Quello che resta da fare per le donne in Lombardia
Innanzitutto per aumentare il numero delle elette in Consiglio, (ancora oggi sono 16 su 80) deve essere approvata la legge che introduce l’obbligo della doppia preferenza di genere nella composizione delle liste, come già accade per le elezioni europee e comunali. Questo adeguandosi alla normativa nazionale in materia approvata il 3 febbraio scorso. Necessario, inoltre, facendo riferimento alla legge Golfo-Mosca del 2011, che stabilisce che nei cda delle società quotate e pubbliche almeno un quinto dei componenti siano donne, approvare due progetti di legge, presentati dalle minoranze e fino ad oggi ignorati, sulla pari rappresentanza nelle società partecipate.
Infine, Regione Lombardia deve rafforzare il proprio impegno nel contrasto alla violenza sulle donne. Dopo l’approvazione del Piano antiviolenza va riconvocato il tavolo antiviolenza, non riunito da mesi Per il 2016, inoltre, sarebbe essenziale un incremento delle risorse rispetto al 2015. La Regione, invece, ad oggi, non va in questa direzione. Le risorse a disposizione sono passate da un milione di euro del 2015 a 670 mila euro. Lo stesso ragionamento vale per il sostegno alle pari opportunità e la conciliazione. Per entrambe le voci di bilancio le risorse quest’anno sono state ridotte rispetto al 2015. Non vorremmo, inoltre, che queste risorse perdessero la loro precisa collocazione finanziaria e finissero nel calderone indistinto del fantomatico reddito d’autonomia.