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Legge delega sulla lotta alla povertà

Written by Ezio Casati.

Ezio CasatiLa lotta alle povertà è una delle priorità di questo Parlamento e del Governo Renzi. Secondo l'Istat (stime 2015) gli italiani in condizione di povertà assoluta sono 4 milioni e 598mila, pari a 1milione e 582 famiglie. Si tratta di numeri drammatici per i quali sono necessari interventi strutturali e decisivi.
Lo scorso 14 aprile la Camera dei Deputati ha così approvato, in prima lettura, una legge delega, collegata alla Legge di Stabilità 2016, che introduce misure di contrasto alle povertà tali da configurare un Piano di lotta con un capitolo di bilancio specifico che prevede interventi per 1 miliardo di euro all'anno.
Le novità principali della legge delega sono due: da un lato riorganizzare e sistematizzare tutti gli interventi sociali e di contrasto esistenti e dall'altro la creazione di un reddito di inclusione di contrasto alla povertà assoluta. Si tratta di una misura basata sia su trattamenti economici (fino a 400 euro) sia sull’azione della rete dei servizi sociali. Avrà carattere universale e sarà condizionata alla prova dei mezzi (ISEE, tenendo conto dell’effettivo reddito disponibile e di indicatori della capacità di spesa), nonché all’adesione a un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa. Questo ultimo elemento, ovvero la partecipazione a progetti di inserimento lavorativo, come condizione per accedere al reddito di inclusione, è a mio avviso importantissimo. Per non fare del puro assistenzialismo, ma sopratutto per incoraggiare e aiutare le persone e le famiglie in difficoltà a trovare nuove prospettive lavorative. Il reddito d'inclusione sociale, proprio per i motivi sopra esposti, non è da confondersi con un generico reddito di cittadinanza proposto da altre forze politiche.
Scendiamo allora nel dettaglio delle misure. La legge di stabilità 2016 (legge del 28 dicembre 2015, n. 208) aveva delineato una serie di interventi organici contro la povertà e l’esclusione sociale che oggi, grazie alla legge delega, vengono definiti in maniera puntuale.
1) un Piano nazionale triennale per la lotta alla povertà e all’esclusione;
2) un Fondo stabile per la lotta alla povertà e all'esclusione sociale;
3) il rafforzamento, l'estensione e il consolidamento della Carta acquisti sperimentale;
4) lo stanziamento di risorse certe per la lotta alla povertà per il 2016 e gli anni successivi: 380 milioni per il 2016, ai quali si aggiungono i 220 milioni della messa a regime dell’ASDI, destinata ai disoccupati poveri che hanno perso il diritto all’indennità di disoccupazione ai quali si aggiungeranno i fondi europei e, a decorrere dal 2017, 1 miliardo all’anno. A decorrere dal 2016, confluiscono nel Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale le ulteriori risorse stanziate per gli ammortizzatori sociali, nella misura di 30 milioni di euro per il 2017 e di 54 milioni di euro annui a decorrere dal 2018.
5) Riordino dei trattamenti, indennità, integrazioni di reddito e assegni di natura assistenziale o comunque sottoposti alla prova dei mezzi (Isee).
I beneficiari di queste misure saranno, prioritariamente, i nuclei familiari con figli minori o in condizione di disabilità grave o in cui siano presenti donne in stato di gravidanza e i soggetti disoccupati con più di 55 anni. I decreti attuativi dovranno, inoltre, prevedere un requisito di durata minima della residenza sul territorio nazionale.
In definitiva, questo storico intervento contro le povertà, può essere sintetizzato così: fino a 400 euro mensili per le famiglie in gravi condizioni (soprattutto con figli minori); misure per 600 milioni di euro nel 2016 e 1 miliardo nel 2017.

Intervento in Aula alla Camera dei Deputati durante la discussione della Legge delega sulla lotta alla povertà.
Parto da un principio e vorrei tentare di capire che la discussione sia una discussione vera, non fatta sulla pelle dei 4 milioni di italiani che hanno necessità. Questa è una misura iniziale, importante, vengono stanziati 600 milioni di euro, l'anno prossimo sarà un miliardo e vorrei passare da un concetto, che è quello che secondo me giustamente viene dato questo reddito di inclusione garantito, che mette insieme i redditi di cui dispongono le persone con un reddito aggiuntivo, che non è vero che è di 56 euro, che può arrivare fino a 400 euro.
Ma soprattutto crea un'alleanza importante tra chi ha necessità e coloro a cui viene dato aiuto, che è quella di fare le cose assieme, di non fare un assegno come quello di cittadinanza, che invece secondo me un grande rischio porta con sé, che è quello dell'esclusione, di mettersi nella capacità del mondo attivo, ma di essere soltanto assistiti. Io non voglio vedere il mio Paese, un Paese come molti Paesi del sud America con le code fuori dagli sportelli. Io voglio vedere un Paese che si mette in gioco.

Volevo sostanzialmente evidenziare una questione. Questo è un provvedimento importante, che punta, come dicevo nel mio intervento precedente, a dare un inizio ad un percorso. Però, la centralità di questo intervento è valorizzata sulla figura dei bambini e sulla figura dell'infanzia. Quindi, il valorizzare questo pezzo penso che sia un orgoglio per la Camera, un orgoglio di tutte le forze politiche. Abbiamo posto un obiettivo, che è quello di tutelare i minori. Cominciamo da lì; non solo da lì, cominciamo dagli esclusi dal mondo del lavoro, cominciamo da tutta una serie di situazioni. Però, mi pare assolutamente importante puntare al fatto che si lavori nell'ottica di dare solidarietà a una parte almeno di quei 4 milioni di persone che vivono la povertà veramente come un dramma quotidiano. A questi diamo ristoro in maniera dignitosa.

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