Milano vista dalla metropoli
Il prossimo Sindaco di Milano, come il suo predecessore, svolgerà anche le funzioni di Sindaco della Città metropolitana, in quanto non si sono ancora verificate tutte e tre condizioni prevista dalla legge Delrio per avere l’elezione diretta del Sindaco metropolitano: infatti il Parlamento non ha ancora realizzato l’apposita legge elettorale, mentre il Consiglio metropolitano ha approvato il regolamento delle “zone omogenee” e il Consiglio comunale di Milano ha definito più estese funzioni di governo amministrativo alle nove zone del decentramento civico.
In effetti, di un Sindaco di respiro metropolitano si sente grande bisogno, perché uno dei problemi più sentiti da parte degli amministratori locali del grande hinterland milanese è proprio quello dei rapporti con il capoluogo.
Personalmente credo che sia stata giusta la scelta del legislatore di voler investire i Sindaci dei vari capoluoghi della responsabilità in prima istanza della nascita delle Città metropolitane, come pure quella di fare, sempre in prima istanza, dei Consigli metropolitani delle assemblee di secondo grado formate da Sindaci e consiglieri comunali.
Personalmente credo che sia stata giusta la scelta del legislatore di voler investire i Sindaci dei vari capoluoghi della responsabilità in prima istanza della nascita delle Città metropolitane, come pure quella di fare, sempre in prima istanza, dei Consigli metropolitani delle assemblee di secondo grado formate da Sindaci e consiglieri comunali.
Tale scelta infatti implica una responsabilizzazione dei capoluoghi, spesso inseriti in una dinamica autoreferenziale, in ordine al governo della più complessa realtà metropolitana, permettendo altresì gli amministratori degli altri Comuni di poter essere a loro volta responsabilizzati nel quadro complesso della gestione metropolitana.
D’altro canto, è un dato di fatto che molte scelte del capoluogo si riflettono direttamente o indirettamente sulla vita dei territori circostanti, talvolta ad amplissimo raggio, come pure è un dato di fatto che esistono aziende municipalizzate milanesi che esercitano la loro attività strategica ben al di fuori dei confini del capoluogo, a partire dall’ATM nel campo cruciale del trasporto urbano ed interurbano.
Qualcuno dice che la governance di queste aree tematiche è di per se stessa più importante degli aspetti gestionali: posto tuttavia che tale governance sia effettiva – ed è tutto da dimostrare- il problema reale è quello dello spostamento progressivo della funzione di governo dalla Milano “comunale” alla Milano “metropolitana”, un movimento che giustamente la legge Delrio definisce in duplice direzione, verso le municipalità del Decentramento civico e verso la Città metropolitana.
È importante quindi che Beppe Sala, consacrato dalle elezioni primarie del 6 e 7 febbraio come candidato Sindaco del centrosinistra, abbia posto la questione della Città metropolitana come una di quelle decisive per la crescita complessiva del territorio milanese, dei suoi servizi, delle sue infrastrutture.
L’attesa degli amministratori locali del territorio metropolitano è quella di avere finalmente a Palazzo Isimbardi un interlocutore che li ascolti, li comprenda e li stimoli nel percorso della costruzione del nuovo modello di partecipazione e di governo, e credo (e non sono il solo) che Sala sia quell’interlocutore.
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