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Attacco all'Europa

Written by Associazione Democratici per Milano.

bruxelles_22032016Bruxelles, il cuore dell'Europa, è sotto attacco. Prima due esplosioni all'aeroporto di Zaventem, alle 8 del mattino, hanno ucciso almeno 14 persone. Ad agire sarebbe stato almeno un kamikaze. Un'ora dopo un'altra bomba è esplosa in centro, alla fermata di metro Maelbeek, vicino alle istituzioni europee, uccidendo almeno 20 persone. In totale i feriti sono più di 100 e fra questi ci sarebbero anche degli italiani, ma con lesioni lievi. Lo Stato islamico ha rivendicato la responsabilità degli attentati di Bruxelles, attraverso l'agenzia di stampa Amaq.
Le esplosioni a Zaventem sono avvenute nella hall delle partenze, al terminal A, accanto al banco della American Airlines e della Brussels Airlines. A quell'ora - intorno alle 8 - l'area era piena di passeggeri. E' stata una strage. Ma poteva andare anche peggio perché è stata trovata una terza bomba - forse una cintura o un giubbotto esplosivo - che non è esplosa. La polizia ha evacuato lo scalo, interrotto i voli e i collegamenti ferroviari. Prima delle due esplosioni, secondo l'agenzia di stampa belga, si sarebbero sentiti urli in arabo e spari. Le forze dell'ordine temono che ci siano ancora dei terroristi nascosti nello scalo.
Sotto attacco anche il centro della città e l'area dove si trovano gli uffici dell'Unione Europea. Erano le 9.15 quando si è sentita un'esplosione nella stazione di metropolitana Maelbeek a due passi dalle istituzioni europee. Dalla stazione sono uscite persone che urlavano, insanguinate. Una delle due uscite di questa stazione porta alla sede della Commissione europea, l'altra al Consiglio europeo. Il cuore dell'Unione europea, dove ogni giorno lavorano centinaia di esperti e funzionari.
Fonte: La Repubblica.

Riportiamo qui di seguito alcune reazioni a quanto avvenuto:

Patrizia Toia (Capodelegazione PD al Parlamento Europeo): Stiamo vivendo l’orrore di questa giornata dal Parlamento europeo, con l’ansia, il dolore e la sofferenza di tutte le donne e gli uomini colpiti da questo attacco vile. Ci stringiamo stretti ai familiari delle vittime, a loro il nostro cordoglio per la perdita dei loro cari. L’attacco cieco che è stato sferrato oggi non ci farà arretrare di un millimetro dalle nostre convinzioni; il terrorismo non fermerà l’Europa della pace e della civiltà, quella costruita dai nostri padri e per la quale noi continueremo a combattere. Il nostro impegno quotidiano in parlamento sarà quello di accelerare l’approvazione di tutte le misure urgenti necessarie per fermare la barbarie terrorista, a partire dall’aggiornamento della direttiva contro il terrorismo, per una maggiore integrazione e coordinamento delle polizie e delle intelligence europee, per colpire e smantellare ogni forma di connivenza e complicità con il terrorismo. Ora siamo accanto a Bruxelles, colpita a morte e a tutto il Belgio. Continueremo a batterci per l’Europa della civiltà e della pace. "Noi bloccati all'Europarlamento nella città insanguinata" di Patrizia Toia pubblicato da L'Unità 23.03.2016 (PDF)»»
"L'ora delle responsabilità" di Patrizia Toia pubblicato da L'Unità 26.03.2016»»

Emanuele Fiano (Responsabile Sicurezza Segreteria Nazionale PD): Esprimo il mio cordoglio per le vittime e ovviamente anche la nostra preoccupazione. Siamo di fronte ad un fenomeno che è indice di una forza di questi assassini, di una capacità organizzativa e di una capacità di tenuta di questa organizzazione nel tempo. La lotta al terrorismo è asimmetrica e si sviluppa su piani diversi. Da un lato c'è una complessa situazione internazionale, in secondo luogo c'è una questione di prevenzione sui territori europei. Nessuno può pensare, nonostante l'ampiezza delle forze disponibili, di essere impermeabile a questo tipo di attacchi perché non esiste l'impermeabilizzazione completa. Si possono però fare molte azioni preventive, Francia e Belgio in questo senso hanno mostrato delle falle purtroppo. Questi attentati arrivano a 4 mesi dagli episodi del Bataclan e la conseguente fuga degli attentatori. Fa un po' impressione che in Belgio in questi mesi non si sia riuscita a neutralizzare questa rete estesa di organizzazione terroristica. L'Italia invece, anche forse per l'esperienza con il terrorismo negli anni di piombo, dal punto di vista della prevenzione si è dimostrata molto efficiente. Ritengo molto alta la capacità del nostro sistema anti-terroristico. Molti nel centrodestra dicono al governo di svegliarsi perché siamo in guerra... Non abbiamo bisogno di consigli per capire che siamo in guerra. L'Italia è all'avanguardia nelle misure di prevenzione e repressione di questi fenomeni. Considero cinico speculare oggi sulla politica, nel momento del cordoglio per le vittime. Mi pare di aver sentito che Salvini abbia detto che bisogna chiudere le moschee. Invece io dico che bisogna prendere coloro che attraverso l'Islam professano la morte, la guerra all'occidente. Non sono affatto d'accordo che collaborare con chi vuole espellere dall'Islam coloro che professano la jihad significa chiudere tutte le moschee. Io non penso che tutto l'Islam sia jihad e non lo penso perché lo so per certo.

Marina Sereni (Vicepresidente della Camera dei Deputati): Non possiamo che esprimere sentimenti di sgomento per quanto sta accadendo a Bruxelles in queste ore. Le immagini e le notizie che ci giungono dall'aeroporto e dalle stazioni della metropolitana della capitale belga sono terribili, mostrano l'estrema pericolosità del terrorismo di matrice islamica che colpisce in maniera sanguinaria persone innocenti nei luoghi e nelle attività della vita quotidiana. L'obiettivo della violenza terroristica è fin troppo chiaro: minare le fondamenta della nostra civiltà, impedire la convivenza tra culture, etnie e religioni diverse, far prevalere la paura e l'odio sui valori della vita e della democrazia. Dobbiamo reagire, con fermezza assoluta, con ogni strumento compatibile con la cultura del diritto e dei diritti su cui l'Europa è nata e cresciuta. Più vigilanza, più cooperazione tra le intelligence, più prevenzione per tagliare ogni legame tra i terroristi e il tessuto sociale delle nostre città. Ogni paese deve fare la sua parte per combattere con efficacia il rischio di azioni terroristiche, tutti insieme in Europa dobbiamo approntare una strategia unitaria, superando l'illusione di poter fare ciascuno in casa propria. Proprio la minaccia terroristica dimostra la necessità e l'urgenza di una maggiore coesione e solidità della costruzione europea. Per questo al cordoglio e al dolore per le vittime, alla solidarietà che dobbiamo far sentire alle autorità e al popolo belga, dobbiamo accompagnare l'impegno a moltiplicare ogni sforzo per unire le forze contro la follia jihadista. Video»  

Ezio Casati (Deputato PD): La strage di Bruxelles, con il carico di morte e violenza, proprio al centro della nostra Europa ci riporta nella drammatica realtà della lotta al terrorismo. L'Unione Europea ed ogni suo stato reagiscano con unità, fermezza e senza dimenticare le ragioni della nostra storia e cultura. Democrazia, tolleranza e libertà siano ancora, più del passato, i nostri valori guida. Ora è il momento di reagire come istituzioni statali ed europee nei termini della sicurezza, della prevenzione e della lotta ai terroristi. Si decida per costituire e coordinare la strategia a livello unitario: occorre investire in una struttura di sicurezza europea e persino una procura generale europea. I servizi segreti lavorino di più e meglio insieme, con collaborazione costante e continua. Allo stesso tempo dobbiamo investire nella sicurezza e nella cura delle nostre periferie. Dove esisteranno scuole e spazi pubblici destinati al dialogo e alla cultura si potranno prevenire i germi della violenza. La tristezza, la commozione e la rabbia si devono trasformare nella determinazione di una risposta forte e democratica contro la barbarie dei terroristi.

Ettore Rosato (Capogruppo PD alla Camera dei Deputati): Colpire Bruxelles oggi, Parigi ieri, significa colpire il cuore dell’Europa; ledere alla radice le nostre libertà e il sentimento di pace e democrazia che accomuna i nostri Paesi. Quello di Bruxelles è stato un attentato vile, volgare, che ha visto nuovamente presi di mira tanti cittadini innocenti. Questo è il momento del dolore e dell’apprensione per quanto accaduto e sta ancora avvenendo in queste ore all’aeroporto e alla metropolitana. La risposta delle Istituzioni europee, dei nostri governi, deve essere ferma e coordinata. Serve maggiore condivisione, serve più coesione, serve più Europa. Così come serve che di fronte a questi drammi, i partiti politici italiani sappiano mettere da parte le polemiche strumentali, mostrando un Paese che reagisce unito e solidale. Video»  

Debora Serracchiani (Vicesegretaria del Partito Democratico): Sono momenti terribili e i sentimenti si sovrappongono e confondono, ma non bisogna perdere la lucidità. È da condividere pienamente il monito del Capo dello Stato: l'Europa non può più' permettersi di rispondere in modo frammentario a un attacco che viene sferrato, proprio nel cuore delle istituzioni europee, con premeditazione e chiara volontà distruttiva. Solo un'Europa unita avrà la forza di prevenire e reagire in modo efficace.

Giuliano Pisapia (Sindaco di Milano): Il terrorismo ha colpito ancora, facendo una strage di innocenti a ‪#Bruxelles‬, nel cuore dell’Europa. Un’altra tragedia che ci porta a tenere sempre più alta l’attenzione. Bisogna contrastare i terroristi con tutti i mezzi possibili, ma dobbiamo continuare a non avere paura e dobbiamo rimanere uniti. Per difendere valori fondamentali, come la democrazia e la libertà, e per ribadire ancora una volta che contrasteremo il terrorismo con tutte le nostre forze, sempre e ovunque, e che i terroristi non riusciranno a vincere.

Giuseppe Sala (Candidato del centrosinistra a sindaco di Milano): Oggi dobbiamo essere uniti. Solo insieme sconfiggeremo il terrore e la paura.

Piero Fassino (Sindaco di Torino): Si rinnova a Bruxelles l'orrore di un terrorismo cieco e assassino. I pacchi bomba all'aeroporto, la stazione centrale bloccata, le esplosioni nella metropolitana raccontano ancora una volta di una pianificazione di morte. Seguiamo con sgomento le notizie che si susseguono in modo angosciante. Siamo vicini ai cittadini e alle autorità di Bruxelles in queste ore di immenso dolore.

Dario Franceschini (Ministro dei Beni Culturali): Gli Stati devono chiaramente garantire la sicurezza, ma i cittadini devono reagire. La risposta deve essere ovviamente di grande fermezza, collaborazione totale tra gli Stati nell'azione di contrasto, di intelligence, di prevenzione, ma anche una risposta delle popolazioni. Questo è evidentemente un tentativo di far cambiare il modo di vivere, di seminare la paura, di impedire la vita. Perché si sono colpiti luoghi molto diversi tra loro in cui le persone vivono la loro quotidianità. Oggi è stato purtroppo il turno di un aeroporto e di una metropolitana, ma non bisogna piegarsi a questo ricatto.

David Sassoli (Vicepresidente del Parlamento Europeo): È il momento di dire basta. I cittadini europei chiedono sicurezza. E a caldo, cercando di non farsi travolgere dalla tragedia ma con ancora negli occhi le lacrime degli uomini e delle donne che uscivano dalla metropolitana di Maelbeck, è il momento di assumere con determinazione delle iniziative indispensabili per la vita dei cittadini europei. E soprattutto perché all'indignazione, allo sgomento e al dolore vi sia una risposta all'altezza della sfida. L'Europa deve dotarsi subito di un meccanismo di difesa comune e di una intelligence europea. Non possiamo farne a meno. Non possiamo lasciare i cittadini europei in balia delle reti del terrore. A mani nude non si può rispondere alla ferocia e alla determinazione dimostrata dai terroristi. Non sappiamo se gli attentati di Bruxelles siano stati preparati prima o dopo il blitz di Molenbeek. Fatto sta che i terroristi ancora una volta hanno messo in mostra capacità organizzative e militari. Possiedono armi, esplosivi, una rete logistica diffusa. Come reagire senza strumenti? Come rispondere senza apparati di difesa e di intelligence comuni? L'Europa deve dotarsi subito di apparati capaci di analisi e intervento comune. La Ue è seconda solo agli Stati Uniti per spesa militare, ma non è la seconda potenza militare. Ventotto eserciti, aviazioni e quant'altro parcellizzano la spesa militare senza dotare l'Europa di una macchina efficiente e utile, in grado di coordinare interventi e garantire sicurezza al nostro spazio geografico. Integrare le strutture militari è la base per rendere efficiente anche il sistema di sicurezza interno. E ancora: decine di agenzie di intelligence nazionali provocano molto spesso corto circuiti, gelosie, rivalità che ostacolano reazioni tempestive, analisi accurate. Disfunzioni che impediscono attività di prevenzione. È ora di dire basta a questa inerzia. È il momento che la Commissione europea assuma con determinazione l'iniziativa di dotare l'Europa di strumenti senza i quali la reazione sarà sempre quella del giorno dopo. Il trattato di Lisbona lo consente. Abbiamo fatto l'Euro con chi ci stava e la cooperazione rafforzata fra Stati che condividono le stesse finalità è garantita giuridicamente. Occorre partire, poi altri si assoceranno. Ma serve che la Commissione Juncker tiri la volata, che alcuni paesi spingano. È inutile e retorico continuare a dire che il terrorismo non cambierà il nostro modello di vita. In parte è già avvenuto. Se vogliamo proteggerlo abbiamo bisogno di più Europa nel campo della sicurezza. Da subito, perché il terrorismo non ci aspetta e abbiamo capito che vuole continuare a seminare terrore e morte. "Barricati dentro casa con i telefoni isolati" di David Sassoli, Il Tempo 23.03.2016 (PDF)»»

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