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Idee per la mobilità di Milano

Written by Fabrizio Barini.

Fabrizio BariniSono passati oltre 4 anni da quando l’amministrazione di centrosinistra decise di sostituire l’Ecopass con il sistema dell’Area C. I risultati sono stati positivi ed evidenti: rispetto all’era Moratti gli ingressi medi giornalieri per settimana si sono ridotti del 30% con benefici per il traffico e la salute. Eppure, chiunque viva e lavori a Milano, non può fare a meno di constatare che la mobilità cittadina resta un problema.
Ci sono molte aree urbane dove spostarsi in auto è pressoché impossibile in alcune ore di punta ed altre sistematicamente congestionate, nonostante siano all’interno dell’Area C. Possiamo citare ad esempio: il tratto Cadorna - Largo Mattioli, passando da Cairoli/Cusani tra le 9 e le 11 del mattino, piuttosto che da Cordusio in Via Monti, passando per Meravigli/Magenta dalle 17:30 alle 19:00.
Per non parlare di Procaccini, il Monumentale, Viale Papiniano.
Il provvedimento Area C ha natura sperimentale e come tale è suscettibile di modifiche e aggiustamenti basati sull’esperienza di questi 4 anni e dei cambiamenti in atto nella società e nelle abitudini dei cittadini. Tra le ipotesi da sottoporre a nuova sperimentazione potrebbe esserci quella di rivedere il ticket per l’accesso all’Area C in particolare prevedere un costo di accesso molto elevato per i non residenti.
Un’idea già lanciata da Legambiente nel 2012 a seguito di un sondaggio secondo il quale il 50% dei Milanesi accetterebbe di buon grado un aumento del ticket degli ingressi nella Cerchia dei Bastioni, giudicato troppo basso.
A Londra, per esempio, la Congestion Charge varia da 10,5 a 14 sterline al giorno, con il cambio odierno un range tra 13,8 e 18,5 euro. Una cifra ben diversa rispetto al ticket di 5 euro pagato a Milano e ai 4,5 euro del biglietto ATM giornaliero. Tariffa, quest’ultima, non particolarmente favorevole per i mezzi pubblici, in particolare di quelli di superficie che, dentro e fuori dall’Area C, sono annegati nel traffico veicolare.
Con un aumento del ticket dell’Area C le conseguenze sarebbero le seguenti: ulteriore riduzione dei veicoli in ingresso; miglioramento della circolazione per taxi e mezzi di superficie; incremento dell'utilizzo dei mezzi pubblici; maggiore sicurezza per biciclette e pedoni; ulteriore riduzione delle emissioni.
Si potrebbe obiettare che un aumento delle tariffe porterebbe a minori incassi per il Comune, ma l’Area C non ha finalità di lucro quanto piuttosto la riduzione della circolazione dei veicoli nell’area della prima cerchia, con conseguente riduzione delle emissioni nocive. Vero, forse, è però che l’aumento della tariffa di accesso, insieme al maggior utilizzo del servizio pubblico, potrebbe addirittura aumentare gli incassi comunali.
Probabili saranno le reazioni negative da parte dei commercianti e dei gestori dei parcheggi all’interno dell’Area C come già accaduto nel 2012. I primi non hanno ancora compreso il vero valore di un’area servita esclusivamente da mezzi pubblici e taxi e dunque mantengono un atteggiamento di diffidenza ma senza una vera ragione (l’esperimento ZTL di Paolo Sarpi insegna come sia stato possibile rilanciare una zona prima depressa) i secondi (i parcheggiatori) potrebbero avere motivazioni fondate. Ma la soluzione è semplice: chi accede all’Area C, ed utilizza un parcheggio regolamentato per almeno 2 ore, pagherebbe per l’accesso (direttamente tramite il gestore del parcheggio) il vecchio ticket di 5 euro. In questo modo si incentiverebbe l’utilizzo dei parcheggi con la giusta garanzia del ritorno dell’investimento per i gestori.
Milano non ha ancora raggiunto una dimensione di metropoli a misura d’uomo ed è arrivato il momento di fare qualcosa di importante per portarla allo stesso livello delle altre grandi città europee. Serve però coraggio e determinazione, ma soprattutto la convinzione che spesso le scelte giuste, nel breve periodo, sono difficili, osteggiate, aspramente contestate.

Per seguire l'attività di Fabrizio Barini: Sito Web - Pagina Facebook - Twitter @FabrizioBarini

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