La decisione sulla legge elettorale dopo il referendum
Intervista di Carlo Bertini pubblicata da La Stampa
Onorevole Rosato, davvero sta per implodere il Governo?
Onorevole Rosato, davvero sta per implodere il Governo?
«No, il governo è solido, stando alle indiscrezioni sarebbe dovuto cadere una volta al mese. Siamo qui ed è uno dei governi più longevi nella storia della repubblica».
Però non sono favole queste voci su Ncd in fibrillazione…
«Sono problemi interni a Ncd che esistono certo, ma sono convinto che troveranno una composizione al loro interno come normale che sia.
Con loro c`è un accordo di legislatura che parla di riforme delle istituzioni ed economico sociali. Abbiamo un bel pezzo di strada da percorrere e molto lavoro da fare. Non vedo nessun buon motivo per interrompere adesso».
Con loro c`è un accordo di legislatura che parla di riforme delle istituzioni ed economico sociali. Abbiamo un bel pezzo di strada da percorrere e molto lavoro da fare. Non vedo nessun buon motivo per interrompere adesso».
Lei è uscito allo scoperto per blindare Alfano dagli attacchi. È bastato a calmare gli animi degli alleati?
«La posizione del Pd non serve a quello ma ad esprimere fiducia nell’operato del ministro, in quanto le cose che abbiamo letto lo rendono estraneo a fatti per cui non è stato neppure chiamato in causa».
I 5Stelle chiedono dimissioni per una questione di opportunità come per Lupi. Sbagliano?
«Sono il partito della doppia morale. L`opportunità delle dimissioni esiste solo per gli altri partiti. Inutile citare l`elenco di loro sindaci con avvisi di garanzia. Devono cominciare a fare un esame di coscienza».
In realtà gli alfaniani fremono perché vogliono cambiare l’Italicum per poter avere un futuro politico. Possibile?
«Agli italiani interessa che ci occupiamo di lavoro, contrasto alla povertà, semplificazione. Dopodiché non abbiamo negato, se si paleserà una maggioranza adeguata, il dialogo anche sulla legge elettorale. Ma è un tema da affrontare con serenità dopo il referendum».
Pure Franceschini vuole cambiarla per tornare alle coalizioni. Gioco delle parti o idea sua che il premier non condivide?
«Ogni decisione sarà presa nel momento giusto».
Lei scommetterebbe una cena con i colleghi che se Renzi perderà il referendum non sarà Franceschini a sostituirlo?
«Scommetto una cena che vinciamo il referendum e che Renzi continuerà a fare il premier».
C’è un rischio di crisi di governo prima del referendum?
«Con quello che succede in Europa e nel mondo, sembra impossibile che ci sia un pezzo di classe dirigente della maggioranza che voglia mandare in crisi il governo. Io non ci credo. Il senso di responsabilità nei confronti degli italiani è di certo più alto del dibattito interno ai nostri partiti».
Ne è davvero sicuro?
«Davvero».
A Renzi potrebbe forse convenire andare alle urne e rinviare il referendum. O no?
«Tutte le scelte che ha fatto Renzi sono state fatte nell’interesse del paese e non in quella della nostra parte politica. Fin quando ci sarà una maggioranza per governare, non c`è nessun motivo per non continuare a farlo».
Anche se un pezzo del suo partito non voterà la fiducia?
«Io a questa minaccia non ci credo. Abbiamo la capacità di trovare una sintesi sulle cose importanti e lo faremo. Ad esempio sul referendum la posizione del Pd è quella che hanno assunto i gruppi parlamentari, un sì alle riforme. Ciò non vuol dire che tra i militanti non ci sia chi si esprimerà in modo diverso, ma non sono due posizioni con la stessa dignità».
Ma cosa penserebbe l’Europa che ci deve concedere la flessibilità, se l’Italia perdesse la guida in estate e dopo la Brexit?
«Sarebbe un disastro, ma non accadrà, perché il governo tiene e mangeremo il panettone».
Invitiamo a leggere anche l'intervista a Ettore Rosato del Corriere della Sera (PDF)»»
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