Le donne in politica
La presenza di donne elette in Italia è ancora molto bassa, perché essere elette significa che gli elettori devono scrivere il cognome della candidata sulla scheda elettorale ovvero indicare la preferenza.
Le ragioni di tale situazione sono purtroppo molteplici: ad esempio la difficoltà degli italiani a scrivere la preferenza, a volte la natura poco incline al rischio delle donne, la mancanza da parte dei partiti di investimenti sulle candidature femminili, la mancanza di risorse economiche da parte delle donne per potersi sponsorizzare.
Dopo lunghe battaglie, le donne hanno ottenuto la Legge 215, del 2012 che con lo scopo di «promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei consigli e nelle giunte degli enti locali e nei consigli regionali» incrementando la rappresentanza femminile nelle istituzioni, introduce due novità fondamentali: la presenza nelle liste di un minimo dei 2/3 del genere meno rappresentato e la doppia preferenza di genere.
Inoltre, tale legge determina una modifica di tutti gli statuti dei Comuni derivante dall’obbligo di inserire la norma sulla necessità di garantire, e non solo promuovere, la parità numerica o il numero più vicino ad essa in relazione al numero di donne, cui dare deleghe nelle Giunte Comunali. In relazione al provvedimento sulla doppia preferenza, in sostanza viene sancito che nei Comuni con popolazione superiore ai 5.000 abitanti vi è la possibilità di indicare due nomi sulla scheda elettorale, purché appartenenti alla stessa lista e di sesso opposto. Qualora tali criteri non siano rispettati la pena è l’annullamento della seconda preferenza.
Le ragioni di tale situazione sono purtroppo molteplici: ad esempio la difficoltà degli italiani a scrivere la preferenza, a volte la natura poco incline al rischio delle donne, la mancanza da parte dei partiti di investimenti sulle candidature femminili, la mancanza di risorse economiche da parte delle donne per potersi sponsorizzare.
Dopo lunghe battaglie, le donne hanno ottenuto la Legge 215, del 2012 che con lo scopo di «promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei consigli e nelle giunte degli enti locali e nei consigli regionali» incrementando la rappresentanza femminile nelle istituzioni, introduce due novità fondamentali: la presenza nelle liste di un minimo dei 2/3 del genere meno rappresentato e la doppia preferenza di genere.
Inoltre, tale legge determina una modifica di tutti gli statuti dei Comuni derivante dall’obbligo di inserire la norma sulla necessità di garantire, e non solo promuovere, la parità numerica o il numero più vicino ad essa in relazione al numero di donne, cui dare deleghe nelle Giunte Comunali. In relazione al provvedimento sulla doppia preferenza, in sostanza viene sancito che nei Comuni con popolazione superiore ai 5.000 abitanti vi è la possibilità di indicare due nomi sulla scheda elettorale, purché appartenenti alla stessa lista e di sesso opposto. Qualora tali criteri non siano rispettati la pena è l’annullamento della seconda preferenza.
E’ essenziale che anche nella Citta Metropolitana di Milano, gli elettori approfittino della possibilità di esprimere tale doppia preferenza sia perché consente a ciascuno di noi di scegliere più candidati che ci rappresentano rispetto a prima sia per l’opportunità di inserire più donne in politica; a tale proposito sottolineo che la politica e le istituzioni hanno bisogno delle donne, della nostra trasparenza ed incorruttibilità nonché della nostro essere pragmatiche e della nostra capacità di sintesi, soprattutto in questo momento di sfiducia e disamore per politica ed istituzioni, in cui il fattore Donna può e deve essere una grande opportunità di crescita e di innovazione.
Colgo l’occasione oggi per evidenziare che investire delle donne è inoltre una opportunità di crescita non solo nella politica. Nella fase delle primarie ho lavorato con un gruppo di donne del Comitato Noi Donne con Sala per cercare di identificare le esigenze delle donne su cui sensibilizzare il nostro candidato sindaco Sala. In tale occasione, riflettendo più a fondo mi sono resa conto che i temi femminili sono spesso in realtà temi che riguardano la famiglia e spesso le iniziative da mettere in campo sono iniziative per le donne ma anche e soprattutto per la famiglia. Infatti, al giorno d’oggi i ritmi sono cambiati, in famiglia è sempre più necessario avere due stipendi e quindi le donne lavorano, vi è un progressivo invecchiamento della popolazione: tutto ciò fa emergere una crescente necessità di adattare i servizi alle rinnovate e nuove esigenze sia delle donne che delle famiglie.
In tale contesto, infatti, ritengo sia davvero importante che la politica promuova e sostenga la conciliazione dei tempi da dedicare al lavoro e quelli da dedicare alla famiglia e, soprattutto, che metta in campo iniziative che consentano alle donne e alle famiglie di prendersi cura dei propri bambini e dei propri anziani in modo adeguato.
In questo ambito molto si è fatto ma molto si può ancora fare, come ad esempio incentivare i nidi in famiglia, molto diffusi ed efficaci in Trentino. La mamma che decide di intraprendere tale attività ha la possibilità di gestire il nido lavorando nella propria a casa e accudendo insieme al proprio figlio un numero ragionevolmente ridotto di altri bambini offrendo, quindi, un servizio di qualità e personalizzato anche alle esigenze dei pochi bambini gestiti e delle loro famiglie; inoltre si potrebbe creare una banca dati delle babysitter per quartiere, o ancora estendere l’esperimento di zona 1 relativo all’apertura estiva dei CAM anche negli altri quartieri.
Questi sono solo alcuni esempi di iniziative da portare avanti nel nostro territorio, iniziative che come anticipato determinano un vantaggio per tutta la famiglia. Sono anche iniziative che emergono dalle donne pensando non solo alle proprie esigenze ma anche a quelle della propria famiglia di cui spesso si occupano mentre lavorano in un contesto sociale enormemente mutato. Sono idee portate alla politica dalle donne, idee che possono sempre essere integrate e migliorate anche mediante lo strumento partecipativo dei Comitati di Quartiere, previsti con l’istituzione dei Municipi, ma soprattutto sono idee da realizzare per contribuire a migliorare la qualità di vita delle famiglie e dell’economia in generale. Infatti, non bisogna dimenticare che investire nelle donne non solo determina miglioramento della qualità di vita delle famiglie nel loro complesso ma anche effetti quali l’aumento dei tassi di occupazione delle donne, che non sono costrette ad abbandonare il lavoro per accudire bimbi ed anziani e, quindi, un incremento dei redditi delle famiglie e della propensione ai consumi con effetti positivi sul sistema in generale.
Per seguire l'attività di Rosy Cinefra, candidata al Municipio 9 di Milano: Presentazione - Pagina Facebook