percorsi di scolarizzazione, non basta dare loro un letto".
Ci sono progetti anche per le donne?
"I volontari dell'hub segnalano che un'altissima percentuale di donne che transitano dalla Libia viene violentata. Arrivano qui incinta, disperate. Da domani, a Baggio, apriamo un centro di accoglienza per loro. E poi, sempre con l'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino, stiamo cercando di capire come dare un lavoro ai migranti, coinvolgendoli volontariamente e gratuitamente per iniziative di cura del territorio: avviene già, nei centri. Ma pensiamo di usare uno strumento simile alle borse lavoro per i disoccupati per chi si ferma a Milano per un po' di tempo".
Non teme l'accusa di togliere lavoro agli italiani?
"Io penso che i milanesi che si lamentano dei profughi debbano decidere cosa preferiscono: vederli impegnati in una attività o continuare a criticare perché stanno tutto il giorno a bighellonare nei parchi?".
Le potrebbero rispondere che non dovrebbero proprio arrivare in Italia.
"Chi ragiona in questo modo non si accorge delle evoluzioni in atto. Le associazioni umanitarie segnalano che in Turchia ci sono tre milioni di migranti: dopo il tentato golpe cosa accadrà? Potrebbero cercare di arrivare in Europa. Pensiamo davvero che la risposta siano i muri o i referendum come in Ungheria? La risposta umanitaria a chi fugge da guerre, fame e disperazione deve esserci: ma senza scaricare tutto il peso su una parte".
Ne ha parlato con il premier Renzi e il ministro Alfano, che lodano l'efficienza e la generosità di Milano?
"È giusto che Milano sia la città pilota per la gestione dei migranti, ma chiedo interventi concreti. Serve un organismo che possa in tempi più rapidi individuare e sistemare luoghi per l'accoglienza - penso alle caserme dismesse - avendo anche più fondi a disposizione, e che lavori su una ripartizione più equa dei migranti: gli arrivi non sono finiti".
Quali sono le previsioni per i prossimi mesi?
"Le stime parlano di circa 50mila possibili arrivi in Italia entro fine estate. Alcune migliaia potrebbero arrivare a Milano, eppure ci sono grandi comuni della nostra area metropolitana che non hanno accolto un migrante, perché al bando della prefettura si risponde su base volontaria" .
Se non si possono obbligare, cosa pensa di fare?
"Dopo una ricognizione sul territorio ho convocato per domani, d'accordo con il prefetto, 25 sindaci su 134 della Città metropolitana, tra cui quelli che finora non hanno dato disponibilità o ne hanno data poca. Vero, non posso obbligarli, ma esiste la moral suasion. Troverò una formula per far capire loro che il tema va gestito assieme. Perché se chiedono a Milano collaborazione su altre questioni, devono essere pronti a impegnarsi su questa".
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