La svolta storica delle Unioni Civili
Raccontare la scelta di mettere la fiducia sulla Legge sulle Unioni Civili stralciando la stepchild adoption come un cedimento ad Alfano o uno spostamento a destra del PD, è una lettura che non tiene conto dei dati di realtà: è dimostrato che non è pensabile rimettere l'esito di questa discussione in mano a un movimento come i 5 stelle, che ha dimostrato di preferire segnare la distanza dal PD piuttosto che lavorare per approvare le unioni civili. Semplicemente si tratta di costruire le condizioni, nella maggioranza, per portare a casa un risultato, dopo che per anni ogni tentativo di realizzarlo, dai DICO in poi, è stato sconfitto in Parlamento.
E’ quello per cui si sta lavorando e non è un risultato qualsiasi ma quello del riconoscimento alle coppie omosessuali degli stessi diritti previsti dalla Cirinnà escludendo solo la stepchild. Certo. Chiedere coraggio e disobbedienza, come fa anche Gad Lerner, ai parlamentari è una idea romantica ma priva di qualsiasi fondamento. Non basta testimoniare valori e idealità, serve riconoscere concretamente i diritti, serve approvare una legge senza che di nuovo le legittime aspettative di tanti vengano di nuovo frustrate in nome di una intransigenza sui principi astratta e improduttiva.
Né si tratta di rinviare sine die la legge aspettando che sia perfetta.
Insomma, se si guarda al merito, agli obbiettivi che si vogliono raggiungere, alla condizione data, credo che quella scelta sia la strada giusta.
La discussione di queste settimane racconta chiaramente che, al di là delle dichiarazioni, c'è in Senato una fortissima resistenza al riconoscimento delle unioni civili. Al di là della stepchild adoption, si è messo in campo ogni strumento per impedire l'approvazione della legge. Quindi, oggi riuscire ad approvare le unioni civili con tutte le norme previste nella Cirinnà, rimandando la stepchild ad una legge urgente e comunque necessaria sulle adozioni, diventa un obbiettivo ambizioso e molto concreto. Finalmente, dopo decenni anche il nostro Paese avrebbe una legge che riconosce diritti pieni alle coppie omosessuali, dall'assistenza, alla reversibilità, al cognome, al diritto alle case popolari. Altro che cedimento a chicchessia: un risultato importante nelle condizioni date. Resta il rammarico di non avere la garanzia in Senato di una maggioranza sulla stepchild adoption, su una norma che garantisca la continuità affettiva per i figli naturali di uno dei partner, cosa su cui, comunque, la magistratura ha spesso assunto un orientamento positivo.
Se quello di approvare la legge sulle unioni civili senza perderne altri pezzi è l'obbiettivo è evidente che la fiducia diventa lo strumento per evitare che tra centinaia di emendamenti e voti segreti si possa stravolgere la legge o, come potrebbe avvenire, si rischi, sui figli, di dare ai magistrati indicazioni diverse dalla via maestra: quella di garantire loro una continuità affettiva.
Tutti noi avremmo preferito approvare la legge Cirinnà così come è stata presentata, nella sua interezza. Ma è altrettanto certo che riuscire a riportare l'Italia nel contesto europeo sul terreno dei diritti civili sarebbe un risultato importante, davvero storico per il nostro Paese. Un primo risultato concreto da cui ripartire senza rinunciare a guardare alle esperienze più evolute che ci sono in Europa e nel mondo.
Articolo ripreso anche da L'Unità (file PDF)»»
E’ quello per cui si sta lavorando e non è un risultato qualsiasi ma quello del riconoscimento alle coppie omosessuali degli stessi diritti previsti dalla Cirinnà escludendo solo la stepchild. Certo. Chiedere coraggio e disobbedienza, come fa anche Gad Lerner, ai parlamentari è una idea romantica ma priva di qualsiasi fondamento. Non basta testimoniare valori e idealità, serve riconoscere concretamente i diritti, serve approvare una legge senza che di nuovo le legittime aspettative di tanti vengano di nuovo frustrate in nome di una intransigenza sui principi astratta e improduttiva.
Né si tratta di rinviare sine die la legge aspettando che sia perfetta.
Insomma, se si guarda al merito, agli obbiettivi che si vogliono raggiungere, alla condizione data, credo che quella scelta sia la strada giusta.
La discussione di queste settimane racconta chiaramente che, al di là delle dichiarazioni, c'è in Senato una fortissima resistenza al riconoscimento delle unioni civili. Al di là della stepchild adoption, si è messo in campo ogni strumento per impedire l'approvazione della legge. Quindi, oggi riuscire ad approvare le unioni civili con tutte le norme previste nella Cirinnà, rimandando la stepchild ad una legge urgente e comunque necessaria sulle adozioni, diventa un obbiettivo ambizioso e molto concreto. Finalmente, dopo decenni anche il nostro Paese avrebbe una legge che riconosce diritti pieni alle coppie omosessuali, dall'assistenza, alla reversibilità, al cognome, al diritto alle case popolari. Altro che cedimento a chicchessia: un risultato importante nelle condizioni date. Resta il rammarico di non avere la garanzia in Senato di una maggioranza sulla stepchild adoption, su una norma che garantisca la continuità affettiva per i figli naturali di uno dei partner, cosa su cui, comunque, la magistratura ha spesso assunto un orientamento positivo.
Se quello di approvare la legge sulle unioni civili senza perderne altri pezzi è l'obbiettivo è evidente che la fiducia diventa lo strumento per evitare che tra centinaia di emendamenti e voti segreti si possa stravolgere la legge o, come potrebbe avvenire, si rischi, sui figli, di dare ai magistrati indicazioni diverse dalla via maestra: quella di garantire loro una continuità affettiva.
Tutti noi avremmo preferito approvare la legge Cirinnà così come è stata presentata, nella sua interezza. Ma è altrettanto certo che riuscire a riportare l'Italia nel contesto europeo sul terreno dei diritti civili sarebbe un risultato importante, davvero storico per il nostro Paese. Un primo risultato concreto da cui ripartire senza rinunciare a guardare alle esperienze più evolute che ci sono in Europa e nel mondo.
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